info.jpg

 

RASSEGNA STAMPA – AGOSTO 2002

"IL GAZZETTINO"



17 agosto 2002 "IL GAZZETTINO"

TRASPORTI Ora via allo studio
Metrobus allunga fino a Cadoneghe
Firmato il protocollo fra Comuni

Prima era un'ipotesi, ora è una realtà. Mercoledì scorso è stato firmato il protocollo d'intesa fra il Comune di Padova e quello di Cadoneghe per allungare il percorso del metrobus fino a Cadoneghe , nell'area ex Grosoli. Un chilometro e mezzo per arrivare nel Comune nel cui territorio transitano circa 42mila auto in un giorno. Chiariamo subito che il protocollo d'intesa è solamente il primo passo per l'arrivo del metrobus. Per novembre dovrà essere pronto lo studio di fattibilità perché non è detto che la sede stradale sia abbastanza ampia per permettere al metribus di passarci, anche se due mezzi occupano affiancati poco più di cinque metri.
«Se l'esito fosse positivo daremo il via ad un'ampia consultazione fra la popolazione - dice l'assessore alla Mobilità Menorello - e poi faremo la progettazione». Anche qui per entrare nell'operatività ovvero per avere i soldi si dovrebbero attendere nuovi bandi di finanziamento per opere di questo tipo previste nel 2003. Il costo sarebbe intorno ai 20 milioni di euro, il 60 per cento a carico dello stato».
Soddisfazione è stata espressa ieri anche dal sindaco di Cadoneghe Adriano Baldin esponente della Margherita che ha messo da parte le divergenze politiche in nome di una collaborazione sul piano dei progetti. «Mi auguro proprio che il metrobus possa passare attraverso Pontevigodarzere e poi proseguire fino al nostro comune».
Dal punto di vista generale bisognerà attendere la realizzazione della nuova strada Castagnara ad ovest di Pontevigodarzere. Ma questa soluzione richiederebbe però parecchio tempo visto che la nuova Castagnara è ancora al progetto preliminare i due comuni stanno valutando anche la possibilità di destinare al metrobus parte dell'attuale carreggiata.
M.G.

top                  


15 agosto 2002 "IL GAZZETTINO"

Rompe gli indugi il segretario dei Ds Turiaco: cittadini e commercianti reclamano un presidio dei carabinieri
«Basta chiacchiere, vogliamo la caserma»
Il Comune dovrebbe prevedere l’investimento di un milione di euro. Ancora da definire la collocazione

Cadoneghe Quindicimila abitanti raggiunti da poco. Ai quali vanno ad aggiungersi altri 2.500 residenti ad Isola di Torre, frazione padovana d'oltre Brenta. Pur compiendo un imperioso balzo fra i centri più popolosi della Provincia, Cadoneghe si accorge dell'assenza di importanti infrastrutture. Prima fra le quali la caserma dei carabinieri. La stazione di competenza, ubicata a Vigodarzere, non sembra più adatta, alla luce dell'attuale organico, ad assicurare azioni di prevenzione e repressione del crimine. Così come non sembra più sufficiente la pur preziosa azione di monitoraggio dei punti a rischio effettuata dalla stazione mobile, in servizio due anni fa.
Cittadini e commercianti colpiti duramente da un susseguirsi di furti perpetrati a danni di abitazioni e negozi invocano una costante presenza dei militari in zona. Per la quale il Comune dovrà rimboccarsi le maniche. Il Ministero dell'Interno ha fatto sapere infatti che mancano i fondi per nuove unità territoriali. Meglio sarebbe se fosse l'Amministrazione a contrarre un mutuo ed investire almeno un paio di miliardi per la nuova sede dell'Arma. Come sollecita il segretario diessino Letterio Turiaco.
"L'investimento per la nuova caserma dei carabinieri - dice - deve essere pensato sin dal prossimo bilancio. Il fatto di aver già individuato nel lontano 1988 un'area del Prg dove effettuare l'intervento ci rende consapevoli di poter raggiungere un traguardo atteso da tutti i cittadini".
A dire il vero l'Amministrazione una sede all'Arma l'aveva già proposta. Prevedendo l'utilizzo dei locali, attualmente in via di restauro di villa Ghedini. Ma l'ubicazione è stata giudicata inadatta dal Comando provinciale dei carabinieri. E non ha convinto nemmeno i cittadini di Cadoneghe che attendono altre soluzioni.
Sono al vaglio altre possibili ipotesi. L'Amministrazione sta perciò guardando con interesse all'area ex-Grosoli. La trasformazione del sito da produttivo a residenziale potrebbe infatti consentire il ricorso alle risorse degli oneri di urbanizzazione per alleggerire il mutuo miliardario.
"Il problema vero - continua comunque Turiaco - non è la localizzazione che può essere oggetto di un referendum popolare. Ma l'assenza di concrete assicurazioni del ministero in termini di tempi ed impegni finanziari. Le attese dei cittadini non possono essere lasciate in balìa di vaghe promesse di burocrati di mezze figure dei partiti".
Lucio Piva

top                  


8 agosto 2002 "IL GAZZETTINO"

TRASPORTI PUBBLICI L'assessore Domenico Menorello: «Stiamo per firmare un protocollo d’intesa con il sindaco Adriano Baldin»
Il metrobus si allunga fino a Cadoneghe
Quasi due chilometri di linea in più, per un costo di 15 milioni di euro. Lo studio di fattibilità sarà pronto entro la fine dell’anno

Perché non farlo arrivare fino a Cadoneghe, nell'area ex Grosoli? Il metrobus allunga il suo percorso di un chilometro e mezzo e si prepara a servire anche il vicino comune che ha visto lievitare la sua popolazione ad oltre quindicimila abitanti. Il progetto viene però imposto dall'urgente necessità di ridurre il traffico di attraversamento in una zona dove transitano quotidianamente circa 42 mila auto che da vent'anni a questa parte provocano code infinite ed enormi disagi da inquinamento. L'allungamento della linea può quindi contribuire a risolvere questi problemi.
Il protocollo d'intesa tra il sindaco Giustina Destro e Adriano Baldin, suo collega di Cadoneghe, ancora non c'é, ma è solo questione di giorni. «Sarà firmato entro la fine di agosto» annuncia quest'ultimo. E con l'atto formale anche le divergenze politiche saranno superate nel nome di un sano pragmatismo. Baldin appartiene alla Margherita, una formazione all'opposizione in consiglio comunale a Padova. Ciò non gli ha impedito di avviare proficui contatti con l'assessore alla mobilità Domenico Menorello, con il quale ha avuto frequenti incontri.
«Con l'amministrazione comunale di Cadoneghe - conferma il rappresentante di Palazzo Moroni - stiamo lavorando secondo le indicazioni del Pum, il Piano urbano della mobilità. L'obiettivo è quello di avviare le procedure che offrano la possibilità di fare arrivare il metrobus fino all'ex Grosoli». Come prevedeva appunto anche il vecchio progetto di metrotram dell'ex sindaco Zanonato.Quale dovrebbe essere invece il percorso del Translohr? «Dal punto di vista generale - spiega l'assessore alla mobilità - bisognerà attendere la realizzazione della nuova strada Castagnara ad ovest di Ponte Vigodarzere. Il metrobus potrebbe quindi scorrere sulla vecchia arteria». Questa soluzione richiederebbe però parecchio tempo visto che la nuova Castagnara è ancora al progetto preliminare. I comuni di Padova e di Cadoneghe stanno perciò valutando anche la possibilità di destinare al metrobus parte dell'attuale carreggiata. È una possibilità reale grazie alla ridotta larghezza dei mezzi Translohr.
Più cauto sul percorso è invece Adriano Baldin che tuttavia non rinuncia ad esprimere un auspicio. «In ogni caso - dice il sindaco - mi auguro che il metrobus passi attraverso Pontevigodarzere, e che prosegua la sua corsa sulla via principale in mondo da servire adeguatamente gli abitanti del luogo. Attendiamo perciò a breve una risposta da parte del comune di Padova».
I tempi? «La verifica della fattibilità - sottolinea ancora Menorello - dovrà essere effettuata entro la fine di dicembre. Poi inizierà la fase del reperimento dei fondi. Per realizzare l'allungamento della linea serviranno almeno 15 milioni di euro, somma che verrà finanziata al 60 per cento dallo Stato, il resto dalle amministrazioni comunali di Padova e Cadoneghe».L'assessore conta inoltre di indire una consultazione nella quale vengano coinvolti anche gli abitanti di Pontevigodarzere. Intanto, nell'area Ex Grosoli verrà costruito un altro grande parcheggio scambiatore in modo da indurre gli automobilisti ad utilizzare i mezzi di trasporto pubblico. Baldin non nasconde la sua soddisfazione. «Devo dare atto a Menorello - dice - di avere portato il progetto in giunta e di avere ottenuto il pieno appoggio da parte dei suoi colleghi».
Paolo Gabrielli

top                  


8 agosto 2002 "IL GAZZETTINO"

A sei anni dalla posa della prima pietra è stato appaltato il secondo stralcio, ma l’ultimazione rimane ancora lontana
Magazzini generali, qualcosa si muove
Il Comune vuole giungere entro il 2003 ad ospitare l’ufficio tecnico. I ritardi hanno già mangiato quasi un miliardo

Si scorge finalmente una luce in fondo al buio che ha contraddistinto fino ad oggi la vicenda dei magazzini comunali. La struttura progettata da Samonà e realizzata accanto allo stadio Luther King è stata finora il sogno proibito dell'Amministrazione. Che dopo sei anni dalla posa della prima pietra si trova tra le mani un edificio ancora allo stato grezzo. Oltre un lustro fa, infatti, il Comune affidava l'appalto per la costruzione dell'edificio ad una ditta abruzzese. L'obiettivo era quello di innalzare una struttura a tre piani, per ospitarvi oltre al magazzino vero e proprio, l'ufficio tecnico comunale ed il parco mezzi. Ricavandovi anche locali aperti alle necessità aggregative della popolazione. I lavori sono cominciati sotto un brutto segno. Venendo interrotti e ripresi più volte. Con infinite controversie fra il comune e la ditta. Il cantiere spesso si bloccava per il dirottamento degli operai altrove. O per mancato arrivo dei materiali edilizi necessari. Ed i pochi lavori effettuati risultavano irregolari. Tanto che, dopo un'infinita vicenda burocratica, corredata da penali e perizie supplementari, il contratto con la ditta abruzzese è stato rescisso. La "grande incompiuta" del Comune è nel frattempo diventata mèta preferita di ladri e teppisti. Che hanno danneggiato quel poco che l'impresa è stata in grado di innalzare. La svolta è storia di qualche settimana fa. Quando il Comune ha deciso di appaltare alla ditta "Vettorazzo" di Loreggia, l'ultimazione del secondo stralcio dell'opera, per un onere di circa 25 mila euro, solo in parte recuperati dalle penali posto a carica della ditta precedente. Il progetto è quello di giungere, almeno entro il 2003 ad ospitare l'ufficio tecnico liberando spazi nell'angusta sede municipale.
Ed il resto? "L'impegno di questa giunta -ha risposto il vice sindaco Mirco Gastaldon- è stato quello di riprendere lavori paralizzati da anni. Nel bilancio del prossimo anno, saranno previsti i fondi necessari per la conclusione e l'arredamento dell'edificio, così da renderlo una struttura aperta alla gente".
Ma sulle cause del ritardo e della crescita esponenziale dei costi neppure il "vice" sa darsi una spiegazione. "Incomprensioni fra la ditta e l'ufficio tecnico" risponde. Tradotto in cifre che si approssimano per difetto significa quasi un miliardo di vecchie lire lasciato al vento.
Lucio Piva

top                  


4 agosto 2002 "IL GAZZETTINO"

Abbattuto il muro di recinzione degli stabilimenti lungo via La Malfa per evitare la presenza di clandestini
«Ex Grosoli, filo spinato come a Dachau»
Lucio Costa di Rc: «Mancano solo le torrette per le sentinelle; il sindaco ha avallato l’operazione»

È necessario un giro di vite nei confronti degli extracomunitari clandestini? Ecco allora tre giri di filo spinato lungo il perimetro della ex Grosoli. Così hanno deciso i proprietari degli ex stabilimenti un tempo adibiti alla macellazione e commercio delle carni. Probabilmente stanchi del continuo via vai di senza tetto che a decine hanno trovato alloggio nei fatiscenti capannoni del complesso. I fratelli Canella, già proprietari della catena di supermercati "Alì" e che da circa un anno hanno acquistato gli stabilimenti, hanno deciso di fare pulizia. Hanno abbattuto il muro di recinzione degli stabilimenti, lungo tutto il lato che costeggia via La Malfa e parte di via Marconi: al suo posto il filo spinato. Non mancano ovviamente i cartelli che vietano l'ingresso nell'area. Il motivo dell'operazione? Questioni di sicurezza e decoro. Meno di un anno fa, a ridosso della ex Grosoli fu trovato il cadavere di un extracomunitario. Gli spazi circostanti gli stabilimenti possono ora essere visti dall'esterno. E le presenze clandestine, prima protette dalle mura, sono ora sotto gli occhi di tutti. Rifondazione comunista non ha gradito l'intervento. Preannunciando forme di protesta.«Non entro nel merito dei diritti del proprietario dell'area -spiega l'esponente locale, Lucio Costa- ma quell'episodio suona come un oltraggio agli extracomunitari e all'intera cittadinanza democratica di Cadoneghe . Due mesi fa sono stato a Dachau. Uno scorcio di quella funesta località ora ce l'abbiamo anche in paese. Mancano solo le torrette per le sentinelle. Se si voleva trovare un deterrente nei confronti dei clandestini, questo oltre ad essere quello meno efficiente è senz'altro di cattivo gusto».
Manco a farlo apposta, Lucio Costa, ex assessore della giunta di centro sinistra, se la prende anche con il sindaco.
«Mi hanno riferito -rivela- che il sindaco Adriano Baldin è stato sul posto per vedere come proseguivano i lavori. Mi sarei aspettato un suo intervento di censura dell'accaduto. Invece nulla. Peccato che poi spenda pubblicamente fiumi di parole sulla cultura della diversità, dell'accoglienza e del dialogo multietnico».
Le parole di Costa gettano così altra benzina sul fuoco sul destino della ex Grosoli. Che sarà oggetto di una trasformazione urbanistica che la renderà zona residenziale e commerciale. Con quale volto? Rifondazione chiede un concorso di idee, che presenti le possibili soluzioni all'esame dei cittadini. E ironizza: «L'unica idea per ora scaturita -dice- è quella di un mini campo di prigionia nel cuore del paese».
Lucio Piva

top                  


2 agosto 2002 "IL GAZZETTINO"

Festa di Liberazione
Dibattiti e concerti a Meianiga

Inizia oggi alle 19 la festa provinciale di Liberazione, che proseguirà fino a domenica 11 agosto. Come l'anno passato la festa si tiene agli impianti sportivi Martin Luther King di Meianiga - Cadoneghe , vicino alla chiesa di Meianiga a circa un chilometro dalla statale del Santo. All'interno della festa ogni sera saranno in funzione ristorante, bar-birreria, librerie, stand politici e spazio-video. Quest'anno sarà allestito all'interno della festa anche un bar autogestito dal Gruppo di Liberazione Omosessuale. Lo slogan di quest'anno è "Contro l'offensiva liberista del governo Berlusconi - Prepariamo l'autunno di lotta". Le serate di dibattito cominceranno lunedì alle 21 con un'assemblea in difesa della sanità pubblica e proseguiranno nelle sere successive (sempre alle 21) con assemblee su agricoltura e alimentazione (6/8), sulla mobilitazione in difesa dell'art. 18 (7/8) sul lavoro migrante e sul diritto alla fuga (8/8) e in solidarietà con il popolo Palestinese (10/8). Stasera alle 21 il primo concerto con i Radio Ljubljana.

top