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RASSEGNA STAMPA – OTTOBRE 2001

"IL GAZZETTINO"



19 ottobre 2001 "IL GAZZETTINO"

Il comitato di cittadini di via Guerzoni e via Palladio protesta caldamente con il Comune per la decisione di traslocare le aree
Orti sociali sotto i cavi dell'alta tensione
Sopra corrono due linee di 136 mila volts l'una. Un parco è stato spostato un anno fa, ma ora coltivare la terra andrebbe bene

CADONEGHE. Via i bambini dalle influenze delle onde elettromagnetiche. Meglio mettere al loro posto i cittadini affidatari degli orti sociali. Che potranno quindi coltivare i prodotti della terra sin sotto i cavi dell'alta tensione del grande elettrodotto delle Ferrovie, dotato di due linee parallele di 136 mila volts l'una. Il comitato spontaneo dei cittadini di via Guerzoni e via Palladio accusa insomma l'Amministrazione di scelte impopolari ed insensate. Proprio il Comune, non più tardi di un anno fa, aveva deciso di non aprire un giardino pubblico già realizzato da una ditta lottizzante a scomputo degli oneri di urbanizzazione. La struttura era già dotata dei giochi e degli arredi. Bastava solo il taglio del nastro. A frenare l'apertura fu la considerazione che il giardino era ubicato esattamente sotto i cavi dell'alta tensione. Con effetti probabilmente nocivi per i piccoli utenti. Il parco quindi fu spostato poco lontano, in via Sauro. A due passi dalle intasatissime corsie della nuova Statale del Santo. Poco importa se nella zona l'Arpav avesse monitorato quantità di smog a livello di guardia. L'importante era portare lontano i bambini dai pericoli sopra la loro testa. La sorpresa quindi è stata grande quando il comitato della zona ha appreso l'intenzione dell'Amministrazione di spostare gli orti sociali tuttora ubicati in via Vittorio Veneto. La zona infatti sarà interessata da una lotizzazione. Dove potrebbe quindi essere ubicata una nuova area per le colture collettive? L'ipotesi del Comune è stata giudicata a dir poco sconcertante dal comitato di zona. "Mettere gli orti sotto i cavi dell'alta tensione -spiega infatti il portavoce dell'organismo di quartiere, Giuseppe La Rosa- è un fatto inconcepibile per amministratori che si professano sensibili ai problemi ambientali. Il comune, ritagliando una fetta di terra sotto l'elettrodotto indende così risolvere l'impaccio delle linee elettriche che impediscono di collocare panchine e giochi. E risparmiare sullo sfalcio dell'erba, dando il contentino a quanti vogliono per diletto coltivare prodotti sani e naturali. Ma giocando con la loro salute". Le soluzioni da proporre? Il comitato non ha dubbi. Basterebbe che i cavi fossero interrati per oltre 300 mt. Ma il Comune sarà capace di far valere le sue ragioni contro l'Ente Ferrovie?
Lucio Piva


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17 ottobre 2001 "IL GAZZETTINO"

Telefono "a sbafo" paga il Comune

CADONEGHE. Oltre alla Casa del Popolo, che funziona in paese da decenni, esiste anche un "telefono del popolo". Il servizio non è chiaramente istituzionalizzato. Eppure ha rappresentato per mesi una "risorsa sociale" per molte persone. Che hanno utilizzato la linea attivata all'interno della casa albergo "Altiero Spinelli" di Meianiga completamente a sbafo. Gonfiando enormemente le bollette a carico del Comune. Le fatture, in certe circostanze hanno infatti superato i sei zeri. Nessuno finora se n'era accorto. Sino a quanto il caso non è stato sollevato in consiglio comunale dal consigliere leghista Zakaria Naijb. Destando non poco imbarazzo. Il telefono all'interno della casa albergo era stato attivato dal Comune per poter rispondere ai bisogni degli anziani ospiti della struttura. In grado, in caso di necessità, di poter chiamare facilmente le strutture assistenziali e di primo soccorso. Non è mancato chiaramente chi ha visto nella funzionalità dell'apparecchio un'autentica manna. Passando ore a conversare con i congiunti o gli amici. La cosa è diventata di dominio pubblico anche all'esterno della struttura. Cosicchè non sono mancati altri "estranei" che hanno fatto riferimento alla linea telefonica per le più disparate necessità. Il consigliere leghista, d'origine marocchina, non ha mancato di prendersela anche con alcuni immigrati un tempo ospiti nella struttura. Non ha specificato se connazionali. "Sfruttavano il telefono del Comune -ha detto- per chiamare nei paesi d'origine. Intrattenendo conversazioni interminabili". Il tutto chiaramente era favorito dall'assenza dei controlli. Nonostante all'indirizzo dell'Amministrazione fossero già giunte bollette di fuoco, l'assessore agli Interventi Sociali, Alessandra Baldan, non è sembrata affatto sorpresa. "Ero a conoscenza del problema -spiega- e avevamo pensato di risolverlo attivando all'interno della casa albergo un telefono a gettoni. La Telecom, tuttavia non ha ritenuto opportuno attivare un impianto pubblico a scheda o a gettone vista la scarsità di traffico". Se così accadesse, del resto, gli anziani e gli altri utenti, più o meno abusivi protesterebbero. Anche per loro infatti vale lo slogan che una telefonata (meglio se a spese del Comune) allunga la vita.
Lucio Piva

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13 ottobre 2001 "IL GAZZETTINO"

La fossa non è pronta: il sindaco precisa

CADONEGHE. La fossa non pronta al cimitero? Il sindaco Baldin elenca: la ditta incaricata è stata informata ben due giorni prima; quel mattino si è verificato un guasto meccanico dell'escavatore prima delle 11, ora della sepoltura; è stata chiamata subito un'altra ditta, il mezzo è giunto alle 11.45, scavo ultimato alle 12.10; poi d'accordo con la famiglia la sepoltura è stata posticipata alle 14.30. Il sindaco afferma di essere stato informato dell'episodio alle 12.30 mentre era in viaggio per Venezia; ha fatto subito ritorno in paese ed ha partecipato poi alla cerimonia portando ai familiari le sue scuse per quanto accaduto. Alla cerimonia era presente anche il sacerdote. Una conferma di quanto scritto, a parte la presenza del parroco.

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12 ottobre 2001 "IL GAZZETTINO"

La fossa non è pronta, la salma finisce nel magazzino degli attrezzi

CADONEGHE. Non è bastato l'immenso dolore per la prematura perdita del fratello. Ha dovuto anche subire quello di non potergli dare una dignitosa sepoltura. Lasciando che le spoglie del suo caro riposassero provvisoriamente in un magazzino di disbrigo. È stata davvero una vicenda degna di un teatro dell'assurdo quella vissuta da Antonio Zabeo, che risiede in via del Santo a Cadoneghe . Dopo lo straziante rito d'addio al congiunto celebrato ieri mattina nella chiesa di San Bonaventura di Bragni, aveva condotto il corteo funebre al camposanto di Meianiga, per il pietoso rito della sepoltura. Ma per accogliere il defunto non era stato predisposto alcun loculo. Ad accogliere parenti ed amici c'erano solo alcuni operai della ditta incaricata alle opere cimiteriali. Che non senza imbarazzo hanno annunciato che la fossa non era ancora pronta. L'escavatore si era rotto qualche giorno prima. La colpa, a loro dire, sarebbe stata del Comune che non avrebbe avvisato in tempo la famiglia del defunto per spostare i funerali. I parenti sono rimasti allibiti. L'anziana madre, in particolare, è stata colta da una crisi di sconforto, quando ha visto le spoglie del figlio sistemate alla meglio in uno sgabuzzino trovato all'ultimo momento. "Un luogo - ha commentato Antonio Zabeo - indegno di accogliere le scope ed utilizzato dagli operai per sistemarci gli attrezzi. La salma di mio fratello è così stata benedetta in fretta e furia e lasciata fra quelle quattro mura come un pacco postale. Il nostro dolore non meritava certo questo indegno riscontro". Antonio Zabeo si è subito recato in Comune. Uscendone allibito. "Sono cose che possono capitare" è stata infatti la risposta del funzionario di turno. L'impresa funebre, dal canto suo, ha declinato ogni responsabilità. Nonostante avesse assicurato giorni prima la famiglia del defunto di provvedere puntualmente ad ogni cosa. La sepoltura è quindi avvenuta solo nel pomeriggio di ieri, dopo la presentazione della denuncia. E senza il sacerdote ad impartire l'ultima benedizione. Antonio Zabeo è stato costretto a rivolgersi ai Carabinieri per denunciare il fatto. Che, come spesso avviene, non ha al momento il nome di alcun responsabile.
Lucio Piva

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