Si aggrava Guerrino Paolucci: non può essere interrogato
È in fin di vita l'uomo bruciato con l'amica
CADONEGHE. I medici del Centro grandi ustionati cercano di strapparlo alla morte con un delicato intervento chirurgico. Perchè sono disperate le condizioni di Guerrino Paolucci, il cinquantacinquenne di Legnaro, bruciato insieme alla sua compagna da un gruppo di spacciatori nel casolare abbandonato di Cadoneghe . È dalla vigilia di ferragosto che i carabinieri del Nucleo operativo aspettano di interrogarlo, ma le condizioni dell'uomo, che è intubato, vanno peggiorando di giorno in giorno.
Valeria Doro è deceduta il 17 agosto, tre giorni dopo i fatti. Bruciata e accoltellata all'addome, prima di morire la trentunenne è riuscita a raccontare qualche particolare agli investigatori. Ha detto di non conoscere gli aggressori, che quasi sicuramente erano extracomunitari inseriti in un grosso giro di spaccio. La ragazza ha farfugliato ai carabinieri che gli individui erano venuti da Milano per incassare da Paolucci cinquanta milioni di lire. Erano i soldi di una partita di eroina che l'uomo di Legnaro aveva acquistato dagli spacciatori.
La coppia era arrivata in piena notte nel casolare di Cadoneghe a bordo di una vecchia Lancia. Lì c'era l'appuntamento per saldare il conto. Ma Paolucci si sarebbe presentato con le mani in mano. Non aveva nè il denaro, nè l'eroina da restituire agli spacciatori milanesi.
Ad un certo punto della discussione, Valeria Doro era intervenuta per difendere il compagno. E si era beccata una coltellata in pancia. Poi gli individui hanno annaffiato il cinquantacinquenne e la sua compagna con la benzina e li ha incendiati. Erano le tre e mezza del mattino quando l'uomo e la donna hanno suonato all'abitazione di un meccanico che vive in zona. I due si erano strappati di dosso gli abiti e urlavano dal dolore.
Sabato nella chiesa di Mejaniga l'addio all'anziano travolto in ciclomotore
CADONEGHE. Si svolgeranno sabato mattina nella parrocchiale di Mejaniga i funerali di Giancarlo Peruzzo, il pensionato di 63 anni travolto e ucciso da un'auto l'altra sera ai piedi del nuovo cavalcavia in via Maroncelli a Padova.
Manca ancora però il nulla osta dell'autorità giudiziaria: nella mattinata di oggi ci sarà il riconoscimento ufficiale della salma da parte dei familiari. Solo dopo questo adempimento formale ci sarà il via libera per la cerimonia e la sepoltura.
Giancarlo Peruzzo abitava in via Matteotti 33. L'incidente è avvenuto alle 20: il pensionato stava tornando a casa per la cena quando è avvenuto l'impatto con un'auto nei pressi dell'incrocio con via San Pio X. La dinamica del fatto è al vaglio dei carabinieri che hanno sequestrato i mezzi.
L'anziano è stato centrato in pieno dall'auto. L'urto è stato violentissimo. Sia l'uomo che il motorino sono stati trascinati per alcuni metri. Subito sul posto è intervenuta un'ambulanza del Suem, ma le condizioni di Giancarlo Peruzzo sono subito apparse disperati. Poi la corsa verso l'ospedale dove purtroppo l'uomo è giunto cadavere.Ora i carabinieri del Radiomobile stanno cercando testimoni per ricostruire la dinamica dell'incidente.Il conducente della vettura ha dichiarato ai carabinieri di essersi trovato improvvisamente il ciclomotorista nella sua parte di carreggiata. Avrebbe tentato invano di schivarlo, ma la manovra si è rivelata inutile.
A.T.
I Calicanto a Cadoneghe
CADONEGHE. Alle 21 a Cadoneghe , nel Cortile della Chiesa di S. Andrea, nell'ambito di Villeggiando, la rassegna estiva dell'Assessorato alla Cultura della Provincia di Padova, andrà in scena Labirintomare, spettacolo-concerto ideato e diretto da Marcello Chiarenza, con la Compagnia Pantakin da Venezia e il gruppo musicale Calicanto. Labirintomare nasce come spettacolo-evento per far conoscere luoghi difficilmente raggiungibili quali le antiche fortezze veneziane nel Mediterraneo, in particolare quella di Sant'Andrea nell'omonima isola a Venezia. Marcello Chiarenza anima il forte con velieri, meduse, stelle galleggianti, acqua, fuoco e altalene-finestre trasformandolo in un luogo di visioni magiche.
L'incidente è accaduto ieri sera in via Maroncelli a Padova. Giancarlo Peruzzo è morto durante il trasporto all'ospedale
Pensionato in motorino travolto e ucciso da un'auto
CADONEGHE. Tragico incidente stradale ieri sera in via Maroncelli a Padova. Ha perso la vita un pensionato di Cadoneghe , che stava rincasando in sella al suo ciclomotore. La vittima è Giancarlo Peruzzo, settantuno anni, residente in via Matteotti 33. L'anziano è giunto cadavere al pronto soccorso del policlinico.
L'incidente è accaduto ai piedi del nuovo cavalcaferrovia. La dinamica ora è al vaglio dei carabinieri della Radiomobile che sono intervenuti sul posto per i rilievi.
Erano quasi le 20 e Giancarlo Peruzzo in sella al suo motorino si stava dirigendo verso casa. Stando a quello che si è appreso, l'uomo si stava immettendo in via Maroncelli dalla laterale via Pio X. Forse non ha rispettato lo stop. È quello che stanno appurando i carabinieri che presumibilmente dovranno sentire dei testimoni. Fatto sta che appena immessosi in via Maroncelli l'anziano è stato centrato in pieno da un'auto che passava proprio in quel momento.
L'urto è stato violentissimo. La vettura si è trascinata per alcuni metri sia l'uomo che il ciclomotore. L'allarme è stato dato immiediatamente al 118 e sul posto è arrivata un'ambulanza del Suem. Purtroppo le condizioni del pensionato di Cadoneghe sono apparse disperate già ai soccorritori. Non è servita a nulla la disperata corsa dell'autolettiga verso il pronto soccorso. Giancarlo Peruzzo vi è giunto cadavere.
I carabinieri hanno posto sotto sequestro sia il motorino che l'auto investitrice. Il conducente della vettura ha dichiarato ai carabineri di essersi trovato improvvisamente il ciclomotore sulla sua carreggiata. Di aver tentato invano di frenare, ma non è stato possibile evitare l'impatto.
Calcio a 5
A Longarone quadrangolare al Mocellin
La prima uscita stagionale del nuovo Petrarca dà le prime indicazioni all'allenatore Miguel Rodrigo e la prima soddisfazione stagionale al Mocellin Cadoneghe, che si aggiudica ai rigori proprio sui petrarchini il quadrangolare di Longarone che vedeva impegnati domenica scorsa anche Verona e Canottieri Belluno.
Il Petrarca ha perso 2-1 la prima sfida con il Verona per rifarsi a spese del Mocellin 4-3 e vincere nettamente sul Belluno; la finale del quadrangolare ha riproposto di fronte la squadra di Rodrigo e quella di Cadoneghe : buon avvio dei petrarchini che si sono portati sul 2-0, poi la rotazione dei giocatori in campo e i maggiori stimoli del Mocellin hanno portato alla rimonta fino al 3-3 finale; nei rigori ad oltranza è risultato decisivo l'errore di Calmonte.
Non era certamente il risultato finale quello che importava all'allenatore Rodrigo che non ha mai forzato i ritmi dei suoi, dando adeguato spazio a tutti: non sono emersi guai di natura fisica e questo, al momento, è la cosa più importante. Nelle partite disputate è apparso evidente sulle gambe dei giocatori il peso dal lavoro atletico di questi giorni, oltre alle conseguenze della lieve indisposizione che ha colpito la settimana scorsa metà rosa: per questo impossibile valutare le prestazioni dell'attesissimo nuovo spagnolo Francisco Inza. Il bomber Stecchini ha messo a segno alcuni gol da attaccante di razza, ma data la sua stazza è apparso ancora a corto di fiato. La nota più positiva di questa prima sgambata è quella dell'italo brasiliano Cesar Tavoloni che appare motivatissimo, dopo oltre un anno e mezzo di attesa del transfert e le brevi apparizioni con i bianconeri solo negli ultimi play off.La squadra continuerà per tutta la settimana la preparazione a Longarone dove, domenica prossima, giocherà un altro quadrangolare con il Cesena (A2), Altamarca (B) e Canottieri Belluno.
Riccardo Piva
Il colpo è stato messo a segno alla filiale del Credito Cooperativo dell'Alta Padovana, aperta appena sei mesi fa
Rapinatore in banca con il taglierino
Il giovane ha puntato l'arma contro il cassiere, poi è fuggito con un complice. Bottino di due milioni
CADONEGHE. Si è visto puntare un taglierino al volto. A sfilarlo dalla tasca un giovane che, a viso scoperto, era appena entrato nell'istituto di credito. Sotto la minaccia dell'arma il dipendente non ha potuto far altro che consegnare tutto il contante che c'era in quel momento nelle casse degli sportelli, un paio di milioni.
La rapina è stata messa a segno ieri mattina, poco prima delle 11, nella filiale della Banca di Credito Cooperativo dell'Alta Padovana che si trova nella centralissima via Matteotti, vicino al semaforo. La filiale è l'ultima nata della Banca di Credito Cooperativo la cui sede centrale si trova a Campodarsego. La filiale di Cadoneghe ha aperto i battenti appena sei mesi fa, lo scorso febbraio. All'interno dell'istituto lavorano tre persone, direttore compreso. E, ieri mattina, sono stati attimi di paura soprattutto per uno di loro che, all'improvviso, si è visto puntare contro il taglierino. Ad impugnarlo un giovane, dell'apparente età di venticinque-ventisette anni che, con un accento senza alcuna inflessione straniera, ma prettamente locale, lo ha minacciato intimandogli di consegnare l'intero incasso. All'interno si trovavano pure due clienti che, fortunatamente, si erano spostati in un ufficio interno alla filiale stessa e che non hanno visto nulla.
Poco prima delle 11 il ragazzo è entrato nella filiale passando tranquillamente all'interno della "bussola" di accesso il cui metal detector non rileva però la presenza di armi della stregua di un taglierino. Tutto è accaduto in pochi minuti. Il giovane, sopo essersi fatto consegnare i circa due milioni che erano nelle casse, è uscito tranquillamente. Fuori dalla banca ad attenderlo, a bordo di un auto, un complice. I due sono fuggiti dopo essersi calati un berretto in testa. Sul posto per i rilievi sono intervenuti i Carabinieri della stazione di Vigodarzere.
Nicoletta Masetto
Due omicidi e un'overdose sospetta, avvenuti negli ultimi mesi in città, hanno in comune molti elementi. Gli investigatori indagano nella malavita straniera
La legge dello spaccio: il debito di droga si paga con la morte
CADONEGHE. Una o più bande di nord africani dedite allo spaccio, divise probabilmente in gruppi autonomi a più livelli che operano in diverse aree cittadine, composti da elementi disposti a uccidere chiunque sgarri alle regole dettate dal codice non scritto della criminalità organizzata più spietata. Un'ipotesi che prende forma analizzando due omicidi e una morte "sospetta", avvenuti negli ultimi mesi in città. La zona in questione ha i suoi confini tracciati tra il piazzale della stazione ferroviaria e il "ghetto" di via Anelli. Luoghi dove lo spaccio è diventato una di quelle "tradizioni" che attira clienti da ogni parte della regione.
Il labbro spaccato, la faccia tumefatta e qualche livido su braccia e torace. Paolo S., 34 anni, veneziano, è stato trovato morto il 28 aprile sotto il ponte di Ognissanti. La siringa infilata in vena e la sentenza medico legale: overdose. L'uomo aveva avuto un diverbio con dei magrebini che gli dovevano vendere la droga, proprio in via Anelli. La ragazza che era con lui la notte precedente al ritrovamento del cadavere aveva fermato un'ambulanza chiedendo aiuto ai sanitari. Agli infermieri aveva detto che degli stranieri volevano ucciderli entrambi, ma che lei era riuscita a fuggire. Sul posto erano arrivate anche un paio di pattuglie della polizia e carabinieri, ma del veneziano nessuna traccia. Il corpo del trentaquattrenne era stato trovato il giorno seguente.
Il 2 luglio scorso, invece, è toccato a Carmine Genova, 41 anni, di origine napoletana, ma di fatto senza fissa dimora. Anche lui era un tossicodipendente. Il cadavere è stato rinvenuto da alcune zingare nell'area ex Domenichelli di via Sarpi. Secondo l'autopsia l'uomo era stato ammazzato di botte, ucciso con una serie di calci e pugni che gli avevano spappolato il fegato, causandogli una violenta emorragia.
Si passa al 14 agosto. Valeria Doro, 31 anni e il suo convivente Guerrino Paolucci, 55 anni, vengono cosparsi di benzina e incendiati in un casolare di Cadoneghe . La donna che oltre alle ustioni aveva subito anche due coltellate all'addome muore a distanza di qualche giorno dal ricovero. L'uomo, invece, è tuttora ricoverato nel reparto grandi ustionati dell'ospedale di Padova. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la coppia è stata aggredita da almeno un paio di magrebini. Dovevano essere le tre e mezza. La donna prima è stata accoltellata, poi entrambi sono stati cosparsi di benzina. Quindi è bastata la fiamma di un accendino per trasformarli in torce umane.
Tre episodi differenti che hanno in comune alcuni elementi. Paolo S., Carmine Genova e Valeria Doro erano tossicodipendenti abituali. Tutti e tre acquistavano o avevano acquistato la droga tra la zona stazione e via Anelli. Due di loro, la Doro e Paolo S., secondo le testimonianze raccolte dagli investigatori sono stati aggrediti da nord africani. Di Carmine Genova, invece, si sa solamente che faceva uso di droga e che anche lui bazzicava abitualmente tra la stazione e via Anelli. Per quest'ultimo l'ipotesi degli inquirenti è che alla base dell'omicidio ci possa essere stata una questione di droga, magari qualche dose consumata e non pagata. Simile, anche se a un "livello malavitoso" probabilmente più alto, il caso di Valeria Doro, assistita più volte nei pressi della stazione dagli infermieri volontari che ogni notte durante il week end consegnano siringhe ai tossicodipendenti. L'hanno riconosciuta in parecchi quando la sua foto è comparsa sui giornali. Gentile e riconoscente verso chi tentava di aiutarla con qualche tazza di tè e un sorriso. Una volta aveva perfino confidato l'intenzione di farla finita con quella vita, di voler ricominciare. Ma il sogno di Valeria Doro è rimasto tale. Lei e il suo convivente, Guerrino Paolucci, secondo quanto stabilito dagli investigatori, sono stati bruciati per una partita di eroina non pagata.
Un'aggressione che si è trasformata in omicidio dopo la morte della donna. Anche i loro assassini, dalle testimonianze raccolte dai carabinieri, sarebbero nord africani.
Riccardo Tagliapietra
Nel progetto anche servizi pubblici e percorsi pedonali. Critico il Ppi: "Troppo cemento"
Case e parcheggi all'ex Breda
Il piano urbanistico si estende su 90 mila metri. Cambierà il volto della Castagnara e di Mejaniga
CADONEGHE. Muove i primi passi la variante infinita. Il futuro dell'area ex Breda, indicato da più parti come l'intervento urbanistico destinato a cambiare radicalmente il volto della Castagnara e di Meianiga, è stato finalmente presentato in consiglio comunale, rompendo il fitto mistero di un'operazione rimasta per lungo tempo nei cassetti. Era infatti dagli anni '80 che l'area a ridosso del grande complesso industriale in riva al Brenta attendeva di essere ridisegnata. L'allora sindaco Elio Armano ne immaginava la riqualificazione attraverso la costruzione di torri verticali, sul modello del palazzo Gregotti innalzato alla Castagnara. L'ultima versione del piano urbanistico prevede invece 40 mila metri cubi di edificazione, strutturati in edifici alti quattro o cinque piani. Il tutto su un'area di 90 mila metri ad un prezzo di mercato che oscilla sulle 180 mila lire al metro. Il piano proposto dall'amministrazione intende realizzare una sorta di cerniera urbanistica fra l'area residenziale della Castagnara a ridosso del Muson e gli spazi del vecchio opificio, vicino all'argine del Brenta. L'ex Breda, oltre ad ospitare complessi abitativi, sarà attraversata da un percorso pedonale destinato a collegare i nuovi nuclei edilizi al corso d'acqua. La sede della vecchia fabbrica, una delle più vecchie del Veneto, sarà in parte recuperata e destinata ad uso pubblico. L'area ex Breda servirà infine a colmare la fame di parcheggi. Il nuovo piano concede infatti un aumento del 15\% della densità edificatoria in cambio della cessione di aree destinate a servizi pubblici. La via d'accesso al nuovo quartiere residenziale sarà l'attuale via Bordin, con possibilità di collegamento pedonale e veicolare con le altre strade vicine. Il taglio dato all'operazione rimane insomma prettamente residenziale. Sarà dunque l'ex Breda a dinamizzare l'intero mercato immobiliare della zona. Se i costruttori e gli operatori d'affari sorridono, nella maggioranza politica alcuni hanno storto il naso. In particolare i Popolari della lista del "Ponte", ancora una volta critici nei confronti dei compagni di governo. "Da un'operazione che ha richiesto anni di studio - ha infatti commentato il vicesindaco del Ponte, Mirco Gastaldon - mi sarei aspettato più lungimiranza. L'ex Breda avrebbe dovuto offrire spazi pubblici e servizi. Vi sorgeranno solo case. Il rispetto per la storia del paese richiedeva molto di più di una grande colata di cemento".
Lucio Piva
IL CONVIVENTE Appeso a un filo il destino di Paolucci, migliora invece lo zio
È appeso ad un filo il destino di Guerrino Paolucci, il cinquantacinquenne vittima del grave attentato incendiario di lunedì scorso che ha avuto per teatro un casolare abbandonato di via Silvestri, a Cadoneghe.
L'uomo sta lottando tra la vita e la morte nel reparto grandi ustionati del Policlinico. Le sue condizioni appaiono disperate anche se la forte fibra gli ha permesso di resistere una settimana. Paolucci è stato dilaniato da ustioni di primo e secondo grado su oltre il 70 per cento del corpo.
Non è stata invece ancora fissata la data dei funerali della convivente, la trentunenne Valeria Doro, cui gli aggressori hanno riservato un trattamento ancora peggiore. La ragazza è stata accoltellata e cosparsa di benzina. Poi le hanno appiccato il fuoco. Valeria Doro è spirata nelle prime ore di venerdì al Centro grandi ustionati del Policlinico tra atroci sofferenze.
Anche la giovane aveva il corpo martoriato da numerose scottature di primo e secondo grado. L'estremo saluto alla giovane avverrà con tutta probabilità nella chiesa parrocchiale di Volpago del Montello, il paese del trevigiano di cui era originaria. Si attende soltanto il rilascio del nulla osta da parte dell'autorità giudiziaria.
Dovrebbe infine rientrare a casa giovedì o venerdì prossimi Italiano Cerato (nella foto a sinistra), l'anziano zio di Paolucci che ospitava la coppia nella sua abitazione colonica di via Montegrappa. Il vecchietto era stato ricoverato al reparto di geriatria dell'ospedale di Piove di Sacco poche ore dopo l'attentato. Carabinieri e vigili urbani l'avevano trovato in pessime condizioni. Sporco e denutrito, viveva in uno stato di totale abbandono. Impegnati nei loro loschi traffici, il nipote e la convivente si dimenticavano persino di preparargli un pasto caldo. Cerato non vede l'ora di rientrare a casa. Ha già rifiutato il trasferimento in casa di riposo. Sabato scorso il Comune ha fatto eseguire dei lavori di pulizia e disinfestazione nell'alloggio dell'anziano. Italiano Cerato verrà assistito da un'operatrice domiciliare per la spesa, le pulizie e la somministrazione dei pasti.
Luca Ingegneri
Mentre dall'analisi del lenzuolo in cui è stata avvolta la vittima si cercano tracce dell'assassino della postina, per un altro delitto si aprono spiragli
CADONEGHE. Cinquanta milioni di eroina non pagati. Questa volta Guerrino Paolucci, spacciatore di poco conto, voleva fare sul serio. Aveva deciso di mettere a segno il colpo della sua vita. Basta elemosinare a destra e a manca. Bisognava fare un salto di qualità. Ma sulla sua strada ha incontrato trafficanti di droga senza scrupoli. Forse individui extracomunitari che non sono disposti a perdonare nulla. Valeria Doro e Guerrino Paolucci sono stati bruciati per una partita di eroina non pagata. Sta venendo lentamente a galla la verità sull'aggressione avvenuta la notte tra il 13 e il 14 agosto scorsi nel casolare abbandonato di Cadoneghe . Un'aggressione che si è trasformata in omicidio dopo la morte di Valeria Doro, deceduta nel giorni scorsi nel Centro gradi ustionati del Policlinico. Mentre sono ancora gravi le condizioni di Paolucci, cinquantacinquenne, che sta lottando tra la vita e la morte del Centro grandi ustionati.
Assassini senza un volto
Maria José Olivastri, la sindacalista trovata morta in un fossato a Due Carrare e Valeria Doro, arsa viva da alcuni extracomunitari rimangono le vittime di due omicidi senza colpevoli. I loro assassini sono tutt'ora in circolazione, mischiati probabilmente tra la gente comune.
Italiano Cerato, l'anziano zio del cinquantacinquenne incendiato nel casolare di Cadoneghe, dovrebbe lasciare l'ospedale di Piove a metà settimana
Italiano Cerato, l'anziano zio del cinquantacinquenne incendiato nel casolare di Cadoneghe, dovrebbe lasciare l'ospedale di Piove a metà settimana
LEGNARO. Permangono gravissime le condizioni di Guerrino Paolucci, il cinquantacinquenne vittima del grave attentato incendiario consumato da ignoti in un casolare abbandonato di Cadoneghe . L'uomo lamenta bruciature di primo e secondo grado su oltre il 70 per cento del corpo. Il personale sanitario del Centro grandi ustionati del Policlinico sta facendo l'impossibile per salvarlo, ma il quadro clinico dell'uomo appare disperato. Finora il cinquantacinquenne non ha potuto fornire agli investigatori alcuna indicazione sull'identità dei magrebini che hanno accoltellato ed incendiato la sua convivente Valeria Doro, morta l'altro ieri in ospedale, riservandogli poi un identico trattamento. Paolucci è intubato e non riesce a parlare. Secondo i carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Bruno Cherchi, la coppia avrebbe pagato a caro prezzo uno sgarro maturato nell'ambito del traffico di sostanze stupefacenti.
IL CALENDARIO DELLA B
CADONEGHE. Partirà da Merano la rincorsa del Mocellin alla serie A2, un obiettivo che da cinque anni ormai sfugge alla formazione di Cadoneghe : un cammino che inizierà il 13 ottobre per concludersi il 13 aprile, con l'eventuale coda dei play off. La promozione sarà immediata per la vincitrice del girone, seconda e terza dovranno passare attraverso una serie di spareggi incrociati e poi con la 10. 11. e 12. dei gironi di A2. Questo è il calendario completo. 1. giornata (andata: 13/10/2001 ritorno: 19/01/2002) Merano-Mocellin, Manzano-Ambroveneto Vicenza, Dese-Altamarca Montebelluna, Reggio Emilia-Bologna, Gradese-S. Michele Prato, S. Lazzaro Bologna-Pomarolo Trento. 2. giornata (andata: 20/10/2001 ritorno: 26/01/2002) Altamarca-Merano, Ambroveneto-S. Lazzaro Bologna, Bologna-Dese, Mocellin-Reggio Emilia, Pomarolo-Gradese, S. Michele Prato-Manzano. 3. giornata (andata: 27/10/2001 ritorno: 02/02/2002) Altamarca-Bologna, Merano-Pomarolo, Dese-Mocellin, Reggio Emilia-S. Michele Prato, Gradese-Ambroveneto, S. Lazzaro Bologna-Manzano. 4. giornata (andata: 03/11/2001 ritorno: 09/02/2002) Ambroveneto-Merano, Bologna-S. Lazzaro Bologna, Mocellin-Gradese, Manzano-Reggio Emilia, Pomarolo-Dese, S. Michele Prato-Altamarca. 5. giornata (andata: 10/11/2001 ritorno: 16/02/2002) Altamarca-Pomarolo, Merano-Manzano, Mocellin-Bologna, Dese-S. Michele Prato, Reggio Emilia-Ambroveneto, S. Lazzaro Bologna-Gradese. 6. giornata (andata: 17/11/2001 ritorno: 23/02/2002) Ambroveneto-Mocellin, Manzano-Bologna, Reggio Emilia-Merano, Gradese-Dese, Pomarolo-S. Michele Prato, S. Lazzaro Bologna-Altamarca. 7. giornata (andata: 24/11/2001 ritorno: 09/03/2002) Altamarca-Gradese, Bologna-Merano, Mocellin-S. Lazzaro Bologna, Dese-Reggio Emilia, Pomarolo-Manzano, S. Michele Prato-Ambroveneto. 8. giornata (andata: 08/12/2001 ritorno: 16/03/2002) Ambroveneto-Altamarca, Merano-S. Michele Prato, Manzano-Mocellin, Reggio Emilia-Pomarolo, Gradese-Bologna, S. Lazzaro Bologna-Dese. 9. giornata (andata: 15/12/2001 ritorno: 23/03/2002) Altamarca-Reggio Emilia, Bologna-Ambroveneto, Dese-Manzano, Gradese-Merano, Pomarolo-Mocellin, S. Michele Prato-S. Lazzaro Bologna. 10. giornata (andata: 05/01/2002 ritorno: 06/04/2002) Ambroveneto-Dese, Bologna-Pomarolo, Merano-S. Lazzaro Bologna, Mocellin-S. Michele Prato, Manzano-Altamarca, Reggio Emilia-Gradese. 11. giornata (andata: 12/01/2002 ritorno: 13/04/2002 ) Altamarca-Mocellin, Dese-Merano, Gradese-Manzano, Pomarolo-Ambroveneto, S. Michele Prato-Bologna, S. Lazzaro Bologna- Reggio Emilia.
CALCIO A 5
CADONEGHE. A mercato pressoché chiuso il Mocellin Cadoneghe ha messo a segno il colpo grosso, ingaggiando dall'Arzignano Grifo l'attaccante Andrea Baldan.L'annuncio arriva un po' a sorpresa e pone immediatamente il quintetto di Cadoneghe in pole position per il campionato cadetto: Baldan, infatti, è la ciliegina sulla torta di un consistente rafforzamento che ha visto arrivare a Cadoneghe sempre da Arzignano Stefano Agostini, Stefano Frizziero e Enrico Donato e dall'Altamarca il giovane portiere Micirillo di cui si parla un gran bene.
Valeria Doro è deceduta ieri nel Centro grandi ustionati del Policlinico. Ai carabinieri non è riuscita a fare i nomi degli aggressori
PADOVA. Valeria Doro non ce l'ha fatta. È morta ieri mattina la trentaduenne di Legnaro, accoltellata e bruciata viva assieme al suo compagno, il 14 agosto in un casolare abbandonato di Cadoneghe . Era ricoverata nel Centro grandi ustionati del Policlinico. E sono sempre gravi le condizioni del suo uomo, Guerrino Paolucci, cinquantacinquenne, pure lui noto agli inquirenti, che sta lottando tra la vita e la morte ai grandi ustionati. Paolucci è intubato e non riesce a parlare. Prima di morire Valeria Doro era riuscita a rispondere a fatica alle domande dei carabinieri. Aveva detto che ad accoltellarla e a dar fuoco a lei e al suo compagno era stato un uomo. Una persona che non conosceva. Forse è stata reticente. Niente da fare, nessun indizio sull'autore, o gli autori, dell'atroce aggressione.
Dopo quattro campionati di serie ...
CADONEGHE. Dopo quattro campionati di serie B cominciati con tante illusioni e terminati con altrettanti rimpianti, il Mocellin Cadoneghe si ripresenta ai nastri di partenza con l'intatta voglia di vincere, ma con grandi novità nel proprio organico, sperando che questo sia finalmente l'anno buono.
LA TESTIMONIANZA
CADONEGHE. "Lei era completamente nuda, aveva solo le scarpe. L'uomo invece indossava ancora i pantaloni. Erano ustionati dappertutto, urlavano e chiedevano di chiamare l'ambulanza". Valerio Zanon, quarantenne meccanico, abita con la moglie e una figlia a pochi passi dal casolare abbandonato di via Silvestri, proprio al confine tra i comuni di Cadoneghe e Vigonza. Ieri notte è stato il primo a prestare soccorso a Guerrino Paolucci e Valeria Doro. "Avevano i capelli bruciati - dice - mi hanno detto che qualcuno gli aveva rubato l'auto, i soldi e gettato addosso della benzina".
Lei trentunenne, lui cinquantacinquenne, già noti ai carabinieri, sono stati aggrediti da alcuni magrebini in un casolare abbandonato
CADONEGHE. Li hanno cosparsi di benzina e poi incendiati. Stanno lottando contro la morte nel reparto grandi ustionati dell'ospedale di Padova. La donna è Valeria Doro, trentunenne, sulle spalle già un arresto per spaccio di stupefacenti. Oltre alle ustioni ha rimediato anche una coltellata all'addome. L'uomo è il suo convivente, Guerrino Paolucci, cinquantacinquenne, pure lui già arrestato per favoreggiamento della prostituzione. Secondo i carabinieri la coppia - che è domiciliata a Legnaro nell'abitazione di un anziano zio - ha avuto la peggio in un diverbio con alcuni magrebini nato forse per questioni di droga. È accaduto la scorsa notte, a Cadoneghe , in un casolare abbandonato di via Silvestri.
Allagamenti e alberi abbattuti
CADONEGHE. Agricoltori ed automobilisti in ginocchio dopo venti minuti d'Apocalisse. Sono stati infatti i raccolti e le carrozzerie le principali vittime della furiosa grandinata abbattutasi l'altra sera alle porte di Padova. Molto colpita la frazione di Bagnoli a Cadoneghe , dove si sono contate a decina gli alberi abbattuti dalla forza del vento.
Violenta grandinata: danni e allagamenti
CADONEGHE. Una violenta grandinata si è abbattuta ieri sera sulla zona di Cadoneghe , Pontevigodarzere, Isola di Torre e Torre. Sul posto sono dovute intervenire diverse squadre dei Vigili del Fuoco, soprattutto per liberare le strade dai tronchi d'albero che le rendevano impraticabili. La grandine, i fulmini e il vento si sono scatenati e in pochi istanti, hanno abbattuto numerose piante e alberi e hanno anche tranciato alcuni cavi Enel.
Sfuma per la parrocchia di Meianiga il progetto di ammodernare l'asilo e la canonica dopo la richiesta del Comune
CADONEGHE. Sfuma ancor prima di nascere il sogno cullato dalla parrocchia di Meianiga di ammodernare l'asilo, la canonica ed il centro parrocchiale. E di poter inoltre investire qualche altro centinaio di milioni per poter acquistare nuove aree da destinare alle attività pastorali e ricreative.Qualche mese fa il comitato per gli affari economici della parrocchia di Meianiga, aveva studiato l'opportunità di trasferire una cubatura edificabile attigua all'attuale asilo in una zona ubicata fra via Pascoli e via Gramsci rilevata da privati. L'operazione avrebbe consentito di ricavare circa mezzo miliardo da destinare ai propri progetti. Tanto che la parrocchia aveva già avviato un preliminare con la società proprietaria dell'area di trasferimento. Bastava a quel punto solo l'approvazione del consiglio comunale, che avrebbe incluso l'operazione nell'ambito del più generale piano particolareggiato della zona interessata. Il sogno della parrocchia è sfumato proprio dall'esito della discussione in assise politica.
Finalmente sono partiti i lavori di ristrutturazione al vecchio manufatto. Era dalla fine del secondo conflitto mondiale che nulla veniva fatto
CADONEGHE. Era ora. Non hanno aggiunto altri commenti gli abitanti della Castagnara accogliendo gli operai dell'Anas, che hanno finalmente iniziato, ieri mattina, la ristrutturazione del ponte sul Muson dei Sassi. Il manufatto ne aveva proprio bisogno. Dal giorno in cui vi transitarono i mezzi alleati alla fine della seconda guerra mondiale, il ponte non aveva più visto alcuna manutenzione. Diventando nel corso del tempo quel pertugio stretto e sempre più intasato dal passaggio di migliaia di mezzi pesanti che si immettono sulla vecchia statale del Santo.
Valeria ha confessato prima di morire
La donna uccisa con il fuoco ha parlato: lei e il compagno sono stati bruciati per 50 milioni di droga non pagati
20 agosto 2001 "IL GAZZETTINO"
Per Maria José Olivastri l'inchiesta coordinata dal pubblico ministero Bruno Cherchi continua con le testimonianze di amici e conoscenti della donna che in questi giorni si stanno presentando alla caserma dei carabinieri di Prato della Valle, nel tentativo di ricostruire gli ultimi passaggi della vita della postina. Si attendono anche gli esiti definitivi della perizia medico legale condotta dal professor Santo Davide Ferrara.
Diverse, invece, le indagini per venire a capo di un altro omicidio, quello di Valeria Doro, bruciata con il suo convivente Guerrino Paolucci (quest'ultimo versa ancora in gravi condizioni) in una casa abbandonata di Cadoneghe . Gli investigatori stanno indagando negli ambienti della prostituzione e del traffico di droga. Secondo gli inquirenti, alla base del gesto ci potrebbe essere stato un maldestro tentativo di intimidazione, finito male, di qualche spacciatore. Ma non è esclusa l'ipotesi della vendetta. Ad appiccare le fiamme ai due italiani potrebbero essere stati anche gli emissari di qualche banda straniera che opera in città.
R.T.
19 agosto 2001 "IL GAZZETTINO"
"Voglio tornare a casa, non andrò al ricovero"
Sono invece in netto miglioramento le condizioni di Italiano Cerato, l'anziano zio di Paolucci, soccorso da carabinieri e personale dei Servizi sociali del Comune nella vecchia casa colonica di via Montegrappa a poche ore dall'attentato. Il vecchietto, attualmente ricoverato nel reparto di Geriatria dell'ospedale di Piove di Sacco, ha ricevuto ieri mattina la visita del sindaco. "L'ho trovato in buone condizioni - riferisce Giovanni Bettini - e mi ha ribadito la sua intenzione di tornare a casa al più presto". Cerato dovrebbe essere dimesso a metà della prossima settimana. Ha fatto sapere al primo cittadino di non essere disposto a trasferirsi in casa di riposo. Vuole dimenticare le angherie e i soprus nella quiete di casa sua. Il Comune gli affiancherà un'assistente domiciliare per la spesa, le pulizie e la preparazione dei pasti. E ieri è stata fatta la prima disinfestazione dell'alloggio e del giardino.
Luca Ingegneri
19 agosto 2001 "IL GAZZETTINO"
La squadra di Cadoneghe debutta a Merano
19 agosto 2001 "IL GAZZETTINO"
Mocellin, colpo grosso: preso Baldan
Baldan è personaggio molto noto nel panorama calcettistico padovano, per aver militato tante stagioni al Petrarca. Anche se non ha ancora trent'anni (li compirà a dicembre), è sulla ribalta da una dozzina di stagioni: conobbe il calcetto nel Match Patrol Dolo, passò nel 1993 alla corte di Pieruz per maturare e diventare una delle colonne del Petrarca; contribuì alla promozione in serie A del quintetto guidato da Rendina nel 1997, ma alla fine della stagione successiva preferì accogliere le offerte dell'Arzignano Grifo. Nei tre campionati con i vicentini ha segnato 98 gol (35, 28 e 35), conquistando al primo anno promozione in A2 e Coppa Italia e arrivando l'anno scorso fino allo spareggio per la promozione in A1.
Adesso ha accettato di scendere di categoria, per cercare di vincere per la terza volta con una terza maglia diversa il campionato di serie B. A Cadoneghe ritroverà, fra l'altro, una buona fetta di quel Petrarca di Rendina con cui conquistò la serie A: Frizziero, Agostini e Mirko Daniele. Ma nel nuovo Mocellin che si lancia per la conquista della A2 di ex petrarchini ce ne sono degli altri, a cominciare dall'allenatore Andrea Manta (capitano bianconero degli esordi), per proseguire con Maci Gasparini (anche se la sua permanenza fra i bianconeri durò poche settimane) e il dirigente Sergio Paglianti.
Riccardo Piva
18 agosto 2001 "IL GAZZETTINO"
È morta la giovane accoltellata e bruciata
Sono disperate le condizioni di Guerrino Paolucci anch'egli trasformato in torcia umana nel casolare di Cadoneghe
Adesso è un omicidio. La segnalazione del decesso è stata trasmessa ieri mattina al pubblico ministero Bruno Cherchi, che coordina il lavoro dei carabinieri. Un delitto forse maturato nel mondo dello spaccio di stupefacenti. Qualche dose di eroina non pagata agli spacciatori extracomunitari, disposti anche ad uccidere pur di lavare l'onta di uno sgarro. Secondo i carabinieri, gli aggressori erano almeno in due. Ecco perchè ritengono che la ragazza sia stata reticente quando hanno tentato di interrogarla.
Il fatto è accaduto in un casolare abbandonato in via Silvestri a Cadoneghe . Paolucci e la Doro erano arrivati in zona con la loro vecchia Lancia. Era notte fonda. Cos'è accaduto? Forse dovevano portare dei soldi per pagare la droga e non li hanno portati. Forse volevano altra droga e hanno cercato di raggirare i loro interlocutori. Fatto sta che gli aggressori, extracomunitari o italiani che siano, se la sono presa subito con la ragazza. Le hanno sferrato una coltellata all'addome. Poi l'hanno annaffiata di benzina. Lo stesso è avvenuto per Guerrino Paolucci. Poi è bastato un accendino per trasformarli in torce umane. Sono stati loro due a chiedere aiuto ad un vicino. Erano le tre e mezza del mattino. La ragazza si era strappata i vestiti di dosso e urlava da far paura. Lo stesso Paolucci aveva il corpo pieno di ustioni. Entrambi avevano precedenti. Valeria Doro era stata arrestata con l'accusa di spaccio. Paolucci per sfruttamento della prostituzione della sua compagna.
L.L.
15 agosto 2001 "IL GAZZETTINO"
Il presidente Andrea Rossanese e i suoi collaboratori si sono dati da fare quest'estate e non hanno lesinato sacrifici per allestire una formazione vincente, cominciando dall'allenatore: salutato con qualche dispiacere il veronese Marco Langè, la panchina è stata affidata ad una vecchia conoscenza, l'ex capitano Andrea Manta, che già curava l'under 21 del Mocellin.
La rosa, che conferma i giovani Gasparini e Drago e i più esperti Piazza, Daniele e Cirpi, è stata rinforzata da tre arrivi eccellenti dall'Arzignano di A2: si tratta dell'attaccante Enrico Donato, dell'estremo Stefano Agostini e dell'universale Stefano Frizziero, una vecchia conoscenza del calcio a cinque padovano per aver militato diversi anni nel Petrarca; altro acquisto su cui il Mocellin conta molto è quello del giovane portiere Andrea Micirilli che con l'Altamarca ha conquistato la promozione in serie B. Hanno invece lasciato Cadoneghe Cappellato ed Esposito, rientrati a Verona, Simonetto passato all'Altamarca e Toppani andato a difendere la porta del Ponte S. Nicolò in C1.
Il raduno è fissato per il 22 agosto con la preparazione come sempre al palasport Olaf Palme. "Cerchiamo di tenere sempre i piedi per terra, però si respira in società un'aria di euforia, speriamo di mantenerla costante per tutta la stagione" commenta il d.g. Fabio Ferrari.Sui possibili rivali del Mocellin nella corsa alla A2 le insidie potrebbero arrivare dal S. Michele Prato (che però ha rinnovato molto l'organico) dal Dese che ha mantenuto invece compatto il gruppo, ma anche dall'Altamarca, neopromossa spinta da progetti ambiziosi.
Riccardo Piva
15 agosto 2001 "IL GAZZETTINO"
Il vicino di casa che è arrivato per primo: "È stato terribile, avevano i capelli bruciati"
Alle tre e mezza Zanon ha sentito suonare il campanello di casa. "All'inizio ero spaventato, temevo fosse un malintenzionato. Poi mi sono fatto coraggio e ho aperto", ha spiegato. Davanti agli occhi il meccanico si è trovato una scena raccapricciante. Sdraiata a terra c'era la donna, completamente nuda e piena di bruciature. In piedi accanto a lei Guerrino Paolucci, anche lui con visibili ustioni sul torace e sulle braccia.
Il casolare dista appena un centinaio di metri dalla casa di Zanon. È li che le vittime del tentato omicidio sono state aggredite. Una vecchia fattoria a due piani abbandonata da anni, dove spesso trovano rifugio disperati e clandestini. Porte e finestre sono murate, ma una delle pareti esterne è stata squarciata a colpi di piccone. Al piano terra ci sono quattro locali, uno puzza ancora di bruciato. Sopra ci sono altre tre stanze. A terra c'è una rete metallica ricoperta con degli stracci. Sparsi sul pavimento dei vestiti e qualche borsa. Tutto intorno sporcizia, bottiglie di plastica, un telaio di motorino, un paio di biciclette e rifiuti di ogni genere.
"Sono uscita di casa quando mio cognato mi ha svegliato", racconta un'ottantenne vicina di casa di Zanon. "Li ho sentiti urlare e chiedere dell'acqua. Era impressionante vederli a terra in quelle condizioni. Questa zona? Solitamente è tranquilla, certo qualche movimento ogni tanto c'è, ma una cosa simile non l'avevamo mai vista".
Riccardo Tagliapietra
15 agosto 2001 "IL GAZZETTINO"
Cosparsi di benzina e trasformati in torce
La donna è stata anche accoltellata. Sono riusciti a strapparsi i vestiti e a chiedere soccorso. Sono in prognosi riservata
Guerrino Paolucci e Valeria Doro erano arrivati fin lì con la loro vecchia Lancia. A fare cosa gli investigatori devono ancora accertarlo, anche se è facile intuirlo. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la coppia è stata aggredita da almeno un paio di magrebini. Dovevano essere le tre e mezza. La donna prima è stata accoltellata, poi entrambi sono stati cosparsi di benzina. Quindi è bastata la fiamma di un accendino per trasformarli in torce umane. Gli aggressori si sono dati alla fuga. I malcapitati sono riusciti con grande fatica a strapparsi i vestiti di dosso. Hanno riportato vaste ustioni agli arti e al tronco. Doloranti hanno chiesto soccorso agli abitanti di una casa vicina. Immediato l'intervento dell'ambulanza del Suem. Quando i carabinieri di Vigodarzere sono giunti sul posto, al pianterreno del rustico ardevano ancora qua e là focolai su vecchie masserizie. Una scia nerastra arrivava sino all'esterno della catapecchia dove è stata rinvenuta una tanichetta contenente residui di liquido infiammabile. Ricoverati all'ospedale con prognosi riservata, non è stato per ora possibile interrogare le vittime per identificare gli aggressori, nei confronti dei quali si profila l'accusa di tentato omicidio.
Giusto un anno fa Valeria Doro era stata arrestata dai carabinieri in via Anelli. Gli investigatori, armati di visori ad infrarossi, l'avevano vista passare mezzo grammo di eroina ad un tossicodipendente veneziano. Processata per direttissima, se l'era cavata patteggiando sei mesi di reclusione con l'obbligo di dimora a Legnaro. Ma un mese dopo era toccato a Guerrino Paolucci finire in manette: i carabinieri lo avevano arrestato dietro il tribunale mentre controllava la convivente che si prostituiva.
11 agosto 2001 "IL GAZZETTINO"
I Vigili del Fuoco di Padova hanno dovuto intervenire in via Gramsci, via Lauro e via Pontarola per poter ripristinare la circolazione bloccata da tronchi e grossi rami crollati sull'asfalto. In via Silvestri una pianta alta oltre 20 metri si è abbattuta sulla strada travolgendo le linee elettriche. La zona è rimasta al buio per diverse ore. Stessa sorte è toccata alle linee telefoniche, rimaste per lungo tempo in tilt. A Vigodarzere il nubifragio ha provocato l'allagamento del sottopasso ferroviario. Sotto acqua è finita anche via Battisti. Parecchie le chiamate ai mezzi di soccorso che sono accorsi dopo il crollo di piante e cornicioni. Non si contano le antenne divelte dal vento, che ha staccato tegole e grondaie di diverse case.Ingenti i danni provocati alle auto. Alcune carrozzerie sono state bucate da chicchi di grandine grossi come noci. Alla Castagnara sono andati in frantumi anche parecchi parabrezza di mezzi lasciati in sosta. La grandinata non ha avuto pietà dei raccolti. Tanto a Cadoneghe che Vigodarzere le colture del mais sono state devastate. ll nubifragio ha letteralmente spazzato via interi vigneti. Causando danno incalcolabili ai produttori proprio nel periodo più delicato della maturazione dell'uva.
Lucio Piva
10 agosto 2001 "IL GAZZETTINO"
Si è reso quindi necessario anche l'intervento dei tecnici dell'Enel per ripristinare lo stato di sicurezza e riattivare l'erogazione della corrente elettrica.
Si sono inoltre verificati alcuni allagamenti. Il più grave è stato quello che ha riguardato il sottopasso lungo la strada che da Pontevigodarzere porta a Vigodarzere e a Saletto. Il sottopasso è rimasto completamente allagato per alcune ore, bloccando ovviamente il traffico degli autoveicoli.
Ma le strade bloccate sono state numerose, soprattutto per i tronchi d'albero che le ostruivano. Sul posto sono rimasti impegnati fino a notte fonda i Vigili del Fuoco di Padova.
Non è la prima volta, nel corso degli ultimi mesi, che violente piogge e grandinate provocano gravi danni nel padovano
5 agosto 2001 "IL GAZZETTINO"
Don Odilio:«Non rinuncerò all'area verde per i bimbi»
Nonostante la spaccatura fra la componente diessina e quella popolare che ha preferito astenersi dall'approvare la delibera, i "numeri" hanno preteso che in cambio del trasferimento dei 3000 mc edificabili nella nuova zona, l'Ente religioso cedesse al Comune, a semplice prezzo di esproprio, l'area verde attigua all'asilo. Destinandola ad uso pubblico.
"Mai e a nessun titolo -ha fatto sapere don Odilio- la parrocchia è disponibile a rinunciare all'area verde per i bambini dell'asilo. Nè intendiamo metterla a disposizione di terzi che vi attuino una qualsiasi attività non chiaramente definibile. Noi non abbiamo finalità speculative. Ed agiamo all'insegna di valori a servizio di tutti. Certamente diversi dal concetto di "pubblico interesse".
L.P.
3 agosto 2001 "IL GAZZETTINO"
Maquillage al ponte sul Muson dei Sassi alla Castagnara
L'avvio dei lavori da parte dell'Anas era stato concordato con il sindaco Adriano Baldin e con la Provincia di Padova in un recente incontro tenutosi a Venezia. Si è preferito attendere l'inizio di agosto per dar inizio alle opere. Confidando in un più ridotto flusso di traffico alle porte di Padova. Gli operai hanno quindi già cominciato a smantellare le vecchie spallette in cemento, da anni ricucite alla meglio. A ridosso delle quali stava ancora appoggiato, rinsecchito dal tempo, qualche mazzo di fiori. A ricordo dei numerosi incidenti mortali di cui sono stati vittime in più occasioni dei ciclisti, investiti dai mezzi pesanti. Le sponde in cemento saranno sostuite da supporti in acciaio. Verranno inoltre risistemati i guard-rail all'ingresso del ponte. E ricavate all'interno del passaggio delle corsie per porre al riparo del traffico veicolare i conducenti di mezzi a due ruote.
Nostante la soddisfazione dei residenti, un radicale ripensamento dell'assetto urbanistico della Castagnara dovrà ancora attendere per parecchio tempo. E' finita infatti nel cassetto l'idea di risolvere il problema del traffico nella zona attivando un rondò simile a quello del Bassanello. Sono stati congelati i fondi per costruire un secondo ponte, posto più a nord di quello attuale. Che avrebbe potuto collegare Cadoneghe a Vigodarzere. Se pur ristrutturato l'attuale passaggio sul Muson rimarrà dunque l'unico approdo per Padova. Con code che continueranno inesorabilmente ad allungarsi.
Lucio Piva.