Il caso dello stabilimento CooReZoo Grosoli |
"Dai capannoni si sprigionano veleni " - Il Gazzettino 24 novembre 2000
Era un impero, adesso nessuno vuole neppure i suoi resti - Il Mattino 21 ottobre 2000
Ingressi presto murati all'ex Grosoli e maggiore sorveglianza in quartiere - Il Mattino 20 ottobre 2000
"Da anni qui è rifugio per clandestini" - Il Gazzettino 19 ottobre 2000
Cadavere in decomposizione nell'ex fabbrica - Il Gazzettino 18 ottobre 2000
Scoperto cadavere all'ex Grosoli - Il Mattino 18 ottobre 2000
«Da anni qui dorme gente di colore» I residenti ne vedono arrivare sempre di nuovi. Un via vai continuo Il Gazzettino 18 ottobre 2000
"In questa zona degradata può succeder di tutto" - Il Mattino 18 ottobre 2000
Macinato misto all'asta per 14 miliardi - Il Gazzettino 4 agosto 2000
24 novembre 2000 "IL GAZZETTINO"
Il Circolo di Forza Italia lancia l'allarme per il disfacimento delle strutture dell'ex grande impresa Grosoli I tetti degli stabilimenti, osserva Pierantonio Maschi, sono costruiti con materiali attualmente fuori legge come l'amianto
"Dai capannoni si sprigionano veleni"
Chiamato in causa il Comune perchè assuma provvedimenti come ad esempio un piano di bonifica
CADONEGHE. C'è una polveriera all'interno del paese, in una delle zone a maggior concentrazione abitativa. La storia è ben nota da anni. Ma finora nulla è stato fatto per preservare la gente di via Marconi e dintorni dal pericolo di diffusione di polveri di amianto che si sprigionerebbero dai circa 4000 metri quadri delle strutture della ex Grosoli. L'allarme giunge dal circolo locale di Forza Italia, che punta il dito contro il disfacimento dei capannoni dell'ex grande impresa della macellazione e commercio delle carni, ora nelle mani di un curatore fallimentare padovano. I tetti degli stabilimenti sono stati tutti costruiti con materiali attualmente fuorilegge. Logica quindi la preoccupazione dei numerosi abitanti e dei titolari degli esercizi commerciali della zona.
"Quelle della ex Grosoli -osserva infatti uno degli esponenti locali di Forza Italia, Pierantonio Maschi- sono strutture lasciate andare in rovina e soggette da anni alle intemperie. Il timore che molti nella zona manifestano è il progressivo deteriorarsi e polverizzarsi del materiale, che va poi a contatto con le case e le strutture vicine. Sono tantissimi del resto i condomini che si affacciano sul cortile della ex Grosoli e moltissimi gli abitanti di Cadoneghe , che, magari senza saperlo, sono esposti a potenziali pericoli".
Pur rifuggendo da toni eccessivamente allarmistici, Maschi chiama in causa il Comune perchè assuma provvedimenti sul caso. Predisponendo innanzitutto dei sopralluoghi da parte degli organi sanitari ed imponendo al curatore fallimentare un piano di bonifica delle strutture. Un intervento che, secondo Forza Italia, non dovrebbe tutelare soltanto i residenti, ma anche i numerosi extracomunitari che hanno scelto i capannoni della ex Grosoli come dimora abituale. Senza rendersi conto di passare la notte a diretto contatto con veleni.
21 ottobre 2000 "IL MATTINO DI PADOVA"
Era un impero, adesso nessuno vuole neppure i suoi resti
CADONEGHE. Era un impero. Adesso tutto è all'asta. Un'asta, la prima, che è andata deserta forse per l'altissimo prezzo base, 14 miliardi. L'ex Grosoli resta in vendita. La nuova asta è stata già fissata al Palazzo di giustizia di Padova per il 24 aprile del 2001 con un ribasso del 20 per cento, ovvero un prezzo base di 11 miliardi e 500 milioni di lire. Tutta la proprietà, che si trova a Cadoneghe tra via Marconi, via 2 Giugno e via Franco, è ormai nel mirino dei creditori.
Tra questi, istituti di credito come la Banca Nazionale del lavoro. All'asta sono le proprietà sia della Grosoli alimentari srl che della Grosoli spa. Si tratta di terreni, fabbricati con celle frigorifere, saloni con reparti vendita e lavorazione, il macello, vari uffici con autorimesse, fabbricati con spogliatoi, cucina e mense, ancora edifici adibiti a magazzini. E, infine, anche un'abitazione di 577 metri quadrati in via Marconi.
L'area è tutta industriale, ma stretta in una morsa di quartieri residenziali. Difficile che quella superficie, un tempo appetibile per gli operatori economici, possa suscitare interesse in chi intende realizzare qualche attività imprenditoriale. Più facile che sia accaparrata da chi è in grado di fare un ingente investimento immobiliare. Sempreché il Comune si decida a trasformarla in un'area residenziale e commerciale con una variante urbanistica.
Dopo il ritiro dagli affari dei fratelli Adriano e Franco Grosoli a metà degli anni '80, lo stabilimento di via Marconi, da dove negli anni '70 partivano oltre cento tir al giorno che portavano carne in tutta Italia, il colosso - Corezoo - della Regione Veneto dei tempi di Franco Cremonese sarebbe dovuto diventare il centro di lavorazione carni più importante della penisola. Mai in passato un altro progetto politico-economico ha fatto una fine così brutta: l'ex Grosoli è diventato un ricettacolo di sfaccendati e d'immigrati senza casa e nello stesso tempo sembra ancora lontana la vendita dell'area, oggi di proprietà di alcune banche (tra cui l'Antonveneta e la Cassa di Risparmio), dopo che i tre liquidatori, tutti di Verona, Pesci, Golin e Castelletto, hanno già indetto la prima gara. "Il Comune - dice Letterio Turiaco, consigliere Ds - aveva predisposto tanti progetti per rilanciare l'area ex-Grosoli. Ad esempio la giunta precedente aveva ipotizzato, in accordo con Zanonato, che davanti l'area fosse allestito il capolinea del metrotram di Padova. L'amministrazione attuale ha auspicato la rivitalizzazione di tutta l'area, ma il tutto è bloccato dalla vicenda giudiziaria". "E pensare che il sindacato, alla fine degli anni '80, ha fatto di tutto per sollecitare i politici per evitare la fine che l'ex Grosoli ha fatto oggi" commenta Massimo Pantano segretario della Fat Cisl.
20 ottobre 2000 "IL MATTINO DI PADOVA"
Primi provvedimenti dopo il ritrovamento del cadavere
CADONEGHE. Il recente ritrovamento di un corpo senza vita all'interno dell'ex Grosoli a Cadoneghe ha suo malgrado aperto il dibattito sulla questione della sicurezza. L'area è frequentata da numerosi extracomunitari, per la maggior parte irregolari, che ne hanno occupato abusivamente i locali abbandonati. Il sindaco Adriano Baldin non ritiene tuttavia che la zona sia usata per attività illecite quali ad esempio lo spaccio di droga, quanto esclusivamente come dormitorio. "Sono in costante contatto con il comandante dei carabinieri - afferma il sindaco - e non mi ha mai riferito di episodi di criminalità. Questo non significa che io sottovaluti la questione dal momento che sta seguendo attentamente il Progetto Sicurezza del Comune di Padova. Un piano va pensato oggi più che mai in azione congiunta tra Comuni limitrofi, dal momento che la criminalità si sposta di continuo".
La Grosoli è un'area vastissima, e a settembre è stato richiesto un sopralluogo congiunto tra forze dell'ordine e il curatore fallimentare della stessa, avendo ricevuto numerose segnalazioni di presenze sospette nella zona. "Sono proprio le segnalazioni attive dei cittadini che portano a scoprire le zone calde del territorio. Sta poi alle forze dell'ordine intervenire. Cadoneghe dipende attualmente dai carabinieri di Vigodarzere, anche se nel Piano regolatore ha già predisposto un'area in cui trovi sede una nuova stazione". Questo per il futuro; nell'immediato verrà chiesto di murare porte e finestre e per quanto possibile anche i capannoni.
La vastità dell'area, 78000 mq in tutto, crea in ogni modo un problema nella sua gestione. Una soluzione in passato si era cercata. Elio Armano, ex sindaco di Cadoneghe, ricorda come proprio lui stesso propose in Regione una variante al Prg. Si ipotizzava il passaggio da una non meglio definita area ad uso economico ad una zona residenziale e commerciale. Questo, secondo le intenzioni, avrebbe riqualificato non solo il vecchio stabilimento, ma l'intero quartiere. Si sarebbe posto fine, inoltre, all'annoso problema degli odori provenienti dalla macellazione in loco e dallo scarico dei liquami direttamente nella rete fognaria pubblica. La Regione però bocciò la proposta. In tempi più recenti è stata avanzata un'ulteriore proposta. In collaborazione con il Comune di Padova è stata indicata l'ex Grosoli come capolinea del metrotram che unirebbe Cadoneghe a Padova. La creazione di un parcheggio scambiatore e la realizzazione di una zona residenziale e commerciale avrebbe portato al quartiere le strutture di cui ora è carente. Gli accordi presi con l'amministrazione Zanonato, sono caduti con quella attuale della Destro.
19 ottobre 2000 "IL GAZZETTINO"
"Da anni qui è rifugio per clandestini"
CADONEGHE. "Ho segnalato più volte il problema ma i miei appelli sono rimasti inascoltati. L'amministrazione non è mai intervenuta": le parole di Valda Pavin, capogruppo della Lega Nord, alimentano i toni della polemica all'indomani del ritrovamento del cadavere di un immigrato vicino ai capannoni dell'ex-Corezoo Grosoli. Da anni ormai la Castagnara è diventata uno dei rifugi preferiti degli extracomunitari clandestini. L'enorme disponibilità di strutture abbandonate (oltre all'ex-macello ci sono gli stabilimenti della Breda e l'ex-pizzeria Antico Guerriero) favorisce la permanenza degli stranieri. "Il loro numero è in continuo aumento - afferma Pavin - anche se cercano di non dare troppo nell'occhio."
18 ottobre 2000 "IL GAZZETTINO"
Il corpo, che apparterrebbe a un magrebino, è stato scoperto da tre cinesi, ieri mattina, nell’area dell’ex Grosoli a Cadoneghe
CADONEGHE. Il cadavere di un uomo, forse un magrebino, è stato trovato da tre cinesi nell'area della ex Grosoli, in via la Malfa, tra le erbacce. Era ridotto ad un ammasso di ossa. I vermi dappertutto. Una morte tinta di mistero.
Erano passate le undici di ieri mattina, quando i tre cinesi sono entrati al bar Marconi cercando di spiegare ad alcuni avventori l'accaduto. Due clienti del locale li hanno seguiti e uno è riuscito a superare il muro di cinta e a scorgere il cadavere che era sotto un albero. Hanno chiamato i carabinieri.
La zona è stata delimitata per tenere lontano i curiosi. Per rendere più agevole il compito del medico legale i carabinieri hanno chiamato un paio di giardinieri che hanno provveduto a togliere le erbacce attorno al corpo. Il volto è sfigurato e le impronte digitali sono consumate.
18 ottobre 2000 "IL MATTINO DI PADOVA"
Scoperto cadavere nell'ex Grosoli
CADONEGHE.Era riverso all'ombra di un grosso albero, mezzo nascosto dalle sterpaglie. Morto da due mesi, forse anche di più, ucciso dagli stenti, dalla droga o ammazzato in un regolamento di conti. Un corpo senza nome, in avanzato stato di decomposizione, quello che è stato trovato ieri mattina nel giardino abbandonato dell'ex Grosoli, in via Marconi di Cadoneghe. Il complesso industriale, lasciato all'incuria da oltre dieci anni, è diventato da tempo il rifugio dei clandestini, che hanno anche messo catene e lucchetti alle porte per vivere più sicuri. L'area è molto grande, è chiusa esternamente da un muro di un paio di metri che ormai cade a pezzi, ed è divisa all'interno da una rete metallica arrugginita. Il cadavere era in fondo al grande complesso, molto vicino alla recinzione che costeggia via Ugo La Malfa, dove un tempo c'era un piccolo spiazzo verde, ora ridotto a boscaglia. Per due mesi nessuno se n'era accorto, nonostante l'odore nauseante che, nelle giornate più calde, arrivava fin sulla strada, spingendo i passanti ad affrettare il passo.
18 ottobre 2000 "IL GAZZETTINO"
Le testimonianze
CADONEGHE. Decine di clandestini trovano abitualmente riparo nei capannoni della Corezoo-Grosoli. Da diversi anni l'ex-macello è ridotto ad una specie di asilo notturno per immigrati. Degrado e sporcizia imperano da queste parti. Basta osservare in quali condizioni si trovi il marciapiede di via Marconi. Marocchini, albanesi, ma anche nigeriani e persino cinesi, hanno occupato le casette a fianco dello stabilimento, la vecchia portineria e gli ex-alloggi della famiglia Grosoli. Punti di riferimento ideali per individui dediti ad attività illecite. In quartiere nessuno si stupisce di quanto accaduto ieri mattina. "Tutte le strutture in disuso - fa notareAurora Meneghesso, titolare del bar Marconi - sono ridotte in questo modo. Basta andare a vedere l'ex-Breda o l'ex-ristorante Antico Guerriero. Bisognerebbe murarle in maniera ermetica"."Sappiamo che vi abitano diversi ragazzi di colore - confermaAndrea Pignataro - entrano ed escono di continuo. Se ne vedono sempre di più. Alcuni hanno anche le chiavi del cancello". "I carabinieri passano spesso da queste parti - aggiungeFiorello Carraro - e ne portano via qualcuno. Ma ne arrivano di nuovi". "Vedo un continuo via vai di extracomunitari - sbottaNeonella Miotti - i passaggi si intensificano soprattutto nelle ore serali. Cosa facciano li dentro non possiamo saperlo. E' compito delle Forze dell'Ordine controllarli".L'immobile è andato all'asta già un paio di volte. Ma la curatela fallimentare è rimasta a mani vuote. Non si è trovato nessun acquirente per il complesso dell'ex-Grosoli. "Ho chiesto un paio di volte al curatore - fa presente ilsindaco Adriano Baldin - la pulizia del marciapiede ed il taglio della siepe. Ho sollecitato anche la chiusura dei varchi. Finora non ho però ottenuto riscontri".
18 ottobre 2000 "IL MATTINO DI PADOVA"
«In questa zona degradata può succedere di tutto»
CADONEGHE. La notizia del rinvenimento del cadavere non ha stupito più di tanto gli abitanti del posto. Per loro, il forte degrado in cui versa il quartiere situato a metà fra la Castagnara e Meianiga, «con tutti quegli extracomunitari che girano», non fa altro che accentuare, e allo stesso tempo rendere invisibile, gli eventi malavitosi di matrice straniera. In altri termini, commenta ad esempio Galliano Ometto, quale posto migliore della "giungla" adiacente all'ex Grosoli per un silenzioso regolamento di conti?
«Sono pronto a scommettere - continua Ometto - che il corpo ritrovato è quello di un marocchino. E' chiaro che si tratta di un regolamento di conti fra bande di extracomunitari, visto che a poche decine di metri dal luogo dove è stato ritrovato il cadavere c'è il covo degli extracomunitari di tutta la zona».
Il "covo" di cui parla Ometto è il capannone abbandonato Grosoli, immenso dormitorio e luogo di ritrovo per extracomunitari. Quando gli chiediamo perché pensa che si tratti di un omicidio, il suo «Ma è ovvio!» la dice lunga. Secondo lui «è una vera schifezza che l'amministrazione comunale non faccia niente per risanare una zona altamente trascurata e degradata come questa, invasa da marocchini e gruppi di africani pronti a seminare zizzania senza tregua».
Al "Bar Marconi" della via omonima, situato a un centinaio di metri dalla "giungla", Paolo C., ex carabiniere, è l'unico a stupirsi di quanto tempo sia trascorso prima del ritrovamento. «E' davvero incredibile - dice - che nessuno si sia mai accorto che lì, sotto quell'alberello sia pur nascosto dal muro di cinta, c'era un morto rannicchiato su se stesso. E sì che di gente, lungo quel marciapiede, ne passa parecchia! Almeno la puzza avrebbero dovuto sentirla». Di cadaveri e dell'odore che emanano, l'ex carabiniere ne sa qualcosa. «Forse chi ha camminato sul marciapiede che costeggia quel campo non ha mai fatto caso all'insopportabile tanfo proveniente dal corpo, o forse l'hanno sentito ma hanno pensato a qualche cane morto. Se fossi passato io, ve l'assicuro, l'avrei riconosciuto all'istante».
Una cosa accomuna le opinioni della gente: nessuno avrebbe potuto vedere il corpo da via La Malfa. «E infatti pare siano stati tre cinesini a dare l'allarme, dopo aver scavalcato la barriera di cemento per prendere dei cachi da un albero interno al giardino. Senza di loro il pover'uomo sarebbe ancora là» interviene la titolare del "Bar Marconi", Aurora Meneghesso. Lei non ha mai sentito nessun cliente lamentarsi per la puzza: «Questo è il punto di ritrovo di molti anziani, eppure nessuno ha mai espresso il timore che dietro quel muretto ci fosse un morto». Per Fiorello Carraro, un commerciante di Bragni, «il degrado in cui versa il territorio porta i cittadini a non interessarsi più di nulla e a badare soltanto ai propri problemi. Sentono il cattivo odore? Fa nulla, tirano dritti per il marciapiede. E chi s'è visto, s'è visto». Lo segue a ruota un altro ex carabiniere, Andrea Pignataro, che abbandona il tressette pur di dire la sua. «Abito nella palazzina di fronte al luogo del ritrovamento, al civico 76 di via Marconi, e dalle finestre del mio appartamento non sarei mai riuscito a vedere il punto in cui hanno scoperto il corpo. Bazzico spesso per quella via, ma del classico fetore di carne decomposta nessuna traccia». Per lui l'ipotesi di overdose è poco credibile: «Più facile che sia stato un rapido regolamento di conti fra marocchini».
4 agosto 2000 "IL GAZZETTINO"
Il giudice decide la vendita con incanto degli stabilimenti del CoReZoo-Grosoli travolti dalla crisi zootecnica Settantacinquemila metri quadrati di terreno con gli edifici adibiti alla lavorazione e commercializzazione delle carni
CADONEGHE. Lo stabilimento ex CoReZoo-Grosoli di Cadoneghe finirà all'asta per 14 miliardi. Il giudice delegato Di Francesco ha autorizzato la vendita con incanto che si terrà il 19 settembre. All'asta 75 mila metri quadrati di terreno compreso lo stabilimento che per decenni è stato il fulcro di una delle più consistenti attività commerciali nel settore della carne e le annesse abitazioni di via Marconi, via 2 Giugno e via Franco. Sugli immobili sono iscritte ipoteche a favore della Banca Nazionale del Lavoro e dell'Istituto federale delle casse di risparmio di Venezia.
Il buco Grosoli-CoReZoo ha radici lontane. Il caso scoppia nel 1984, quando la famiglia Grosoli accumula 25 miliardi di deficit. Unica alternativa al fallimento è l'ingresso in CoReZoo, il consorzio che fa capo alla Regione. Viene decisa la spartizione del capitale sociale: 60 per cento in mano pubblica, il resto ai privati. Nel 1986 il passivo lievita a 30 miliardi. Il consorzio diventa completamente regionale, con un esborso pubblico di 14 miliardi. Viene varato il piano di risanamento che avrebbe dovuto portare la Grosoli-CoReZoo al pareggio nel 1990: 10 miliardi dalla Regione, 20 dal Ministero dell'Agricoltura per ripianare il debito pregresso, ed un mutuo decennale di 30 miliardi sottoscritto dalle banche per consolidare il debito a breve. Ma i miliardi promessi dal Governo non sono mai arrivati. La lenta agonia del CoReZoo, che nel marzo 1990 aveva accumulato un passivo di 150 miliardi, è finita nella liquidazione coatta.
Se il Governo avesse fatto la sua parte probabilmente il CoReZoo no sarebbe stato travolto dal buco miliardario. L'ex ministro Gianni Fontana ci aveva provato, ma senza risultato. Ci aveva provato anche l'ex assessore regionale all'agricoltura Francesco Adami. Ma il piano programmatico per il risanamento e il consolidamento del settore zootecnico capace di un potenziale produttivo di un milione duecentomila capi di bestiame l'anno era naufragato. Ed il piano-carni per il Nord Est era stato bocciato.
L'ultimo capitolo comincia alla fine del 1990 quando CoReZoo, CoVeCar, Nuova Grosoli, Ital Beef, il Consorzio nazionale allevatori e Sipa convengono la riorganizzazione e il rilancio dell'azienda di Cadoneghe A CoVeCar spetta il coordinamento della produzione, a CoReZoo la macellazione e la lavorazione delle carni, a Nuova Grosoli la commercializzazione del prodotto lavorato. Ma CoReZoo, in capo al quale incombe il problema delle maestranze, non mantiene gli impegni, non definisce la propria esposizione debitoria, non risolve il problema dell'esubero di personale. I lavoratori scendono più volte in piazza. Ma senza l'approvazione del Piano-Carni il salvataggio in extremis è stato impossibile.
Lucio Piva
E' andata deserta la prima asta per l'ex Grosoli, la prossima è stata fissata per aprile
Erano stati chiesti 14 miliardi,
in seconda battuta si scenderà del 20 per cento
Felice Paduano
Ingressi presto murati all'ex Grosoli e maggiore sorveglianza in quartiere
Cristina Salvato
Valda Pavin della Lega: nei capannoni dismessi sarebbero stati creati dormitori per extracomunitari
Si muovono sempre alla spicciolata ed evitano di riunirsi in gruppo all'esterno. Ma nel nostro quartiere se ne trovano dappertutto".Nei capannoni di via Marconi sarebbero stati creati diversi dormitori. Le varie etnie si sarebbero persino accordate sulla spartizione degli spazi. Marocchini, albanesi, nigeriani avrebbero stretto un patto di non belligeranza. Impossibile stabilire il numero esatto degli ospiti dell'ex-macello. " Sono sicuramente troppi e possono agire a piacimento - dichiara la capogruppo del Carroccio - perchè i carabinieri non hanno armi per contrastarli. Li controllano ma sono costretti a lasciarli andare. Non esistono strumenti legislativi idonei ad arginare il fenomeno. Intanto la malavita incalza. Per loro questo è un terreno di conquista."La mia pellicceria - conclude Valda Pavin - ha subito tre furti in tredici mesi. Le compagnie assicurative non sono più disponibili a risarcire i danni. Avanti di questo passo sarò costretta a chiudere i battenti".
Luca Ingegneri
Cadavere in decomposizione nell'ex fabbrica
La morte risalirebbe a due mesi fa: il volto è sfigurato e le impronte digitali sono consumate. Assassinato o stroncato da un malore?
Morte misteriosa, risale a due mesi fa
Il corpo irriconoscibile era sotto un albero
Secondo il medico si tratterebbe di un nordafricano
«Da anni qui dorme gente di colore» I residenti ne vedono arrivare sempre di nuovi. Un via vai continuo
Luca Ingegneri
Massimo Nardin
Macinato misto all'asta per 14 miliardi
Le promesse non mantenute dal Governo e la lunga agonia di una delle più importanti aziende del settore