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RASSEGNA STAMPA – DICEMBRE 2003

"IL GAZZETTINO"


27 dicembre 2003 "IL GAZZETTINO"

Non hanno nemmeno ...

Non hanno nemmeno dovuto pronunciare la fatidica frase. E' stato sufficiente spianare l'arma davanti alle impaurite farmaciste per farsi consegnare il contenuto della cassa e sparire in tutta fretta. Una rapina fulminea quella compiuta la vigilia di Natale da due sconosciuti, armati di pistola e con il volto travisato da passamontagna di colore nero, con profili rossi.
E' accaduto alle 18.30. Il colpo è stato messo a segno ai danni della farmacia "Eredi Zanibellato Maria", lungo la centralissima via Gramsci, a Mejaniga. In quel momento nel locale c'erano tre clienti. I due malviventi hanno fatto irruzione nella farmacia puntando dritti al bancone con la pistola in bella evidenza. Le farmaciste hanno capito subito l'antifona. Non hanno opposto la benchè minima resistenza. Hanno aperto il registratore di cassa vuotandone il contenuto in un sacchetto che hanno allungato ad uno dei banditi.
I due non denotavano nessuna particolare inflessione dialettale. Anche perchè sono stati costretti a pronunciare pochissime parole. Il primo era alto 1.85-1.90 e di corporatura robusta. Era lui a tenere l'arma in pugno mentre il complice, di altezza media e taglia normale, svuotava la cassa. Sono riusciti a raggranellare un bottino modesto: appena 2.500 euro. Poche ore prima il farmacista aveva in realtà depositato alla cassa continua gran parte dell'incasso della giornata.
I due si sarebbero poi dileguati a bordo di un'auto di grossa cilindrata di colore scuro, probabilmente condotta da un complice. Stando alla testimonianza di un passante si sarebbe trattato di una Saab che è sfrecciata via in direzione di Cadoneghe . Non è stato però possibile risalire al numero di targa dei fuggitivi. Sono state le stesse farmaciste a dare l'allarme al 112. Sul posto sono sopraggiunti i carabinieri della stazione di Vigodarzere che hanno immediatamente avviato le ricerche della banda. Purtroppo senza esito.
Luca Ingegneri

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23 dicembre 2003 "IL GAZZETTINO"

Licenziata senza giusta causa, il tribunale l'ha reintegrata
Educatrice a casa da 3 anni ma nel libro paga del Comune

Quante Amministrazioni possono permettersi di assumere personale e pagarlo perché se ne stia a casa? A quanto pare le casse del Comune di Cadoneghe possono permettersi questa spesa visto che nel libro paga comunale, il Tribunale ha confermato la presenza dell'educatrice d'asilo nido, Liana Callegari, anche se di fatto, essa passa le sue giornate a casa. "E' sconcertante la posizione assunta dall'amministrazione nei confronti di Liana Callegari, licenziata tre anni fa senza giusta causa - afferma l'avv. Patrizio Bernardo, legale rappresentante dell'educatrice - Il tribunale ben due mesi fa, ha disposto l'immediata esecuzione della sentenza, ossia il reintegro nel posto di lavoro, ma, nonostante un sollecito scritto, nessuna risposta ufficiale ci è pervenuta, anzi abbiamo rilevato un atteggiamento rigido di chiusura, cosa non plausibile considerato che eventuali future azioni che il Comune potrebbe avviare dopo che le motivazioni saranno rese note, non prescindono dal dover obbedire ad un ordine inequivocabile giunto dal Tribunale". Infatti, anche se il Comune decidesse di ricorrere in appello, questo non sospenderebbe l'esecuzione della sentenza. L'unica cosa certa sarebbe l'aumento dei costi in quanto, nell'attesa, continuano a maturare le retribuzioni, quasi quattro anni di arretrati, pari ad una cifra di circa 100mila euro, ai quali aggiungere eventuali danni professionali e morali. Chi pagherà tutto questo? A chiederselo sono anche le RSU del Comune di Cadoneghe , che già da alcuni anni denunciano forti tensioni con il personale. "Siamo pienamente solidali nei confronti della signora Callegari - esprimono le rappresentanze sindacali - è ingiusto che errori di valutazione commessi all'interno del Palazzo ricadano su noi cittadini. Chiediamo che la nostra collega venga reintegrata nel suo posto di lavoro e chi ha sbagliato paghi in prima persona. Il personale è sempre tirato all'osso, ma a quanto pare l'amministrazione può permettersi di pagare chi, per più di tre anni non ha mai timbrato il cartellino. Con disappunto constatiamo che abbiamo un'amministrazione di centro-sinistra che ignora quell'art. 18 per il quale tante lotte e battaglie sono state effettuate".
Emanuela Stefani

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21 dicembre 2003 "IL GAZZETTINO"

Rifondazione comunista e lo sgombero alla Grosoli
«Non c'è un progetto serio per dare loro accoglienza»

Dal Circolo di Rifondazione comunista di Cadoneghe riceviamo e pubblichiamo in merito alla vicenda dello sgombero di immigrati dai capannoni della ex Grosoli.
«Proprietà, Arma. Comune, Stampa, tutti insieme appassionatamente per cacciare i migranti dalla Grosoli come fosse un normale intervento di derattizzazione. Per la salute dei cittadini. Per l'ordine pubblico. Giusto! Non una parola, non uno scritto di preoccupazione per la sorte di questi migranti che, fino prova contraria non sono animali ma persone. Gli irregolari probabilmente saranno "ospitati" nei centri-lagher in attesa di essere espulsi: rimandati nei loro paesi dove, se andrà loro bene, ritroveranno quella fame dalla quale erano fuggiti e da dove ripartiranno per riapprodare ancora qui, in Italia, sempre che non finiscano prima sul fondo del mare o giungano cadaveri. Ma ci sono anche i regolari e cioè lavoratori che fanno andare avanti le nostre fabbriche, pagano le tasse e i contributi anche per le nostre pensioni ma che non possono (o non devono) godere di alcun diritto.
E che cosa fa lo Stato?, la Regione?, il Comune?. Niente di niente. Non un serio progetto per dare loro dignitosa accoglienza, non un serio aiuto per potersi integrare, per non verdersi rifiutare un alloggio o dover pagare per un posto letto compensi mensili che spesso sono uguali al loro misero salario. In compenso, si organizzano retate, si fanno ordinanze per abbattere i precarissimi rifugi cui sono costretti».

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19 dicembre 2003 "IL GAZZETTINO"

Criticata dalla CdL la soluzione presa dall'Amministrazione
"Container" per rifiuti
L'assessore Beccaro: abbiamo adottato i giusti correttivi

"Per quante volte ancora scelte affrettate o mal-valutate, adottate dall'amministrazione, continueranno a pesare sulle tasche dei contribuenti?". A generare la domanda i timori espressi da alcuni cittadini riuniti in un incontro pubblico, alla presenza di alcuni componenti l'amministrazione, incentrato sull'ingombrante problema della raccolta dei rifiuti. La nuova soluzione calcherà le orme tracciate dal comune di Rubano: ossia una raccolta differenziata, dove i rifiuti non-riciclabili verranno raccolti in un 'presso-container' al quale si potrà accedere solo attraverso una tessera magnetica che memorizzerà il peso smaltito e attribuirà all'utente il relativo costo del servizio. La tecnologia al servizio dell'uomo, quindi, ma quando un meccanismo si inceppa i danni, a volte, sono non da poco.
E' quanto hanno rilevato alcuni esponenti della coalizione della Casa della Libertà che dopo aver ascoltato l'assessore al bilancio di Cadoneghe , Paolino Beccaro e l'assessore all'ecologia di Rubano, Paolo Grossle, sono andati a verificare direttamente in loco. "Vedere i rifiuti accostati ai contenitori e ascoltare le proteste della gente, ha confermato i nostri dubbi - afferma un esponente della coalizione di centro-destra - non ci sono controlli su quello che vi viene introdotto e spesso lo sportello del container si blocca. Chi non ha la fortuna di averlo sotto casa dovrà girare con la spazzatura in macchina. La cosa più grave, però, è il costo, ripartito per nucleo e per superficie dell'abitazione una persona sola che ha la fortuna di abitare in una casa grande anche se produce poco rifiuto, pagherà un fisso che è quasi pari a quello di una famiglia tipo che vive in un mini. Conteggiate anche le volte che apriamo il coperchio del container. Per l'ennesima volta la nostra amministrazione si trova a dover fare le cose di fretta. Quasi tutti i Comuni limitrofi hanno adottato il sistema del 'porta a porta' con buoni risultati, superando la quota standard prevista dalle norme regionali del 50\%. Noi ci attestiamo a malapena al 22\%, e come se non bastasse, il 31 dicembre scadrà la convenzione con l'Aps. Com'è possibile in queste condizioni valutare obiettivamente la soluzione più opportuna per i cittadini? Non dimentichiamo che siamo un'amministrazione in scadenza, quindi chi subentrerà si potrebbe trovare un'eredità scomoda da gestire".
A queste preoccupazioni, doviziosamente documentate, l'amministrazione risponde con cognizione di causa. "Abbiamo fatto tesoro degli errori dei nostri colleghi di Rubano - chiarisce l'assessore Beccaro - e adottato i giusti correttivi. Studi di fattibilità hanno dimostrato che nell'arco di 5 anni le bollette degli utenti saranno più leggere, naturalmente se dimostreranno tutto il loro senso civico, collaborando. Siamo convinti che questa sia la soluzione economicamente più sostenibile in grado di garantire i migliori risultati".
Emanuela Stefani

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16 dicembre 2003 "IL GAZZETTINO"

Tira aria di rassegnazione tra i parrocchiani

Tira aria di rassegnazione tra i parrocchiani. E' un vuoto incolmabile quello lasciato dall'organo che faceva bella mostra di sè nella chiesa parrocchiale di Sant'Andrea Apostolo. Ormai da un anno e mezzo lo storico strumento costruito dalla ditta Malvestio nel 1901 ha preso il volo. Stavolta i ladri non c'entrano nulla. L'organo giace nel laboratorio di un noto restauratore veronese, incaricato della manutenzione. Inizialmente i lavori avrebbero dovuto concludersi prima di Natale. Forse non saranno ultimati nemmeno per Pasqua 2004. Purtroppo non ci sono i fondi sufficienti per il restauro. E' prevista una spesa complessiva di 40.000 euro. Per un terzo è stata finanziata dalla Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, un altro terzo verrà invece coperto grazie ad un contributo del Comune. Un istituto di credito locale ha inoltre assicurato il proprio sostegno all'iniziativa. Mancano all'appello poco meno di 10.000 euro. La parrocchia non ha disponibilità finanziarie da investire in quest'intervento. E' ancora alle prese con i costi sostenuti per la costruzione del nuovo patronato mentre si profila all'orizzonte un'altra emergenza: il rifacimento del tetto della chiesa, bombardato dalla violenta grandinata di settembre. Che fare allora? Un gruppetto di volonterosi parrocchiani ha pensato di sensibilizzare la cittadinanza allestendo nei locali del patronato una mostra sull'organo. Quindici pannelli che ripercorrono la storia dello strumento con documenti storici ed articoli di stampa dell'epoca. L'esposizione è rimasta aperta al pubblico fino a ieri, in concomitanza con la mostra mercato del libro, promossa dalla Pro Loco. L'obiettivo era quello di avviare una sottoscrizione in grado di finanziare la parte conclusiva del restauro. Il sogno sarebbe quello di inaugurare l'organo a Pasqua con un prestigioso concerto. Il ritorno dello strumento favorirebbe anche il rilancio della Corale "Costanza Paperini", un coro che vanta oltre cent'anni di vita. Negli anni Settanta contava ancora un'ottantina di elementi. Ora si sta lentamente disgregando. I cantori hanno scelto strade diverse dividendosi in due gruppi. Con l'organo nuovamente al suo posto tornerebbero sicuramente sui propri passi.
Luca Ingegneri

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