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ARGOMENTI

 Immigrazione: fatti di cronaca

pallino.gif La "lucciola" rapinata: torna in libertà il romeno - Il Gazzettino 19 settembre 2000

pallino.gif Non fu rapina. Rumeno scarcerato - Il Mattino di Padova 19 settembre 2000

pallino.gif Rapina la lucciola, preso dai carabinieri - Il Gazzettino 18 settembre 2000

pallino.gif Bliz nel casolare dei clandestini - Il Gazzettino 15 settembre 2000

pallino.gif Clandestini al lavoro in officina e nella cava - Il Gazzettino 28 luglio 2000

pallino.gif Lavoro nero in un'azienda di Cadoneghe - Il Gazzettino 28 luglio 2000

pallino.gif Il cane fa scappare i tre ladri - Il Mattino di Padova 6 luglio 2000

pallino.gif Trovato baby-ladro rumeno - Il Mattino di Padova 2 luglio 2000

pallino.gif Scopre un albanese in casa - Il Mattino di Padova 2 luglio 2000

pallino.gif Blitz nei casolari dei clandestini - Il Gazzettino 2 luglio 2000

pallino.gif Ladro messo in fuga dalla padrona di casa. Preso dai Carabinieri - Il Gazzettino 2 luglio 2000


19 settembre 2000 "IL GAZZETTINO"

La "lucciola" rapinata: torna in libertà il romeno

È stato rimesso in libertà ieri mattina il venticinquenne romeno residente a Cadoneghe arrestato dai carabinieri con l'accusa di avere rapinato una "lucciola" nigeriana. Dagli atti inviati dagli investigatori dell'Arma al sostituto procuratore Antonino Cappelleri non emergono gli elementi del reato che giustifichino il provvedimento restrittivo della libertà personale. Il giovane si era appartato con la prostituta. Dopo la prestazione sessuale era nata una discussione sul prezzo, degenerata in litigio. Il romeno avrebbe picchiato la donna e le avrebbe anche strappato la borsetta. Quindi aveva costretto la nigeriana a scendere dall'auto, una Fiat Tipo. L'immediata segnalazione ai carabinieri aveva messo una pattuglia sulle tracce dell'immigrato. Nella fuga, però, il giovanotto era andato a sbattere contro una recinzione in Corso Stati Uniti. Ripartito con la carrozzeria ammaccata, aveva continuato a vagare per la città finchè alle tre e mezza della notte era stato bloccato da un'altra pattuglia della Radiomobile.

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19 settembre 2000 "IL MATTINO DI PADOVA"

Non fu rapina. Rumeno scarcerato>

CADONEGHE. Scarcerato il cliente rumeno arrestato per rapina nei confronti di una "lucciola". Il pm Antonino Cappelleri, letto il rapporto dei carabinieri sui fatti, non ha avuto dubbi di sorta: il "cliente" della prostituta andava rimesso subito in libertà, non essendo risultato chiaro se avesse o meno compiuto la rapina che gli veniva attribuita. Sabato sera il rumeno ed un suo amico vanno a prostitute in Zona Industriale su una Fiat Tipo, contattando una ragazza nigeriana di 22 anni. Affare fatto. Ma al momento di saldare il conto un rumeno paga, l'altro no: 50 mila lire risultano troppe per lui. Segue una trattativa al ribasso sfociata in lite. Nel parapiglia sparisce la borsetta della ragazza con 100 mila lire. Il cliente rumeno scappa, ma finisce con l'auto contro un muretto di recinzione di corso Stati Uniti. Poi i carabinieri lo dichiarano in arresto per rapina. Rapina?

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18 settembre 2000 "IL GAZZETTINO"

Rapina la lucciola, preso dai carabinieri

CADONEGHE. Prima la prestazione sessuale, poi la discussione sul pagamento, la lite, le botte, la borsetta strappata con violenza. Con fuga e inseguimento, portato a termine con successo dai carabinieri del nucleo radiomobile di Padova. Un rumeno di 25 anni residente a Cadoneghe è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria per rapina: l'uomo, in compagnia di un connazionale, intorno alle due di ieri notte ha avvicinato in corso Brasile una prostituta nigeriana per una prestazione. Al termine della quale decideva di rifiutare le 50 mila lire di pagamento inizialmente pattuite. Urla, schiaffi e borsetta della donna (con oggetti personali e 100 mila lire in contanti) portata via. La nigeriana, una clandestina di 21 anni, veniva così brutalmente cacciata dall'auto, una Fiat Tipo, dalla quale scendeva anche l'amico dell'aggressore, in evidente disaccordo con lui: non intendeva finire in modo così violento la serata. A questo punto partiva la segnalazione ai carabinieri, una pattuglia si metteva sulle tracce del rumeno. Che, fuggendo a forte velocità, finiva per schiantarsi contro il muretto di recinzione di un'azienda in corso Stati Uniti. Ma non mollava. Ripartito in qualche modo, con la carrozzeria dell'auto semidistrutta, continuava a vagare per la città, finché, alle tre e mezza circa, non veniva intercettato da una pattuglia dell'Arma, allertata tramite la centrale operativa di Prato della Valle. Non è stato così difficile rintracciarlo: alle tre e mezza di notte non ci sono molte Fiat Tipo con la carrozzeria ammaccata che girano per la città. Fine della fuga, dunque, e fermo di polizia giudiziaria per l'uomo: l'accusa è di rapina, per la borsetta della prostituta strappata via con violenza. Delle indagini si occupano i carabinieri della stazione di Ponte di Brenta.

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15 settembre 2000 "IL GAZZETTINO"

All'alba di ieri i carabinieri hanno fatto irruzione in un edificio abbandonato in via Gramsci di proprietà di un arcivescovo. Dodici rumeni sono stati sorpresi
Bliz nel casolare dei clandestini
Recuperata refurtiva per dieci milioni. Compresi pacchi di caffè destinati alla Caritas

CADONEGHE. Blitz dei carabinieri in un casolare occupato da rumeni clandestini. L'operazione ha portato al recupero di refurtiva per oltre dieci milioni di lire. Gli uomini dell'Arma di Vigodarzere, rinforzati dai colleghi del Battaglione di Mestre, sono entrati in azione alle prime luci dell'alba. Gli stranieri sono stati sorpresi nel sonno, tranne un paio che hanno tentato di scappare dalla finestra. Ma l'edificio era circondato e non hanno avuto scampo. Dodici i rumeni controllati e identificati: dieci uomini e due donne. Soltanto uno di loro era in regola con il permesso di soggiorno. Il casolare occupato dagli stranieri è di proprietà di un arcivescovo che vive a Roma. Dalla perquisizione dell'edificio è saltata fuori la refurtiva: vestiti da donna trafugati dal furgone di un ambulante, tre autoradio, due impianti hi-fi completi di lettore cd e casse acustiche, canne da pesca e una quarantina di pacchi di caffè. Tutti e dodici i rumeni sono stati portati in caserma, fotosegnalati e denunciati a piede libero con l'accusa di ricettazione. I clandestini sono stati successivamente accompagnati all'Ufficio stranieri della Questura per le pratiche di espulsione. Mentre i carabinieri erano impegnati a completare gli atti, si è presentato in caserma un uomo che doveva denunciare un furto. Di notte, dal bagagliaio della sua auto, erano spariti proprio i quaranta pacchi di caffè trovati nel casolare. Pacchi di caffè che doveva consegnare alla Caritas.

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28 luglio 2000 "IL GAZZETTINO"

Clandestini al lavoro in officina e nella cava

CADONEGHE. Ancora due casi di impiego di manodopera clandestina scoperti dai carabinieri. Il primo a Cadoneghe il secondo a Montegrotto. I titolari delle attività sono stati denunciati a piede libero. A Cadoneghe i carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro e i loro colleghi della stazione di Vigodarzere hanno effettuato un'ispezione in un'officina meccanica di via del Santo. Al momento dell'intervento hanno sorpreso all'opera un giovane rumeno privo del permesso di soggiorno. Dai successivi accertamenti è emerso che svolgeva le mansioni di operaio apprendista: otto ore al giorno per cinque giorni alla settimana, con una paga di diecimila lire l'ora. Ogni mese, facendo i conti, lo straniero si metteva in tasca un milione e duecentomila lire. Ovviamente in nero. E senza il benchè minimo contributo. Stesso copione a Montegrotto. Gli investigatori del Nucleo ispettorato del lavoro e i militari della stazione di Abano hanno effettuato un controllo in una cava per la lavorazione della trachite in via Valdimandria. In questo caso la manodopera clandestina consisteva in sei albanesi privi del permesso di soggiorno. Il più giovane aveva trentuno anni, il più vecchio quarantasei. Gli accertamenti sono stati scrupolosi. Le infrazioni riscontrate dai carabinieri, oltre all'impiego dei clandestini, hanno riguardato il mancato versamento di contributi e l'irregolarità delle denunce obbligatorie mensili. Un dettagliato rapporto è stato inviato alle autorità competenti.

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28 luglio 2000 "IL MATTINO DI PADOVA"

Controlli dei carabinieri: due rumeni clandestini lavoravano per 10 mila lire l'ora
Lavoro nero in un'azienda di Cadoneghe

CADONEGHE. Lavorava in nero come apprendista alla ditta "Enterprise" di Cadoneghe. Quando i carabinieri di Vigodarzere, l'altra mattina alle 9.15, si sono presentati nel capannone dell'azienda meccanica di via Del Santo il giovane clandestino rumeno aveva addosso la tuta blu e stava lavorando con gli altri operai. Un connazionale era pure nell'officina, ma la sua posizione è ancora al vaglio degli inquirenti. L'imprenditore è stato denunciato per sfruttamento di manodopera clandestina. I due rumeni, infatti, non risultavano assunti dalla "Enterprise", né i loro nomi figuravano nei libri paga e matricola dell'azienda di Cadoneghe. Non sono i primi, né saranno gli ultimi lavoratori in nero scovati dagli inquirenti, impegnati in questi giorni in una serie di controlli insieme ai funzionari dell'Ispettorato del Lavoro di Padova. L'impiego di manodopera clandestina, ovviamente in nero, è abbastanza diffuso tra le aziende del Nordest, soprattutto quelle meccaniche e edili, dove gli extracomunitari sono chiamati a svolgere i lavori più faticosi. Dalle testimonianze raccolte pare che i due stranieri, da un anno in Italia, lavorassero otto ore per cinque giorni alla settimana, ricevendo in nero un salario mensile di circa un milione e 200 mila lire, più o meno diecimila lire l'ora.

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6 luglio 2000 "lL MATTINO DI PADOVA"

Cadoneghe. Nuovo arresto per due albanesi e un moldavo
Il cane fa scappare i tre ladri

CADONEGHE. Due ombre in giardino, il preludio ad un nuovo furto in casa a Cadoneghe. Ma, rispetto a fatti recenti, gli aspiranti ladri (che più volte hanno dato da fare ai carabinieri) non hanno fatto i conti con un cane che ha dato l'allarme e al proprietario che, dopo aver visto i due giovani fuggire e infilarsi nell'auto guidata da un complice, ha tempestivamente chiamato il 112. Così ieri alle 4 i carabinieri della stazione di Vigodarzere sono intervenuti a Cadoneghe dapprima recuperando l'auto poco lontano dall'abitazione presa di mira (rubata a Pontevigodarzere 4 giorni fa), poi rintracciando i tre giovani. Sono stati riconosciuti anche dalle t-shirt (con stampate delle scritte) che indossavano, mezz'ora dopo il fatto. Si tratta di due albanesi e di un moldavo, già pizzicati solo pochi giorni fa.

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2 luglio 2000 "IL MATTINO DI PADOVA"

Trovato baby-ladro rumeno

CADONEGHE. Una settimana fa il baby-ladro rumeno era stato bloccato dai carabinieri, dopo un folle inseguimento sulle strade dei Colli. Il quindicenne, vista la giovanissima età, non era finito in carcere, ma era stato portato in un istituto di accoglienza padovano. Da lì, però, è fuggito dopo nemmeno ventiquattr'ore per tornare nel suo rifugio clandestino di Mejaniga, in via Gramsci, un vecchio casolare abbandonato occupato da un folto gruppo di rumeni. L'altra mattina all'alba i carabinieri di Vigodarzere hanno fatto irruzione in quel covo di ladroni, dove hanno trovato una decina di clandestini rumeni, compreso il quindicenne evaso dall'istituto. In un angolo era ammucchiato il tesoro della banda. C'erano biciclette, videogiochi, apparecchi radio e altra refurtiva, frutto delle incursioni compiute ogni notte da questi malviventi.

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2 luglio 2000 "IL MATTINO DI PADOVA"

Scopre un albanese in casa

CADONEGHE. Aveva fatto una veloce sortita da casa, lasciando aperta una finestra. Il ladro albanese era in agguato, nella stessa via Augusta di Cadoneghe. Al ritorno, dopo pochissimi minuti, la signora ha scorto un giovane scavalcare rapidamente il balcone della sua abitazione e scappare via, sparendo in mezzo al campo di granoturco. Ha chiamato subito i carabinieri di Vigodarzere, dando una precisa descrizione del ladruncolo, più che sufficiente ad «illuminare» il comandante della Stazione, che si è precipitato nel casolare di via Rigotti, dove aveva visto in passato un extracomunitario che aveva proprio quei connotati. Il giovane, un albanese di 20 anni, era ancora lì, pronto a «colpire» nuovamente: la signora l'ha riconosciuto con sicurezza. L'immigrato clandestino è stato denunciato a piede libero per tentato furto, in quanto nell'abitazione di via Augusta non aveva trovato niente da rubare.

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2 luglio 2000 "IL GAZZETTINO"

I controlli hanno riguardato la zona di Mejaniga. Tra i fermati anche un quindicenne rumeno trovato una settimana fa a bordo dell'auto inseguita da una gazzella dell'Arma sul filo dei duecento orari.
Blitz nei casolari dei clandestini
Il ragazzino era già sfuggito dal centro di accoglienza al quale il giudice lo aveva affidato

Cadoneghe. I carabinieri hanno atteso l'alba per entrare in azione. Passati al setaccio due casolari occupati da clandestini. Entrambi gli edifici sono a Meianiga: il primo in via Gramsci, il secondo all'inizio della statale del Santo. Dieci i romeni sorpresi nel sonno. Tra loro anche due minorenni. Il blitz ha portato al sequestro di apparecchi radiofonici, videogiochi, biciclette e bottiglie di liquore. Si tratta quasi certamente di refurtiva. Non appena verrà accertata la provenienza della merce, scatteranno le denunce per ricettazione. I dieci clandestini sono stati portati in Questura per accertamenti. La loro posizione è stata vagliata dall'ufficio stranieri. Uno dei romeni aveva il decreto di espulsione già scaduto ed è stato rispedito in patria, gli altri maggiorenni sono stati invitati a lasciare il territorio italiano entro un paio di settimane. I due minorenni sono stati invece accompagnati in un centro di accoglienza. Uno di loro era già noto agli investigatori dell'Arma. Si tratta del quindicenne che era a bordo della Ford Escort cabrio inseguita una settimana fa dai carabinieri, sul filo dei duecento all'ora, da piazzale Santa Croce fino a Teolo. Anche in quella occasione il ragazzo era stato affidato ad un centro di accoglienza, ma dopo neanche un giorno aveva tagliato la corda.

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2 luglio 2000 "IL GAZZETTINO"

Ladro messo in fuga dalla padrona di casa. Preso dai Carabinieri

CADONEGHE. La padrona di casa lo ha visto scavalcare il balcone e fuggire per i campi. Il ladruncolo è stato acciuffato poco dopo da una pattuglia dei carabinieri. Si tratta di un albanese di vent'anni. Ha rimediato una denuncia per tentato furto.
Tutto è accaduto nel primo pomeriggio di venerdì. La donna, una cinquantaseienne che risiede in via Augusta, si è allontanata per pochi minuti dalla sua abitazione per svolgere una commissione. Lo straniero ne ha subito approfittato per introdursi nella casa passando da una finestra lasciata aperta. Ma l'immediato rientro della proprietario lo ha costretto ad una precipitosa fuga. A mani vuote. Subito sono stati avvertiti i carabinieri di Vigodarzere. E l'albanese è stato rintracciato in un casolare di via Rigotti. La signora non ha avuto dubbi nel riconoscerlo.

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