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ARGOMENTI

 Problemi relativi all'accoglienza dei lavoratori immigrati

pallino.gif Un "albergo" per clandestini - Il Gazzettino 16 dicembre 2000

pallino.gif Casa-albergo per clandestini - Il Mattino di Padova 16 dicembre 2000

pallino.gif Clandestini al lavoro in officina e nella cava - Il Gazzettino 28 luglio 2000

pallino.gif Lavoro nero in un'azienda di Cadoneghe - Il Mattino di Padova 28 luglio 2000

pallino.gif Sportello per gli immigrati - Il Gazzettino 15 luglio 2000

pallino.gif Lavoratori immigrati ancora senza alloggio - Il Mattino di Padova 8 luglio 2000


16 dicembre 2000 "IL GAZZETTINO"

I carabinieri fanno irruzione all'alba in due appartamenti di via Belladoro Sorpresi nel sonno una quindicina di moldavi e rumeni privi del permesso di soggiorno
Un "albergo" per clandestini
Arrestato il padrone di casa. Si faceva pagare una regolare pigione mensile

CADONEGHE. Aveva messo i suoi appartamenti a disposizione di una quindicina di clandestini. In cambio - sostengono gli inquirenti - di una regolare pigione mensile. Dietro le sbarre è finito Francesco D., cinquantotto anni, residente a Cadoneghe in via Belladoro. Favoreggiamento dell'immigrazione clandestina il reato che gli è stato contestato. Dopo la convalida dell'arresto l'uomo è stato rimesso in libertà. Ma rimane attiva la misura cautelare dell'obbligo di firma. Era quasi l'alba di giovedì quando ai carabinieri è arrivata la segnalazione di due individui che si aggiravano con fare sospetto nella zona di via Belladoro. La centrale operativa di Prato della Valle ha prontamente inviato sul posto un equipaggio della stazione di Ponte di Brenta. Di lì a poco gli uomini dell'Arma si sono imbattuti in un'auto con due stranieri a bordo. Uno degli occupanti, di nazionalità moldava, aveva il permesso di soggiorno in regola. L'altro, rumeno, era invece clandestino. Che ci facevano lì a quell'ora? È stato in quel momento che si è fatto avanti il cinquantottenne. Ha detto di conoscere entrambi e di garantire per loro. Ovviamente i carabinieri non si sono accontentati delle sue rassicurazioni. Ne volevano sapere di più. E tra un discorso e l'altro Francesco D. ha finito per tradirsi. L'uomo si sarebbe lasciato scappare che i due stranieri erano ospiti a casa sua. L'imbeccata era da prendere al volo. E gli investigatori dell'Arma non hanno esitato a procedere alle perquisizioni. Due gli appartamenti controllati, al piano terra e al primo piano dello stesso condominio. Gli stranieri sono stati sorpresi nel sonno, ammassati nelle stanze da letto. Tra loro una quindicina di clandestini, dieci uomini e cinque donne, tutti di nazionalità moldava o rumena. E ai polsi del padrone di casa si sono strette le manette. Gli inquirenti ritengono che ogni immigrato dovesse sborsare dalle centocinquanta alle duecentomila lire al mese in cambio di un giaciglio di fortuna. Già l'anno scorso Francesco D. si era beccato una denuncia per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Aveva dato ospitalità ad una coppia di giovanissime moldave dedite alle prostituzione. Ma ancora una volta erano stati i carabinieri a mettergli i bastoni tra le ruote.
C.Mal.

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16 dicembre 2000 "IL MATTINO DI PADOVA"

Casa-albergo per clandestini
Aveva trasformato due appartamenti di Cadoneghe in un "alveare" che ricoverava moldavi e rumeni impiegati in nero nelle aziende

CADONEGHE. Aveva trasformato i due appartamenti, di cui è proprietario a Cadoneghe, in una specie di albergo per clandestini. Nelle due abitazioni, una al piano terra e l'altra al primo piano del condominio di via Belladoro 6, Francesco Dorio, 48 anni, personaggio già noto alle forze di polizia, aveva ricavato sei piccole stanze da letto, che aveva riempito all'inverosimile di brandine, affittate in nero a duecentomila lire al mese. Ci teneva una ventina di extracomunitari, soprattutto moldavi e rumeni, quasi tutti clandestini che lavorano illegalmente nelle aziende della zona. La scoperta, i carabinieri di Ponte di Brenta, l'hanno fatta quasi per caso, l'altra mattina all'alba, quando hanno controllato due moldavi proprio all'imbocco di via Belladoro. Mentre la pattuglia era ancora alla prese con gli extracomunitari è sopraggiunto in bicicletta proprio il padrone di casa, che ha cercato di garantire per i due immigrati. Così si è tradito. Nella foga della discussione, infatti, si è lasciato scappare che i due li conosceva bene in quanto abitavano a casa sua. Immediatamente i carabinieri si sono insospettiti e sono andati a dare un'occhiata, scoprendo che gli appartamenti a disposizione di Dorio erano due e che ci vivevano ben 19 extracomunitari, quindici illegali e quattro con il permesso di soggiorno. Quando i militari si sono presentati lì, gli stranieri dormivano ammassati nelle piccole stanze che il proprietario aveva riempito di letti, in maniera da guadagnare il più possibile. Tre camere nell'abitazione al piano terra e altrettante in quella al primo piano. Nella prima stavano addirittura in quindici, uomini e donne tra i venti e i trentacinque anni. Accanto ai letti avevano le loro poche cose, raccolte in alcuni borsoni. Hanno raccontato la loro storia di miseria, derivata per lo più dalla condizione di illegalità, sostenendo quasi tutti che quasi hanno un'attività lavorativa in zona, anche quella in nero. Vero o falso che sia, i diciannove extracomunitari, in quanto clandestini, sono stati accompagnati tutti in questura, dove sono stati identificati e hanno ricevuto il decreto di espulsione. Loro stessi hanno detto che pagavano il posto letto dalle 150 alle 200 mila lire, e che erano venuti a conoscenza di quell'opportunità di avere un tetto attraverso il classico "passaparola" tra connazionali.
Paola Malagoli

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28 luglio 2000 "IL GAZZETTINO"

Clandestini al lavoro in officina e nella cava

CADONEGHE. Ancora due casi di impiego di manodopera clandestina scoperti dai carabinieri. Il primo a Cadoneghe il secondo a Montegrotto. I titolari delle attività sono stati denunciati a piede libero. A Cadoneghe i carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro e i loro colleghi della stazione di Vigodarzere hanno effettuato un'ispezione in un'officina meccanica di via del Santo. Al momento dell'intervento hanno sorpreso all'opera un giovane rumeno privo del permesso di soggiorno. Dai successivi accertamenti è emerso che svolgeva le mansioni di operaio apprendista: otto ore al giorno per cinque giorni alla settimana, con una paga di diecimila lire l'ora. Ogni mese, facendo i conti, lo straniero si metteva in tasca un milione e duecentomila lire. Ovviamente in nero. E senza il benchè minimo contributo. Stesso copione a Montegrotto. Gli investigatori del Nucleo ispettorato del lavoro e i militari della stazione di Abano hanno effettuato un controllo in una cava per la lavorazione della trachite in via Valdimandria. In questo caso la manodopera clandestina consisteva in sei albanesi privi del permesso di soggiorno. Il più giovane aveva trentuno anni, il più vecchio quarantasei. Gli accertamenti sono stati scrupolosi. Le infrazioni riscontrate dai carabinieri, oltre all'impiego dei clandestini, hanno riguardato il mancato versamento di contributi e l'irregolarità delle denunce obbligatorie mensili. Un dettagliato rapporto è stato inviato alle autorità competenti.

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28 luglio 2000 "IL MATTINO DI PADOVA"

Controlli dei carabinieri: due rumeni clandestini lavoravano per 10 mila lire l'ora
Lavoro nero in un'azienda di Cadoneghe

CADONEGHE. Lavorava in nero come apprendista alla ditta "Enterprise" di Cadoneghe. Quando i carabinieri di Vigodarzere, l'altra mattina alle 9.15, si sono presentati nel capannone dell'azienda meccanica di via Del Santo il giovane clandestino rumeno aveva addosso la tuta blu e stava lavorando con gli altri operai. Un connazionale era pure nell'officina, ma la sua posizione è ancora al vaglio degli inquirenti. L'imprenditore è stato denunciato per sfruttamento di manodopera clandestina. I due rumeni, infatti, non risultavano assunti dalla "Enterprise", né i loro nomi figuravano nei libri paga e matricola dell'azienda di Cadoneghe. Non sono i primi, né saranno gli ultimi lavoratori in nero scovati dagli inquirenti, impegnati in questi giorni in una serie di controlli insieme ai funzionari dell'Ispettorato del Lavoro di Padova. L'impiego di manodopera clandestina, ovviamente in nero, è abbastanza diffuso tra le aziende del Nordest, soprattutto quelle meccaniche e edili, dove gli extracomunitari sono chiamati a svolgere i lavori più faticosi. Dalle testimonianze raccolte pare che i due stranieri, da un anno in Italia, lavorassero otto ore per cinque giorni alla settimana, ricevendo in nero un salario mensile di circa un milione e 200 mila lire, più o meno diecimila lire l'ora.

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15 luglio 2000 "IL GAZZETTINO"

Sono oltre duecento i lavoratori stranieri regolari. Arrivano da 42 Paesi.
La maggioranza è rumena. Il Comune ha deciso di fornire loro informazioni e servizi.

Sportello per gli immigrati
La Cgil denuncia situazioni di sfruttamento. Avviata una ricerca per l'Università

CADONEGHE. Una torre di Babele nelle fabbriche e nei cantieri. Sono infatti oltre duecento i lavoratori stranieri regolarmente censiti all'anagrafe. La stragrande maggioranza (una quarantina) sono di nazionalità rumena. Gli altri rappresentano altre quarantadue nazioni sparse in tutto il globo.
Ad aprire uno spiraglio per conoscere un fenomeno rimasto sommerso per anni è stata l'amministrazione comunale che nei giorni scorsi, in collaborazione con l'Università e con alcune associazioni di categoria, ha avviato una ricerca per conoscere quanti sono e come vivono gli immigrati extracomunitari oltre il Brenta.
Il tutto nella prospettiva di attuare forme di intervento che consentano ai lavoratori stranieri di ottenere pari opportunità di trattamento con i connazionali italiani, in termini di contributi ed opportunità abitative. Le notizie, fornite anche grazie all'apporto dato dall'Ufficio Immigrati della Cgil, sono comunque allarmanti. Denunciano situazioni di sfruttamento evidenziano a Cadoneghe la presenza di numerosi rifugi dormitorio per stranieri. Basta dare un'occhiata ai prezzi delle stanze date in affitto dai residenti. Che affittano agli stranieri in cambio anche di 450 mila lire a persona.
" In queste situazioni - fanno sapere i lavoratori stranieri - mandare soldi a casa o ricongiungere i nuclei familiari diventa impossibile". L'amministrazione comunale, che ha già provveduto ad assegnare due alloggi popolari a stranieri in graduatoria, intende aprire uno sportello di consulenza per gli immigrati allo scopo di fornire assistenza utile in materia di abitazione, scuola e forme di tutela sociale.

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8 luglio 2000 "IL MATTINO DI PADOVA"

Cadoneghe. Incontro per trovare soluzioni
Lavoratori immigrati ancora senza alloggio

CADONEGHE. Gli assessorati all'Istruzione, alla Cultura e all'Emergenza Abitativa, hanno promosso un'importante iniziativa di dialogo con gli extracomunitari residenti o lavoratori nelle aziende del territorio. L'altra sera, in un incontro tenuto in municipio, si è discusso dei problemi legati all'accoglienza dei lavoratori stranieri (tra cui predomina l'emergenza abitativa) e dei possibili percorsi da attuare per agevolare il loro inserimento nelle comunità locali. L'incontro è stato organizzato in collaborazione con l'Ufficio Lavoratori Immigrati della Cgil e con l'Università, nell'ambito degli stage previsti a conclusione del Corso di Perfezionamento in Studi Interculturali partito quest'anno nella Facoltà di Lettere. All'appuntamento hanno preso parte una cinquantina di immigrati, Marina Clementi (Ufficio Lavoratori Immigrati della Cgil) e i responsabili della filiale Adecco (società di fornitura di lavoro temporaneo) di Cadoneghe, da alcuni anni molto sensibili alle nuove realtà etnico-culturali presenti nel territorio. Il messaggio dell'assessore all'Istruzione e all'Emergenza Abitativa Lucio Costa, è chiaro: "Nonostante si parli spesso d'immigrazione, ciò avviene per lo più in riferimento a episodi di criminalità, mentre la realtà diffusa è meno sensazionalistica e decisamente più positiva. Gli immigrati extracomunitari, dotati nella maggior parte dei casi di un grado d'istruzione medio-alto, costituiscono una risorsa molto importante per le aziende venete: sono proprio le associazioni imprenditoriali a insistere con le istituzioni affinché queste si dotino delle misure necessarie per rendere più semplice e veloce l'inserimento di questi lavoratori". Un rapido censimento dei soli residenti nel territorio comunale permette di scoprire che sono ben 41 le nazionalità presenti, tra cui predominano quelle mitteleuropee. Il fenomeno si allarga a macchia d'olio e per studiare le modalità d'intervento più opportune, entro l'estate verrà aperto in Comune un ufficio di accoglienza per gli immigrati. Oltre a ciò, continua Costa, "a settembre faremo un incontro con gli imprenditori e le associazioni pubbliche per risolvere il problema degli alloggi", mentre fra due anni saranno pronti 39 nuovi appartamenti di edilizia pubblica a disposizione delle famiglie economicamente più bisognose che hanno fatto domanda di affitto o acquisto. Intanto si fanno sempre più numerosi gli extracomunitari che da più di sette anni lavorano nell'entroterra industriale padovano, costretti ancora a dormire in sei in una stanza. " Noi facciamo domanda ogni anno per avere un alloggio in affitto, ma o è troppo caro, o non ci viene concesso per altri motivi. E intanto siamo costretti a vivere in condizioni pietose", spiegano all'unisono. La situazione si fa sempre più difficile e il questionario distribuito nel corso dell'incontro serve a valutare problematiche ed esigenze dei nuovi utenti in rapporto all'offerta dei servizi comunali. (ma.nar.)

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