Cadoneghe, rassegna stampa

 

cadoneghe 29 maggio 2014 - Il Mattino di Padova 

Cadoneghe
Baldin, protagonista del movimento operaio e sindacale

 

Con la scomparsa di Giancarlo Baldin, la Cgil di Padova perde uno dei protagonisti della sua storia. Tutti noi perdiamo un compagno e un amico. Le parole per raccontare l'intensità con cui Giancarlo ha vissuto e la passione con cui ha lottato per i diritti dei lavoratori e per un mondo più giusto non sono facili da trovare. Anche le ultime ore della sua vita lo testimoniano. Domenica ha voluto votare, solo dopo si è lasciato andare. Perché la democrazia non è mai acquisita una volta per tutte, ma va alimentata ogni giorno, anche quando le forze sono scarse e i pensieri virano altrove. È questo, innanzitutto, l'insegnamento che ci lascia Baldin, per il quale l'impegno sindacale, quello politico, la partecipazione alla vita sociale non avevano soluzione di continuità e riempivano degnamente una vita, insieme all'amore per i suoi figli e per sua moglie Tosca, con cui ha condiviso l'esistenza e le battaglia civili che hanno animato il nostro Paese nei decenni dai '60 ad oggi.
La sua storia operaia, prima in fabbrica e poi nel sindacato, conta così tante tappe che è impossibile ripercorrerle tutte. Giancarlo nasce nel 1947 ad Arzerello di Piove di Sacco e ad appena 14 anni, come tanti suoi coetanei, inizia a lavorare alla “Sordina”, azienda metalmeccanica di Padova. A metà degli anni ’60 si trasferisce con tutta la sua famiglia a Padova, dove prima il padre e poi suo fratello Lino vi trovano lavoro. Licenziato dalla “Sordina” al termine dell’apprendistato, lavora per brevi periodi alla “Boston” e alla “Stanga”. Finalmente è assunto alla “Parpas” di Cadoneghe, come operaio specializzato, dopo aver frequentato il corso serale all’Istituto Professionale Bernardi, conseguendo il diploma necessario alla qualifica. Ma non è solo per questo che Baldin si diploma. La sua curiosità intellettuale, la voglia di dotarsi degli strumenti culturali per conoscere e interpretare la realtà sono troppo forti per accontentarsi di un livello di istruzione inferiore. Con il distacco sindacale dalla “Parpas”, negli anni ’70, inizia la sua attività di funzionario della Fiom.
Esordisce così da protagonista di quella stagione gloriosa, per certi versi leggendaria, del movimento operaio e sindacale degli anni '70, che aveva nella Flm la sua punta di diamante. Fino al 1971 è membro della segreteria della Fiom di Padova, guidata allora da Dante Perin. Poi passa alla Filcea, rimanendo a capo dei chimici fino al 1976. Poi la guida del Filtea, la categoria dei tessili. Sono anni intensissimi, in cui alla militanza sindacale si accompagna naturalmente quella politica. Nel quartiere di Altichiero, dove con suo padre e suo fratello ha costruito con le proprie mani la casa in cui abita, prende contatto con i comunisti residenti nella zona e diventa uno dei protagonisti a livello locale del rinnovamento del Pci berlingueriano, in cui si impegna con entusiasmo e la consueta intelligenza politica. Nel 1980 torna in Fiom e ne diventa segretario generale. Terminata l’esperienza al vertice della categoria dei metalmeccanici, a seguito della riorganizzazione della Cgil assume l’incarico nel 1983 di responsabile territoriale dell’Alta Padovana. Nel 1990 diventa Segretario Generale della categoria del terziario, la Filcams.
Arriva la pensione, che ovviamente non coincide con l'interruzione dell'impegno di Giancarlo. Contribuirà infatti alla nascita, nel 2000, della Federconsumatori, che lo porterà ad entrare - quasi da pioniere - nel Consiglio della Camera di Commercio di Padova come rappresentante dei consumatori. Anche in questo caso Baldin dimostra la capacità di leggere la realtà e i suoi mutamenti, comprendendo la necessità di ampliare la gamma dei diritti nell'epoca dei mercati globalizzati. L'impegno sociale nel suo quartiere, la Mandria, la vicinanza al sindacato, la militanza politica non verranno meno fino alle fine. Bastano questi pochi cenni per rendersi conto di quanto sia stato importante il suo percorso sindacale prima da militante e poi da dirigente e di quanta dedizione, energia, intelligenza abbiano caratterizzato il suo impegno nella Cgil, che per lui non ha mai costituito semplicemente un lavoro, ma una vera e propria scelta di vita. Giancarlo era inflessibile nel difendere i diritti dei lavoratori e nel portare avanti le istanze del movimento operaio, ma il suo carattere sapeva unire franchezza e gentilezza, la durezza necessaria nei momenti difficili, mai disgiunta però da umanità e senso dell'ironia. Difficile dimenticare il suo sorriso e la vicinanza che sapeva dimostrare quando vedeva un compagno o un amico in difficoltà.
Nessuno di noi dimeticherà la figura di Giancarlo Baldin, il suo insegnamento, il suo esempio, tanto meno i valori che hanno ispirato la sua vita e che continueranno a camminare sulle gambe di una nuova generazione che saprà serbare il ricordo di Giancarlo e rinnovare le lotte portate avanti da lui e dalle compagne e dai compagni che hanno condiviso con lui vita e militanza. Ciao Giancarlo, oggi saremo in tanti a salutarti al Borgo della Mandria (i funerali si terranno alle 15.30) e ad abbracciare Tosca e i tuoi figli Dimitri e Vladimiro; ma tra noi non finisce qui, perché chi si è battuto tutta la vita per i più deboli continua a vivere nella memoria e nella gratitudine di chi ha ereditato un mondo migliore.

Christian Ferrari
segretario generale Cgil Padova
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