Cadoneghe, rassegna stampa

 

cadoneghe 20 agosto 2006 - Il Mattino di Padova 

Alcuni cittadini lanciano a tarda ora l'allarme per la diffusione di un forte acre odore
Una fuga di gas, poi misteriosi cerchi sul prato
Per ore un cane abbaia, la mattina dopo la scoperta dell'inspiegabile fenomeno
 

CADONEGHE. E' stata decisamente una notte strana a Cadoneghe quella tra venerdì e sabato. Prima un intenso odore acre, di gas o di bruciato, ha sovrastato il paese per alcune ore, nella zona tra Castagnara e Mejaniga. Contemporaneamente, nel giardino di un'abitazione di Bragni sono comparsi misteriosi cerchi sull'erba. Scoperti al mattino, hanno fatto pensare subito a qualcuno alla presenza di un Ufo. Fenomeni probabilmente slegati tra loro, ma comunque ancora avvolti nel più fitto mistero. Di certo, quella di ieri a Cadoneghe non è stata una notte come tutte le altre.
Verso le 23 su tutta l'area di Castagnara si percepiva un intenso odore, piuttosto penetrante che ha messo subito in allarme i cittadini, con il pensiero che è andato immediatamente alla nube tossica di un anno fa. Al centralino dei Vigili del Fuoco sono arrivate alcune segnalazioni di cittadini residenti in via Montello, via Trilussa e che transitavano sul rondò di Castagnara. E' stato descritto come un forte odore di gas, altri di bruciato. Le tre strade, anche se distanti tra loro, si trovano comunque tutte in linea d'aria, investite probabilmente dall'odore portato dal vento. Un fenomeno analogo si verificò a giugno del 2005 con una nube maleodorante che stazionò due giorni sull'abitato di Cadoneghe. Difficile dire se si tratti di un caso di vero e proprio inquinamento ambientale, anche perché bisognerà attendere i rilievi delle centraline elettroniche dell'Arpav, l'ente regionale per la protezione ambientale. Comunque, è curiosa la coincidenza: se qualcuno decide di sbarazzarsi di sostanze inquinanti sceglie sempre i fine settimana e i giorni festivi, quando i controlli sono meno intensi. Il sospetto che si tratti di sostenze tossiche, dunque, è alto.
Ma il fenomeno che più di tutti ha destato la curiosità è la misteriosa comparsa di due cerchi all'interno del giardino della famiglia Massarotto, in via Fiorita 15. Ieri mattina quasi stentavano a credere che sull'erba del prato ben curato, dietro la loro casa, ci fossero due cerchi di colore marrone, composti da una sostanza oleosa che con il trascorrere delle ore si è andata solidificando, assumendo l'aspetto di piccole palline dal colore grigio chiaro. Anche i vicini di casa, dalle loro finestre, avevano notato le due strane figure, convincendo il signor Luciano e la signora Nadia a chiamare i vigili per segnalare lo strano fenomeno. L'agente della polizia municipale ha constatato insieme a loro che non vi erano tracce, né impronte sul prato, e mancavano anche segni evidenti di forzature alla rete di recinzione, che in nessun punto mostrava piegamenti o fori. Un campione della sostanza è stato raccolto e conservato, in attesa, domani, di portarlo agli uffici competenti per le analisi.
Il fenomeno ha suscitato scalpore e curiosità: gli Ufo a Cadoneghe? Tra coloro che si sono affacciati dalle finestre delle abitazioni vicine, in particolare dai piani più alti, sono venuti in mente anche i "crop circles", quei misteriosi cerchi sul grano che da trent'anni compaiono misteriosamente nei campi di cereali del sud dell'Inghilterra, attirando folle di curiosi e scienziati. Come nel caso dei due cerchi di Cadoneghe, compaiono durate la notte, il giorno prima non ci sono e al mattino eccoli lì, con gli anni a formare figure geometriche sempre più complesse e matematicamente perfette. Spesso si è trattato di burle orchestrate da mitomani o da aziende in cerca di pubblicità, ma per la maggior parte di essi manca una spiegazione razionale, anche perché, proprio come in questo caso, non si rilevano impronte di nessun tipo nel terreno circostante. Che anche quelli di Cadoneghe siano "crop circles", o un'opera di semplici burloni o più semplicemente un fenomeno naturale spiegabile scientificamente, solo le analisi potranno accertarlo, rivelando la natura della misteriosa sostanza. Quanto alle modalità con cui questa sia finita nel giardino dei Massarotto, questo è un altro mistero.

Cristina Salvato

"È accaduto qualcosa di strano"
Sul terreno un disegno formato da sostanze chimiche

CADONEGHE. "Il cane dei Massarotto abbaiava così forte e con tale insistenza, che intorno all'una ho aperto la porta-finestra della cucina e sono uscito a vedere, ma non ho notato nulla di strano. Al mattino, però, dalle mie finestre ho potuto vedere quei due strani cerchi, comparsi sull'erba dei nostri vicini".
E' la testimonianza chiave di Nicola Pasqualotto, che vive in via Caboto. Avesse scrutato meglio prima, seguendo il fiuto del cane, avrebbe potuto fornire una risposta all'inspiegabile fenomeno dei due cerchi sull'erba. Le finestre di Pasqualotto si affacciano proprio sul giardino dei signori Massarotto, in via Fiorita. "Li abbiamo avvertiti, ma già il signor Luciano intorno alle 10 del mattino aveva notato quelle macchie scure sull'erba di casa sua", afferma il vicino. I cerchi sono senz'altro particolari: uno ha un diametro di 16 metri e mezzo e presenta al suo interno delle chiazze, mentre l'altro, più piccolo, di metri ne misura 14 e ha la forma di un numero otto.
"A ben guardare la linea del cerchio non è continua" aggiunge la signora Sara, moglie di Pasqualotto, "ma sembra formata da due rotaie appaiate". Nonostante il giardino si trovi in posizione interna, molto discosto dalla strada principale, è comunque circondato da tante abitazioni. Sebbene molti siano in vacanza, numerose sono anche le persone rimaste a casa, ma nessuno sembra aver notato o avvertito nulla ieri notte. "Il nostro cane ha abbaiato da mezzanotte fino alle due e mezza. Di solito è tranquillo e non abbaia mai - racconta Nadia Massarotto - avrà notato qualcosa, che però a noi è sfuggito". Evidentemente il cane Moira aveva avvertito che qualcosa di strano e inusuale stava accadendo in giardino, ma la totale oscurità ha impedito a tutti di scorgere di cosa si trattasse. Quanto ai rumori, nessuno ha avvertito il benché minimo suono, normale o sospetto che fosse. Eppure qualcosa è senza dubbio accaduto.
"Al mattino mio marito ha notato i due cerchi e io mi sono avvicinata a controllare - continua la signora Nadia - sembrava una sostanza oleosa, di colore marrone. A toccarla era viscida, ma non emanava nessun tipo di odore, né lasciava tracce sulle dita. Con il passare del tempo si è trasformata". Nel pomeriggio, infatti, la sostanza che appariva inizialmente come olio, era diventata di colore grigio chiaro, dalla consistenza solida e granulosa, come se tante palline fossero state sparse sulle foglie d'erba. A toccarla continuava a non lasciare né odori né tracce sulle mani. E col tempo tendeva a schiarirsi sempre più. Appurato che non si era trattato di ladri e che non c'erano danni alla casa e alla recinzione, i Massarotto hanno preso la cosa anche con un certo spirito. In attesa però degli esiti delle analisi e sperando che la sostanza non sia tossica.

Mai chiarita l'origine dei malesseri che colpirono i residenti fino alla passerella di Torre
CADONEGHE. Era giugno dello scorso anno quando un intenso odore si avvertì per un paio di giorni, soprattutto nelle abitazioni di Cadoneghe lungo il Brenta. Compariva in piena notte e lo si poteva avvertire fino al mattino successivo, talmente penetrante che alcune persone lamentarono nausea e mal di testa, soprattutto tra chi dormiva con le finestre aperte. Le esalazioni, la cui origine non fu mai individuata, si avvertivano lungo tutta via Matteotti e via Guerzoni, anche in prossimità della chiesa di Cadoneghe e lungo la passerella sul Brenta che collega il paese con Torre. Un odore acre, simile a quello che può fuoriuscire da caldaie e fornelli, anche se più penetrante e persistente. Allarmati, pensando ad una fuga di gas dalle abitazioni, in molti diedero l'allarme e sul posto per i rilievi giunsero i tecnici comunali, la Polizia municipale e i Vigili del fuoco. Venne esclusa, anche se indicata come prima ipotesi, una fuga di biogas dall'impianto di depurazione gestito da Seta. Il digestore, infatti, in quei giorni era vuoto. Né si registrarono fuoriuscite dalle tubature del metano. A causare l'odore si pensò potesse essere il deodorante con cui viene addizionato il gas per poterne percepire eventuali fughe, e che arrivava da attività produttive situate al di là del fiume Brenta, nel Comune di Padova. L'amministrazione di Cadoneghe richiese allora un sopralluogo all'Arpav, interessando anche i vicini padovani.
(c.s.)
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