AL VOLANTE LA MOGLIE DI UN CONSIGLIERE COMUNALE
Donna travolta da una vettura sulle strisce. Con l'ambulanza arriva a soccorrerla il nipote
Un volontario della Croce Rossa risponde ad una chiamata di pronto intervento e si trova a dover soccorrere una propria parente. Una presenza che sicuramente non ha mancato di rassicurare la vittima dell'incidente stradale, avvenuto in via Gramsci alle 11.10. Semplice la dinamica del fatto, rilevato dalla polizia municipale, immediatamente giunta sul posto, aiutata anche alla presenza di alcuni testimoni che hanno potuto riferire in modo dettagliato sull'episodio. M.B. di circa settant'anni, residente in via G. Franco a Cadoneghe , si apprestava ad attraversare la strada in prossimità delle strisce pedonali poste all'altezza della farmacia quando è stata travolta da una Fiat Brava condotta da Francesca Beccaro, residente in via Monte Cengio, 21 a Codiverno di Vigonza.
ASSALTO ALL'ANTONVENETA. 15 MILA EURO DI BOTTINO
Attimi di panico ieri mattina nell'agenzia dell'Antonveneta di via Dante 4, a Cadoneghe . Un bandito, armato di taglierino, ha preso in ostaggio una giovane donna. Puntandole la lama al collo, ha costretto gli impiegati a sbloccare la bussola per fare entrare il complice. Mancavano pochi minuti alle dieci e mezza. All'interno dell'istituto di credito una ventitreenne e un altro cliente stavano ultimando le operazioni allo sportello. Dall'altra parte del bancone si trovavano due impiegati. Tutto si è svolto in maniera fulminea. Neppure il tempo di alzare gli occhi sull'uomo appena entrato che quello ha afferrato al collo la ragazza puntandole contro il taglierino. Un metro e settantacinque, barba incolta, corporatura robusta, sulla trentina, indossava una felpa bianca. «Sblocca la porta», ha intimato al cassiere. Parlava con accento veneto, forse con inflessione marinante. La ragazza aveva gli occhi sbarrati dal terrore, un groppo le serrava la gola. Il malvivente la teneva come fosse un bambolotto di pelouche. L'impiegato ha liberato la "bussola", è entrato il complice. Un metro e ottanta, anche lui robusto. Il denaro è finito dentro un sacchetto. Quindicimila euro. Il cassiere ha infilato anche la mazzetta-spia. Ma non si sa se sia esplosa imbrattando le banconote di indelebile vernice rossa. Talvolta il trucco non funziona. I due rapinatori, arraffato il bottino, sono usciti di corsa salendo su un'auto grigia, forse una Fiat Punto, che si è dileguata a tutta velocità. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Vigodarzere. Ma dei banditi nessuna traccia.
Scippata della borsa nel parcheggio del supermercato mentre carica la spesa
Ha atteso che la giovane donna fosse impegnata a caricare la spesa in macchina per scipparle la borsetta lasciata appesa al carrello. È accaduto ieri mattina, nel parcheggio del supermercato Coop di via del Santo, a Cadoneghe . La vittima è una ventottenne, F.F., che risiede in paese. Mancava un quarto d'ora alle dieci quando la giovane è uscita dal supermercato spingendo il carrello con le borse della spesa. Aveva appeso la borsetta all'apposito gancetto, come in genere fanno tutte le donne. Ha lasciato il carrello incustodito per un paio di secondi, il tempo necessario per aprire il portellone posteriore dell'auto. E un uomo, sulla quarantina, capelli brizzolati, con mossa fulminea si è impossessato della borsetta fuggendo a bordo di un'auto grigia. La borsetta conteneva 80 euro, un telefonino cellulare e i documenti personali della derubata.
A Mejanigatanta, troppaincuria ...
A Mejanigatanta, troppaincuria nel ParcoDa più di un decennio vivo a Mejaniga di Cadoneghe . Questo mi mette nella condizione di avanzare critica allo sviluppo del territorio dove risiedo. Crescono le case e i condomini, non i servizi. Da almeno un decennio non si vedono nuovi marciapiedi dove mancano, non il completamento di piste ciclabili improvvisamente mozzate, non un nuovo parco nell'area di Mejaniga, abitata da oltre 10.000 persone. Su questo punto mi soffermo citando una delle lottizzazioni che da anni mi incuriosisce. Si tratta del completamento dell'area racchiusa tra le vie Conche-Colombo-Morante e a nord confinante con un largo fossato. Una zona molto vasta che ha visto al suo interno lo sviluppo di diverse edificazioni. Il cartello esposto recita che la concessione edilizia è dei primi mesi del 2001. Per oltre 2 anni l'area centrale, che dovrebbe alla fine essere destinata a parco pubblico, è stata chiusa alla cittadinanza. Ora è accessibile. Montagne di terra, arbusti selvaggi, incuria totale fanno bella mostra di sè.Tre nuovi condomini sono stati realizzati per la gioia dei lottizzanti, ma per lo spazio pubblico, ora molto piccolo, servirà diverso tempo per metterlo in sesto, a meno che le prossime elezioni non facciano correre qualcuno velocemente ai ripari.I passaggi pedonali predisposti dovrebbero consentire camminate attraverso i vari interventi i cui residenti, nel frattempo, hanno chiuso i pubblici passaggi con cancelli privati, si sono delimitati aree a verde pubblico secondo propria volontà.Il tutto, anche giustamente, per non subire il passaggio dei prossimi fruitori dell'area e degli attuali extracomunitari che entrano negli interrati degli edifici terminati ma non ancora abitati, per i loro comodi. L'unico parco di Mejaniga pertanto si è ridimensionato nella sua estensione, nelle sue possibilità di accesso, nel suo fine e nella sicurezza.A rendere conto di ciò dovrebbero essere il Sindaco e chi, molto tempo addietro, ha ideato un tal disegno urbanistico promiscuo al punto di essere privo di logica pratica diversa da quella edificatoria.
Sono ricomparse all'improvviso ...
Sono ricomparse all'improvviso le formelle raffiguranti le quattordici stazioni della via crucis, sparite sabato scorso dalla chiesa parrocchiale di Mejaniga. Ieri mattina uno sconosciuto, dell'apparente età di 25-30 anni, ha bussato alla porta della canonica chiedendo di parlare con il parroco. Aveva con sè le tavolette, appena acquistate da un extracomunitario. Diceva di averle pagate 30 euro. Successivamente all'acquisto aveva appreso della loro provenienza furtiva. Era stato colto da uno scrupolo di coscienza. Ed era corso a riconsegnarle a don Odilio Longhin. "Me le ha restituite senza battere ciglio - afferma - ora se la prenderà direttamente con chi gliele aveva cedute". Il sacerdote era disposto anche a ricomprarle. Non è la prima volta che qualche disperato si presenta in chiesa con oggetti sacri, magari prelevati altrove, nella speranza di racimolare qualche spicciolo. Stavolta non ha dovuto sborsare neppure un centesimo. E' ritornato in possesso delle icone della via crucis con un semplice grazie.
TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA Le gravi condizioni di salute di Antonino Duca sono incompatibili con il carcere
Antonino Duca potrà continuare agli arresti domiciliari per altri due anni. Il suo stato di salute non è compatibile con la vita carceraria. Lo hanno stabilito i giudici del Tribunale di sorveglianza di Venezia che hanno accolto l'istanza presentata dall'avvocato Diego Bonavina sr. L'uomo rimarrà nella sua abitazione, in via Franco a Cadoneghe , fino all'agosto 2005.
Inevitabile l'impatto che ha scaraventato a terra l'anziana signora. Subito soccorsa da alcuni passanti, le sono stati riscontrati vari traumi alla spalla, al braccio e al fianco, ma per maggiori approfondimenti la zia dell'operatore medico è stata condotta all'ospedale di Camposanpiero. Emotivamente scossa, invece, la conducente della Fiat Brava che per avere sostegno ha chiamato il marito, Sergio Carraro, consigliere comunale a Vigonza. «Non mi sono accorta di nulla - racconta la signora Beccaro - le macchine parcheggiate al lato della strada probabilmente me ne hanno nascosto la figura e quando me la sono trovata davanti ormai era troppo tardi, tanto che non ricordo nemmeno di aver frenato». Dai segni sull'asfalto risultano circa due metri di frenata proprio a cavallo delle strisce di attraversamento.
Emanuela Stefani
30 agosto 2002 "IL GAZZETTINO"
Prendono in ostaggio una ragazza e rapinano la banca
Erano due anni che l'agenzia di via Dante non subìva una rapina. Il precedente risale al 21 giugno 2001. E anche allora i malviventi, travisati con cappellini, presero un ostaggio. Approfittando dell'ingresso di un cliente uno dei banditi immobilizzò l'uomo tenendogli il taglierino puntato alla gola e costringendo il cassiere a sbloccare la porta per fare entrare gli altri due complici. Il bottino fu di 38 milioni di vecchie lire. L'auto della fuga, una Fiat Uno blu, condotta da un quarto complice, venne ritrovata abbandonata poco dopo in una strada laterale del quartiere a breve distanza dalla banca.
29 agosto 2002 "IL GAZZETTINO"
17 agosto 2002 "IL GAZZETTINO"
Antonio Scabia, Mejaniga di Cadoneghe
13 agosto 2002 "IL GAZZETTINO"
Si tratta di pezzi di non particolare pregio. Sono formelle in plastica delle dimensioni di una mattonella. Erano state appese alle pareti della chiesa in attesa del completamento del restauro delle stazioni in gesso che ornano abitualmente la parrocchiale di Mejaniga. "Le ricollocheremo al loro posto - conferma don Odilio - anche perchè gli originali non saranno pronti prima della prossima Quaresima. Stiamo sistemando le cornici. Poi dovremo procedere alla verniciatura. Ci vorranno ancora diversi mesi".
La chiesa di Mejaniga è tartassata dai ladri. Non si contano più i raid ai danni delle cassette delle offerte. Sette anni fa sparì invece un capolavoro: un crocefisso ligneo risalente all'Ottocento di cui si sono definitivamente perse le tracce.
Luca Ingegneri
2 agosto 2002 "IL GAZZETTINO"
L'ex boss sta a casa per altri due anni
Per la quarta volta i giudici gli concedono gli arresti domiciliari nella sua casa di Cadoneghe
Ex soggiornante obbligato, condannato ad una pena pesante nel maxi processo alla mala del Piovese e della Riviera del Brenta, pena che finirà di scontare nel 2015. Antonino Duca oggi ha sessantadue anni. Dall'agosto del 2000 è agli arresti domiciliari dove sta scontando il residuo pena. Il primo beneficio gli era stato concesso dal Tribunale di sorveglianza di Bologna per gravi motivi di salute.
Duca è stato reso parzialmente inabile da un ictus, una ischemia, una emiparesi. Nel 1999 lo hanno operato al Policlinico. Portatore di by-pass, soffre di ipertensione, con grave rischio cardiovascolare. Duca oltre agli arresti domiciliari ha ottenuto anche il permesso di "deambulare" fuori casa. Per fini "sanitari". Il provvedimento lo autorizza a farsi due passeggiate quotidiane dalle 10 alle 11 e dalle 17 alle 18, nonchè ad andare ad incassare la pensione all'ufficio postale al 20 di ogni mese.
Una ulteriore istanza di Antonino Duca era stata accolta nel giugno di due anni fa. Gli era stato concesso il permesso di recarsi a Palermo a visitare la madre, ultraottantenne, ricoverata nella divisione geriatrica dell'ospedale del capoluogo siciliano.
La nuova concessione dei giudici del Tribunale di sorveglianza di Venezia si basa sulle conclusioni di una visita fiscale, compiuta il 10 luglio dalla dottoressa Bertilla Nicoletto del Dipartimento di prevenzione, servizio di igiene e sanità pubblica dell'Usl 16. La dottoressa Nicoletto sostiene che le condizioni attuali del paziente, la massima terapia quotidiana e i continui controlli clinici a cui si sottopone non sono compatibili con la detenzione in qualsiasi istituto di pena. Alle stesse conclusioni è arrivato il dottor Enrico Ceri, medico legale, che ha pure dichiarato l'incompatibilità dell'uomo con la detenzione carceraria. Mentre il professor Renzo Zuin, docente delle malattie dell'apparato respiratorio, ha riscontrato che Duca soffre di problemi respiratori e cardiaci.
Antonino Duca dovrà rispettare una lunga serie di obblighi e di divieti che gli sono stati imposti dai giudici. Mentre la vigilanza del condannato è stata affidata ai carabinieri della stazione di Vigodarzere.