Ennesima baruffa fra i popolari della civica "Il Ponte" e gli alleati della maggioranza
Bufera sul Parco degli Aceri
Giudicate eccessive le spese per gli arredi dell'area. Chiesta al sindaco una "limatura"
CADONEGHE. (L.P.) Il Comune lo ha battezzato "Parco degli Aceri". Ma in questo momento, potrebbe essere "parco della discordia". L'ennesima baruffa fra i Popolari della civica del "Ponte" ed il resto della maggioranza è infatti scoppiata attorno ai 2 mila metri quadri di verde che dovrebbero completare il grande intervento Peep previsto fra via Conche e via Pavese. E destinato a diventare il grande polmone di Meianiga, grazie alla realizzazione di aree attrezzate. Secondo Adriano Baldin i proventi per dotare l'area verde di arredi e strutture sarebbero stati ricavati dall'aumento della cubatura disponibile a vantaggio dell'azienda lottizzante. La previsione non si è però rivelata così rosea. L'assessore ai lavori pubblici, Mauro Sarti, aveva infatti computato in quasi un miliardo e mezzo il costo per la costruzione dell'area. Eccessivo, secondo gli assessori del "Ponte" Paolino Beccaro e Mirco Gastaldon. Che avevano chiesto di limare energicamente i 450 milioni previsti per il verde, i 100 milioni preventivati per la messa in opera di una scala lamellare, i 26 milioni per la costruzione del gazebo. Quanto al locale destinato agli scouts la "civica" aveva suggerito di risparmiare i 130 milioni in preventivo. E di ristrutturare, con sicura minore spesa, l'ex casa rurale "Pinton", dove, tra l'altro avrebbero potuto essere ubicati i garages per gli scolabus ed altri locali riservati alle associazioni. Risultato? "Le nostre osservazioni -hanno concluso gli assessori del Ponte- sono rimaste lettera morta, nonostante le analoghe osservazioni espresse dall'Ufficio Tecnico. In compenso le spese di progettazione sono lievitate da 153 a 179 milioni".
Le poste traslocano in Piazza Insurrezione
CADONEGHE. (L.P.) La giunta si è ancora una volta divisa. Ma alla fine, dopo discussioni e polemiche, il destino dell'Ufficio Postale di Meianiga è stato segnato. La struttura dovrà traslocare dall'attuale sede in piazza Insurrezione. E trasferirsi nei locali dell'ex casa Pinton, a pochi passi dagli impianti sportivi. Il passaggio nel nuovo edificio avverrà alla conclusione dei lavori di ristrutturazione che dovrebbero prendere il via entro breve tempo. Che anche sulla questione legata alla nuove sede delle poste non vi fosse unanimità di vedute all'interno della giunta, lo si era capito subito. Sin da quanto i Popolari della lista "Il Ponte" avevano manifestato la necessità di garantire un ampliamento del Comando dei Vigili Urbani, utilizzando i locali attigui dell'Ufficio Postale. Nelle attuali condizioni sarebbe stato impossibile il lavoro di entrambi. Sia della Polizia Municipale, stipata in strutture poco funzionali. Sia delle Poste che oltre a non essere attrezzate per servizi telematici, riservano solo pochi sportelli al pubblico. Con la conseguenza di allungare i tempi d'attesa in coda. Costa, dal canto suo, avrebbe optato per una soluzione diversa. Trasferendo il comando di Polizia Urbana nella frazione di Cadoneghe vecchia. E liberando in tal modo i locali per l'ampliamento dell'Ufficio Postale. Alla fine il "Ponte" ha prevalso nel braccio di ferro. Non senza rinfacciare al sindaco una condotta incerta e contradittoria nel gestire il caso. "E' stato perso tempo prezioso -hanno infatti dichiarato gli esponenti del Ponte, Carlo Lazzaro, Maria Cocchiarella e Mirco Gastaldon- in discussioni che non volevano tener conto di dati concreti. Quali? Le Poste attualmente pagano un affitto di appena 12 milioni, riservando ai cittadini pochi servizi. L'Ente prospettava al Comune notevoli vantaggi economici per aver disponibile una nuova sede di oltre 200 mq. Ma ciò nonostante qualcuno in giunta non era convinto".
La scuola S. Francesco-Anfass non trova ospitalità al Boaga
CADONEGHE. (L.P.) Improvvisa doccia fredda per il Comune e per la direzione dell'Istituto professionale "San Francesco". L'assessore provinciale all'Istruzione, Sebastiano Arcoraci, ha infatti negato categoricamente la possibilità di un imminente trasferimento della scuola di formazione collegata all'Anfass nella sede dell'Istituto Boaga. Sono infatti altri i disegni ideati da palazzo S. Stefano per l'Istituto di via Marconi. Che dopo aver ospitato le classi dell'Itis "Severi", si appresterà nel prossimo futuro a diventare un centro di documentazione, accogliendo corsi di formazione ed altre iniziative a supporto dell'autonomia scolastica del territorio dell'Alta. Il rilancio del "Boaga" quindi non prevede l'inserimento del "San Francesco". Il che significa che Cadoneghe dovrà necessariamente perdere una delle strutture inserite da anni nel proprio territorio e che in anni recenti ha ottenuto sovvenzioni ed investimenti. Tanto il sindaco Adriano Baldin che l'assessore all'Istruzione Lucio Costa avevano mesi fa instaurato un fitto dialogo con gli uffici provinciali, dopo aver constatato l'impossibiità da parte del "San Francesco" di continuare a svolgere attività in locali non più a norma. La Provincia, dal canto suo, aveva indicato nelle strutture del centro medico psico-pedagogico di via Cave il sito più idoneo per il centro professionale.
Ormai imminente il trasferimento degli oltre trenta studenti nei locali dell'ex Boaga
CADONEGHE. Valigie in mano per gli oltre trenta studenti dell'Istituto professionale "S. Francesco d'Assisi" e per i loro insegnanti. E' ormai imminente il trasferimento della struttura operante all'interno dell'Anfass nei locali dell'ex "Boaga". Giunge all'epilogo un'odissea durata per anni, da quando cioè le strutture attualmente occupate dalla scuola professionale in via Garibaldi sono state dichiarate inagibili. La situazione era da tempo nota al Comune ed alla Provincia. La stessa direzione del "S. Francesco" dopo aver speso 17 milioni per la messa a norma degli impianti elettrici, ha dovuto constatare che la permanenza delle aule e dei laboratori nella vecchia sede era impossibile. Il colpo di grazia è avvenuto dopo che le recenti piogge avevano provocato infiltrazioni d'acqua dal soffitto. Che avrebbero potuto danneggiare le apparecchiature informatiche. La sede di via Garibaldi ed il vecchio immobile abbandonato di via Bordin, entrambi di proprietà del Comune, non avrebbero del resto potuto dare garanzia di continuità didattica. Il "San Francesco", infatti, proprio per le carenze strutturali non ha potuto far partire taluni corsi di formazione professionale finanziati dal Fondo Sociale Europeo. Il parcheggio nella scuola al Boaga è avvenuto dopo ripetuti incontri fra l'assessore all'Istruzione, Lucio Costa, ed il suo omologo proviciale, Sebastiano Arcoraci. "La Provincia -spiega Costa- voleva trasferire immediatamente il S. Francesco nelle strutture già occupate dal "Benedetto da Norcia" in località Cave. Ciò non è stato possibile perchè i locali non sono ancora a norma e ci vorranno almeno due anni per acquisire l'agibilità. Nel frattempo le attività didattiche e di laboratorio saranno ospitate nei locali del "Boaga" disegnando in tal modo nuove potenzialità didattiche dell'ex istituto per geometri di via Marconi". La soluzione è salutata con soddisfazione anche dal coordinatore del "S. Francesco" Roberto Spolaore, perchè consentirà agli alunni di continuare ad utilizzare le risorse dei laboratori di agricoltura sperimentale presenti nel territorio. Chi non risparmia polemiche sull'operazione è invece il gruppo consigliare del "Ponte" ormai in aperta rottura con i compagni di maggioranza.
Il Ponte critica la giunta per la spesa. L'assessore: prassi antica
CADONEGHE. Prima il sindaco, Adriano Baldin. Poi l'assessore ai lavori pubblici, Mauro Sarti. E' ora la volta di Lucio Costa, assessore alla Cultura di Rifondazione comunista, entrare nel mirino delle critiche del Ponte. Che continuano, alla vigilia dell'approvazione del Bilancio, a sferrare attacchi ai compagni di maggioranza, esprimendo puntualmente voto contrario alle delibere dell'esecutivo. Gli strali si sono abbattuti sulla decisione della giunta di spendere 12 milioni per l'acquisto di un'opera dell'artista Malek Pansera. Si tratta di una parte di un trittico, denominato "Il Muro", già oggetto mesi fa di una mostra personale ed esposto in sala consiliare. Nulla da dire da parte del Ponte sul valore artistico dell'opera, che sfugge comunque alle conoscenze dei non esperti di arte contemporanea. Molto da osservare, invece sull'opportunità di una spesa che uguaglia quanto l'Assessorato alla Cultura destina ogni anno all'acquisto dei libri e di periodici per la Biblioteca. Perchè allora farla? Per Mirco Gastaldon vicesindaco del "Ponte" e per gli altri suoi colleghi consiglieri della civica non ci sono dubbi. "Il sindaco -spiega- ha fatto una promessa all'artista ed ora deve mantenerla. Ma non è così che si amministrano i soldi pubblici". Il "Muro" acquistato da Pansera è legato ad altre due opere donate dallo stesso artista. Una collocata nel piazzale antistante la Biblioteca e l'altra posta nella piazza prospiciente il Comune. Per questo l'Assessore alla Cultura, Costa, parla di polemica impropria. "Il Ponte -replica- dimentica che l'impegno assunto dal Comune è anche quello di valorizzare, attraverso l'acquisto, il patrimonio artistico locale. E' una prassi che vige sin dai tempi dell'ex sindaco Elio Armano, il quale fu il primo a commissionare opere ad artisti affermati come Murer e Samonà. Crediamo che l'interesse per la cultura si dimostri anche in questo modo. Affermare, come essi fanno, di aver speso denaro per opere leggibili solo da pochi eletti è offendere implicitamente la sensibilità dei propri concittadini".
Era rimasto schiacciato dalla motocicletta...
CADONEGHE. Era rimasto schiacciato dalla motocicletta nuova che stava provando a Cadoneghe . Sembrava dovesse cavarsela con qualche frattura ed invece è deceduto due giorni dopo l'incidente. Gianluigi Avaldi, 30 anni, residente a Padova, in via Calfurnio 6, si è spento l'altra sera all'ospedale civile. Era stato ricoverato per trauma cranico e per la frattura della clavicola. Non sembrava gravissimo, la prognosi era di 40 giorni. Una complicazione sopraggiunta nelle ultime ore ha però reso le sue condizioni disperate. I medici hanno tentato in tutti i modi di salvargli la vita ma non c'è stato nulla da fare. Sul posto è intervenuta una pattuglia dei carabineri di Vigodarzere per i rilievi. Non hanno trovato il casco. Gianluigi Avaldi, operaio in un'azienda artigianale di Padova, era sposato con un figlio. Sabato scorso, poco dopo le 12, il giovane raggiunge un meccanico di Cadoneghe . Vuole provare una moto 500 di cilindrata, forse con l'intenzione di acquistarla. Percorre qualche decina di metri ma non appena raggiunge via Salgari, la moto sbanda ed il suo conducente scivola rovinosamente a terra. Avaldi batte la testa sull'asfalto, la moto gli cade addosso. Il colpo è violentissimo e gli fa perdere i sensi. All'incidente assistono alcuni passanti che accorrono immediatamente per fornire la prima assistenza. Le condizioni del ferito sono però talmente gravi che è sconsigliabile non spostarlo. Poco dopo arriva un'ambulanza del 118 che trasferisce il giovane all'ospedale civile di Padova. Avaldi ha riportato un trauma cranico e la frattura della clavicola. La prognosi è di quaranta giorni. Ma i medici sono preoccupati soprattutto per il trauma cranico i cui effetti possono farsi sentire anche successivamente. Purtroppo così è stato. Il trentenne deceduto due giorni dopo l'incidente.
Guerra in Giunta sul cimitero
CADONEGHE. Doveva essere guerra e guerra è stata. Il cimitero di Meianiga è così diventato il primo casus belli della polemica interna alla giunta. Che vede opposte le forze della civica "Il Ponte" ai gruppi di sinistra raggruppati nella coalizione di "Cadoneghe democratica". Paolino Beccaro e Mirco Gastaldon, assessori in forza al "Ponte" non hanno gradito il rinnovo dell'incarico della direzione lavori per il secondo stralcio delle opere al camposanto allo stesso progettista nomitato in precedenza. Le numerose carenze riscontrate in opere costate oltre un miliardo e mezzo avrebbero consigliato altre scelte. I difetti sono sotto gli occhi di tutti. Al punto che molte famiglie desiderano che i propri cari vengano sepolti altrove. Ci sono infiltrazioni dai piani superiori che "annaffiano" i visitatori nel parterre. Le porte dei bagni non si aprono perchè ostruite dalle eccessive dimensioni dei sanitari. Alcuni loculi non sarebbero di misure adeguate risultando costruiti con materiali di ripiego. Le responsabilità insomma non graverebbero secondo il "Ponte" solo sull'impresa. Ma il sindaco respinge le accuse."L'appalto -dice Adriano Baldin- è stato fermo un anno. Il Tar ha infatti decretato l'aggiudicazione dei lavori ad una ditta siciliana che ha lavorato a singhiozzo, facendo arrivare i materiali dalla propria regione e facendo bloccare le forniture per non poterle pagare in contanti. Il direttore dei lavori è stato in grado di assicurare comunque la conclusione dei lavori e far scomputare alla ditta 300 milioni che saranno utilizzati per il rifacimento delle opere".
La delibera di giunta che ha confermato il direttore dei lavori è passata con il voto clamoroso voto contrario del Ponte. Non sarà l'ultimo veto all'interno di una conclamata crisi della maggioranza di centro sinistra".
Il gruppo politico il "Ponte" rinfaccia agli alleati di "Cadoneghe Democratica" di aver lasciato per otto mesi nel cassetto le rivendicazioni delle famiglie vicino alla statale
CADONEGHE. Ed ora il "Ponte" lancia l'accusa. Rinfacciando agli alleati di giunta di "Cadoneghe Democratica" di aver lasciato per otto mesi nel silenzio le rivendicazioni avanzate dalle famiglie residenti nei pressi della Statale del Santo. La crisi di giunta ha condito quindi di veleno la protesta della cittadini di via Sauro e dintorni. Che appoggiano le ragioni opposte dalla civica di ispirazione popolare al sindaco ed all'assessore ai lavori pubblici. Rincarando nei loro confronti le accuse di lentezza e di disinteresse verso quegli interventi necessari a sottrarre un intero quartiere dalla morsa del traffico pesante e dell'inquinamento acustico ed atmosferico.
"La sortita del Ponte -commenta il responsabile del comitato di via Sauro, Sergio Drosera- non mi sorprende. E chiarisce come le promesse fatteci a suo tempo dal sindaco fossero davvero parole vuote. Adriano Baldin lo scorso agosto aveva garantito di installare nel quartiere dei rallentatori di velocità per lenire il disagio del traffico pesante. Aspettiamo ancora".
Il comitato di via Sauro aveva proposto da tempo un senso unico lungo il rondò che collega la statale alla viabilità locale. Ma la proposta non aveva sortito il favore della maggioranza. Più propensa a favorire la costruzione di una bretella di collegamento fra via Conche e via Augusta per liberare gli svincoli intasati dal traffico. "Una soluzione -continua Drosera- che sarebbe costata 4 miliardi senza offrire sicure garanzie di riuscita".
Con la giunta in crisi, il comitato di via Sauro, forte di oltre 850 firme di adesione, vuole ora dare una connotazione politica alle proprie rivendicazioni. Sergio Drosera guarda con simpatia al "Ponte" ed alle forze di centro destra come alleati capaci di dare concretezza alle richieste del quartiere.
La crisi vista da destra
(L.P.) CADONEGHE. I litigi all'interno della giunta fanno accorrere la destra. Che non guarda con indifferenza il distacco messo in atto dai popolari del "Ponte" dai gruppi di sinistra di "Cadoneghe democratica". Constatando l'ormai avvenuto scioglimento dell'alleanza che aveva sorretto la vittoria del centro sinistra alle amministrative del '99. Non basta che Maria Cocchiarella, capogruppo del "Ponte" abbia detto a chiare lettere di non voler lavorare a profitto del Polo e dei suoi alleati. Forza Italia e An, infatti, fiutano con sicurezza venti che annunciano il prossimo crollo dell'esecutivo. Ed invitano il Ponte a concludere con coerenza e coraggio la critica avviata in seno alla maggioranza.
"Hanno finalmente fatto luce -commenta il coordinatore locale di Forza Italia, Pierantonio Maschi- sui dissidi e sulle difficoltà d'intesa che covavano nel silenzio del palazzo. Accusando i guasti di una politica che si faceva sempre più lontana dagli interessi dei cittadini. Se sono coerenti devono andare fino in fondo. E portare Cadoneghe a nuove elezioni per garantire un governo finalmente espresso dalla gente".
Pontevigodarzere. Emergenza trafico e smog
(L.B.) Emergenza benzene a Pontevigodarzere. Continuano gli incontri tra il sindaco, Giustina Destro, gli assessori Augusto Morini (Mobilità) e Silvio Scanagatta (Ambiente), i sindaci dei comuni di Cadoneghe e Vigodarzere, per vagliare alcune ipotesi di soluzione.
Alcune sembrerebbero decisamente drastiche: chiusura al traffico automobilistico in alcune fasce orarie, istituzione di un senso unico per chi viaggia da Padova a Camposampiero, obbligo di imboccare la Statale del Santo o la strada per Limena a chi viaggia in senso contrario.
"Non so nulla di tutto questo, perché non ho partecipato ai vari incontri" dichiara Sergio Cosentino, presidente del Consiglio di Quartiere 2 Nord che comprende anche Pontevigodarzere e quindi "confina" con il problema. "Certo se il benzene è alto qualcosa bisogna fare. Il problema cruciale riguarda probabilmente il raddoppiamento del ponte. In attesa, credo sia giusto trovare soluzioni provvisorie che attenuino il benzene e lo riportino nella norma".
Resta aperta una questione che Cosentino giudica "di ardua soluzione: questa è l'unica entrata della città a Nord. Sono almeno 20 anni che si sostiene che la situazione così com'è appare insostenibile. Finora non si è fatto nulla. Mi sembra quindi corretto quello che ha fatto il sindaco Destro, cioè riproporre il tema. Chiaramente, anche i comuni limitrofi devono capire che risolverlo è un'urgenza. Insomma, chiedo la collaborazione di Cadoneghe e Vigodarzere. Spero che prendendo spunto da questa situazione annosa si riesca ad aprire un tavolo di concertazione per discutere una soluzione comune".
"Sicuro, servono delle soluzioni..."
(L.B.) "Sicuro, servono delle soluzioni per la viabilità" dichiara il sindaco di Vigodazere, Francesco Francini Pesenti. Ma aggiunge: "Vanno prese di concerto tra Padova, Vigodarzere e Cadoneghe . E se è vero che il problema benzene esiste, è anche vero che l'unica soluzione seria sarebbe la chiusura del traffico. Come tutti possono capire, si tratta di un provvedimento che non può essere preso per ovvie ragioni di viabilità in una zona che interessa quasi centomila persone e su strade dove circolano migliaia di veicoli al giono".
E allora? "Sono contrario - afferma Pesenti - a soluzioni provvisorie, magari anche drastiche, ma che alla fine risolvono il problema per qualche centinaio di metri e poi finisce che lo spostano altrove. Alla fine, valutato tutto, non ci sarebbe davvero alcun vantaggio. Il problema cruciale è e resta quella strettoia in via Pontevigodarzere, che per quanto si allarghi altrove fa sempre da imbuto. Innanzitutto, dunque, bisognerebbe pensare a operazioni in grado di snellire il traffico in quel punto, poi ne servirebbero altre in grado di creare collegamenti e bypass tra la Statale Valsugana e la Strada del Santo".
Il sindaco di Vigodarzere si schiera, insomma, a favore di provvedimenti anche radicali, ma che realmente riescano a risolvere la situazione una volte per tutte. "I provvedimenti tampone non servono più. Sono tutte piccole cose che magari sembrano creare giovamento appena vengono messe in pratica, ma alla fine consentono al problema di ripresentarsi come prima, anzi magari amplificato".
Cautela con i dati sull'inquinamento ma l'allarme è comunque giustificato
Leggo, nell'edizione locale del 3 gennaio, l'ennesimo articolo sull'inquinamento elettromagnetico: titolo a sei colonne per affermare che, nel territorio del Comune di Cadoneghe , "... il tasso di elettrosmog sta toccando livelli di guardia...": questo dovrebbe significare che l'inquinamento elettromagnetico, rappresentato dal non meglio definito "tasso di elettrosmog", assume, come risultato di misure o di calcoli effettuati, si presume, su tutto il territorio comunale, valori prossimi ai valori-limite, fissati dalla legislazione vigente, per ben definiti parametri dei campi elettromagnetici generati a frequenza utilizzata per la rete elettrica (50 Hz) ed a radiofrequenze (100 kHz-300 GHz).
Due domande: quali sono i valori calcolati o misurati? Qual è il risultato del confronto con i valori-limite? Senza pretendere di insegnare qualcosa a qualcuno, la mia opinione è che, in questa materia, la corretta informazione si fa, per cominciare, fornendo le risposte a quelle domande; con i titoli a sei colonne spesso si fa solo confusione (e demagogia).
Elettrosmog a Pontevigodarzere
Le proposte ci sono, ma per decidere si deve attendere l'incontro con i sindaci dei Comuni interessati. Ieri, infatti, Giustina Destro e gli assessori Augusto Morini (Mobilità) e Silvio Scanagatta (Ambiente) si sono riuniti per vagliare alcune ipotesi di soluzione per il nodo di Pontevigodarzere. Come abbiamo scritto nei giorni scorsi, a dicembre, per un'intera settimana, nella zona è stato registrato un livello di benzene doppio rispetto al massimo consentito dalla legge.Le ipotesi prese in considerazione, dunque, sono tre: la chiusura al traffico automobilistico in alcune fasce orarie; l'istituzione di un senso unico per chi da Padova si dirige a Camposampiero, mentre chi proviene dal senso opposto sarebbe obbligato ad imboccare la Statale del Santo, o la strada per Limena; l'installazione di un guard rail e l'eliminazione del semaforo in modo che tutte le auto evitino la sosta.
Ovviamente ci sarà, sia fra gli abitanti dei quartieri interessati, sia fra i residenti dei paesi limitrofi, chi dovrà sopportare dei disagi. Proprio per cercare di attuare il provvedimento meno penalizzante si è stabilito che a decidere siano tutti i soggetti coinvolti: i Comuni di Padova, Cadoneghe e Vigodarzere, la Provincia e i Vigili Urbani. Intanto ai tecnici del settore Mobilità è stato dato l'incarico di vagliare se esistano altre eventualità. Giustina Destro, comunque, è stata drastica: "Qualcosa bisogna fare - ha detto - perché di mezzo c'è la salute dei cittadini. E il benzene, come si sa, provoca malattie terribili, tra cui la leucemia".
Serie B. Il campionato riparte con una partita impegnativa ma molto stimolante, al palasport di Cadoneghe
CADONEGHE. Dopo la lunga sosta natalizia la serie B di calcio a cinque riprende il cammino proponendo al Mocellin Cadoneghe l'ennesimo incontro decisivo: nel posticipo della decima giornata (dovuto all'indisponibilità ieri del Palasport Palme) alle 15 scende in campo contro la Virtus Rekord Five Verona capolista, nella penultima di andata. Il quintetto di Langè non può permettersi nient'altro che una vittoria per non compromettere anzitempo la stagione. Il Mocellin infatti accusa sei punti di svantaggio dai veronesi e perdere, oggi, significherebbe scivolare a 9 punti dalla vetta, un margine difficilmente recuperabile in un campionato corto, con solo 12 partite ancora da disputare; un successo accorcerebbe invece l'alta classifica (ne beneficerebbero in primis Luparense e Dese) e riaprirebbe i giochi a qualsiasi soluzione. Il Mocellin per vincere dovrà ripetere la prestazione quasi perfetta di un mese fa, quando affrontò (più o meno con la stessa necessità di vincere) la Luparense, allora capolista.Fra le mura amiche, in effetti, il Mocellin quest'anno non ha mai tradito, vincendo in tutte e quattro le occasioni sin qui avute; l'handicap della squadra di Cadoneghe nella prima parte del campionato è rappresentato dalle trasferte dove ha raccolto una sola vittoria, una sconfitta e tre pareggi. Ma anche la Virtus Rekord Five si presenta alla sfida con un formidabile ruolino di marcia in trasferta, dove ha sempre vinto. Gli scaligeri del resto sono partiti per questa serie B per essere protagonisti ed ora che si trovano al comando hanno tutte le intenzioni di conservarlo: nello scorso luglio la società ha rinunciato all'iscrizione in serie A1 per questioni economiche ma, conseguito (con qualche alchimia burocratica) un posto nella serie cadetta, ora vuole riprovare la salita.Dalla formazione che lo scorso anno conquistò una tranquilla salvezza nella massima serie sono partiti diversi giocatori (fra gli altri Cappellato ed Esposito sono approdati proprio a Cadoneghe ), ma la rosa rimane di prim'ordine: l'organico poi è stato rinforzato con l'ingaggio dell'attaccante Massimiliano Botta (ex Petrarca e Arzignano) che proprio oggi fa il suo esordio e soprattuto con l'arrivo in panchina a dicembre di un allenatore fra i più quotati in Italia, Pino Milella, tornato volentieri in riva all'Adige. Il confronto fra Cadoneghe e Verona è caratterizzato anche dei buoni rapporti fra le due società, con diversi scambi di giocatori negli anni passati. Significato particolare avrà la partita per l'allenatore del Mocellin, Marco Langè che a Verona vive e che con la maglia scaligera ha giocato ben 12 campionati. Identica condizione di ex dalla lunga militanza veronese sono anche Gianluca Cappellato, che oggi guida l'attacco del Mocellin, ed Alfredo Esposito, che però è rimasto bloccato da un infortunio in precampionato e solo a fine gennaio potrà fare il suo sospirato esordio.C'è da aspettarsi una partita combattuta e corretta, ma difficilmente ricca di gol come era stata -ad esempio- la sfida con la Luparense. Verona, infatti, rispetto ai Lupi è una squadra meno frizzante che bada molto di più al sodo: non a caso la porta di Svigir è quella meno battuta del campionato, con solo 20 gol al passivo; l'attacco invece, con solo 44 reti, è solo il settimo del lotto e non a caso la società si è mossa sul mercato per acquistare un attaccante come Botta. Un avversario particolarmente impegnativo, dunque, per il Mocellin che si è preparato con puntiglio alla sfida, mantenendo, nonostante le feste, la cadenza di tre allenamenti alla settimana per non perdere il ritmo: la squadra è pronta e motivatissima, convinta di poter centrare il risultato pieno. La riprova, ora, è affidata al campo.
Per l'allenatore Langè, veronese,incontro che vale come un derby
CADONEGHE. La sfida fra Mocellin Cadoneghe Futsal e Verona riveste un significato particolare per Marco Langè, da due anni allenatore del Mocellin ma veronese doc e per 12 anni giocatore con la maglia scaligera. "Se per la società e la squadra la partita con la Luparense era il vero derby, per me la gara più intrigante del campionato è indubbiamente questa, con i miei concittadini ed ex compagni di squadra, ma la affronto con molta serenità" dice prima di guidare l'ultimo allenamento di rifinitura. "Per me è una partita particolare, sono in ottimi rapporti con tutti a Verona, 3-4 di loro sono ottimi amici prima che ex compagni di squadra. Sarà dunque un derby che fa piacere giocare: io spero di batterli, altrimenti stasera gli amici mi aspettano fuori di casa per sfottono per dei giorni". E per il Mocellin cosa significa questa partita? "E' una partita importante, speriamo che vada nel migliore dei modi. Sento che in spogliatoio c'è voglia, stiamo bene, e potremo sopperire alle assenze di Esposito e Laobi, per quanto pesanti".
Stasera a Bagnoli
CADONEGHE. (L.P.) Si conteranno in oltre quattromila le persone che alzeranno il viso al cielo per assistere ancora una volta all'approdo della Befana. Il Gruppo Agricoltori di Bagnoli, con il patricinio del Comune della Provincia di Padova e de "Il Gazzettino" rinnova infatti questa sera alle 21, sull'area antistante la trattoria "Da Gambero", l'antica tradizione del "Rogo della Strega". L'appuntamento, giunto quest'anno alla diciottesima edizione, vive nella suggestiva rievocazione dell'ambiente rurale veneto e delle antiche saghe contadine. Non mancherà il riferimento al sacro, con la processione della Natività in costume d'epoca. Ad arricchire quest'anno il corteo, ci saranno anche dei cavalli sui quali siederanno gli armigeri di Re Erode. La processione della Natività rivivrà le note natalizie con la presenza della Show Band di Fossò. Le offerte raccolte nel corso della manifestazione saranno devolute alla Fondazione "Città della Speranza".
Durante un fortunale un albero investì un'auto che percorreva la vecchia statale nel centro abitato di Mejaniga: l'Enas, risarcito il conducente, ha preteso il ristoro dal Comune
CADONEGHE. Non sarà più necessario che l'Enas, l'ente nazionale per le strade, coltivi dinanzi al giudice Roberto Beghini la causa contro il Comune di Cadoneghe . L'amministrazione municipale ha preferito transare il contenzioso, dando mandato all'Assitalia di liquidare all'ente le spese sostenute per risarcire un automobilista investito da un grosso ramo. Cinque milioni. La vicenda è singolare. Mentre il 13 maggio 1996 percorreva al volante della propria macchina la vecchia statale del Santo nel tratto che attraversa il centro abitato di Mejaniga, un grosso ramo staccatosi da un albero si era abbattuto sulla carreggiata centrando in pieno la vettura. Il conducente per fortuna era riuscito a controllare la sbandata prima di schiantarsi fuori strada. Uscito miracolosamente illeso dall'abitacolo schiacciato, aveva preteso i danni. Ma dopo due anni di tira e molla, l'automobilista aveva fatto causa all'Enas trascinandolo dinanzi al giudice di pace ed ottenendo la condanna dell'ente al risarcimento di 4 milioni oltre alla refusione delle spese di lite. L'Enas, a sua volta, tutelato dall'Avvocatura distrettuale dello Stato rappresentata dall'avvocato Diego Bonavina, ha preteso dal Comune il ristoro di quanto pagato all'automobilista. Nella citazione ha sostenuto che in virtù di una convenzione stipulata con l'amministrazione comunale di Cadoneghe in vigore sin dal febbraio 1995, il tratto di statale che attraversa Mejaniga è diventato una strada interna. L'Enas rimane responsabile della manutenzione del piano viario, ma incombe sul Comune l'onere del buon uso e della manutenzione dei marciapiedi, delle banchine rialzate e delle connesse pertinenze, alberi compresi. Di conseguenza il grosso ramo caduto - vuoi anche con la complicità del maltempo che in quei giorni imperversava - costituisce diretta conseguenza dell'inadempimento del Comune che non ha provveduto ad una corretta manutenzione. L'amministrazione comunale non si è neppure costituita nel giudizio, preferendo avviare con l'ente statale una trattativa e raggiungere stragiudizialmente un soddisfacente accordo per entrambe le parti.
In via Rigotti un elettrodotto sfiora un'area verde, in via Matteotti c'è un'antenna così pure a Bagnoli vicino a una scuola. Il Comune vara un regolamento che il Coreco respinge
CADONEGHE. Un elettrodotto sfiora un'area verde in via Rigotti. Il Comune ha preferito spostare il giardino pubblico sottostante trasformandolo in un luogo attrezzato per il passeggio dei cani. In via Matteotti, invece, è stata innalzata un'antenna della Omnitel in un'area urbanisticamente individuata come parco. E quindi incompatibile con l'impianto. A Bagnoli, un'altra antenna staziona a pochi metri dalla scuola materna. Nessuno si è mai preoccupato di spiegare se sia o meno a distanza pregiudizievole per la salute dei bambini. Sono i casi più eclatanti di una sitauzione di totale anarchia presente in un territorio dove il tasso di elettrosmog sta toccando livelli di guardia. Poco conta che il Comune, la scorsa estate abbia approvato il regolamento che disciplina l'installazione degli impianti. Il Co.re.co infatti l'ha respinto, giudicando eccessivo il calcolo delle distanze di sicurezza dalle fonti elettromagnetiche. Rifondazione comunista, che pure appoggia le forze di governo, vuole tuttavia che sia fatta chiarezza sulla babele di concessioni che vede moltiplicarsi il numero delle sorgenti di inquinamento. L'impianto di via Matteotti, ad esempio, sarebbe stato autorizzato cinque giorni prima dell'entrata dell'entrata in vigore del nuovo regolmento. Le modalità con le quali è stata concessa l'autorizzazione non hanno convinto il consigliere comunista Walter Poggi. Che così annuncia iniziative di protesta e sensibilizzazione pubblica. "Gli uffici comunali -spiega- sostengono che l'antenna di via Matteotti è a distanza di sicurezza dalle case circostanti. Dimenticandosi di quelle che sorgono a poca distanza sull'opposta riva del Brenta. In un clima di estrema confusione delle normative, il Comune fatica a seguire una linea chiara. E soprattutto non si preoccupa di misurare in modo preciso l'incidenza del fenomeno sul territorio".
24 Gennaio 2001 "IL GAZZETTINO"
23 Gennaio 2001 "IL GAZZETTINO"
19 Gennaio 2001 "IL GAZZETTINO"
Trasloca l'Istituto San Francesco
Da tempo la struttura della scuola professionale era stata dichiarata inagibile
Lucio Piva
18 Gennaio 2001 "IL GAZZETTINO"
Bufera per l'acquisto del muro
L.P.
17 Gennaio 2001 "IL GAZZETTINO"
13 Gennaio 2001 "IL GAZZETTINO"
Al "Ponte" non va il rinnovo dell'incarico per Mejaniga
Lucio Piva
12 Gennaio 2001 "IL GAZZETTINO"
"Giunta, colpevole di silenzio"
I litigi nella maggioranza "conditi" dalle accuse di lentezza e disinteresse
Lucio Piva
12 Gennaio 2001 "IL GAZZETTINO"
Il Polo:"andiamo a nuove elezioni"
"Alla luce i dissidi e le difficoltà che covavano nel silenzio del palazzo"
Se il Ponte dovesse venire meno a questo impegno si troverebbe prigioniero di una condotta ambigua. Che obbligherebbe il Polo a denunciare apertamente un anno e mezzo di connivenze silenziose all'ombra di reciproci interessi. Alleanza Nazionale invece non ha dubbi. La spaccatura della maggioranza dovrebbe indurre il sindaco Adriano Baldin a rassegnare le dimissioni. E rinunciare per l'interesse dei cittadini ad una poltrona divenuta traballante.
La destra chiede anche che siano pubblicamente analizzate le questioni all'origine degli attriti fra il "Ponte" e gli alleati della sinistra. A cominciare dalle discusse lottizzazioni della ex Breda e della ex Grosoli, rimaste per anni i punti nodali della politica locale.
10 Gennaio 2001 "IL GAZZETTINO"
"È una situazione insostenibile da vent'anni"
Per il presidente del Cdq, Sergio Consentino, bisogna trovare una soluzione con i comuni vicini
Del problema si è parlato anche in Quartiere. "Certo - dice il presidente - è all'ordine del giorno da tempo. Per quanto riguarda le nostre competenze, possiamo limitarci a porre l'attenzione anche su questo argomento, e lo abbiamo fatto più volte. Anche perché i cittadini, non soltanto quelli della zona, sono attenti alle questioni legate alla viabilità, e al tempo stesso a quelle riguardanti la qualità dell'aria".
Il problema, annota Cosentino, "è che bisogna comunque stare attenti a tutto. La qualità della vita ha molti aspetti e non riguarda soltanto l'inquinamento. Anche se, chiudendo la strada, induciamo un commerciante a chiudere il livello qualitativo dell'esistenza di chi utilizzava quel servizio scende un po'. Per questo dico che non esistono soluzioni facili".
Leon Bertoletti
10 Gennaio 2001 "IL GAZZETTINO"
Questo dichiara il sindaco di Pontevigodarzere
10 Gennaio 2001 "IL GAZZETTINO"
Lucio Frison
9 Gennaio 2001 "IL GAZZETTINO"
L'ultima parola all'incontro tra sindaci
Ni.Co.
7 Gennaio 2001 "IL GAZZETTINO"
Mocellin, con la Virtus Record si può realizzare un altro blitz
7 Gennaio 2001 "IL GAZZETTINO"
5 Gennaio 2001 "IL GAZZETTINO"
La befana e il corteo in costume
4 Gennaio 2001 "IL GAZZETTINO"
Pace sul ramo della discordia
L'amministrazione ha preferito dribblare la causa ed accordarsi con l'ente
3 Gennaio 2001 "IL GAZZETTINO"
Elettrosmog a livelli di guardia
Una babele di concessioni sulle quali Rifondazione chiede alla Giunta più chiarezza
Lucio Piva