Castagnara: un imbuto quella rotonda
Siamo alcuni lavoratori della Griggio S.p.A. con sede a Reschigliano di Campodarsego e ogni mattina dobbiamo partire da Padova e "superare" la nuova rotonda della Castagnara (Cadoneghe ) per recarci in azienda. Inizialmente anche noi eravamo entusiasti vedendo la realizzazione della nuova rotonda poiché pensavamo che avrebbe alleggerito il traffico in quel punto come era effettivamente avvenuto con quella di Vigodarzere. Purtroppo, già dal primo giorno, abbiamo notato che non vi era nessun miglioramento. La coda "normale" è peggiorata portandoci ad un ritardo giornaliero di circa 30/40 minuti, per non parlare di quella che si forma nelle giornate di brutto tempo in cui le macchine, come ieri mattina, sono completamente ferme! Il blocco del traffico inizia alla nuova rotonda della Castagnara perché le vetture che arrivano da Padova vengono bloccate da quelle che provengono da via Marconi e da via Gramsci a Meianiga. Da anni facciamo questa strada ogni mattina e conosciamo le difficoltà di questo tratto viario, ma adesso la situazione é decisamente peggiorata. Desideriamo chiedere ai comuni di Padova e Cadoneghe di studiare quanto prima una soluzione o di togliere la rotonda in oggetto che impedisce una corretta circolazione del traffico sulla statale.
Hanno probabilmente...
Hanno probabilmente tenuto d'occhio i movimenti della padrona di casa. Quando la donna è uscita per svolgere alcune commissioni hanno avuto campo libero. Per i ladruncoli è stato un gioco da ragazzi svaligiare l'abitazione. Il raid è avvenuto l'altro pomeriggio nella villetta della famiglia Bonotto, in via Carducci, nell'elegante quartiere di Mejaniga. La proprietaria Maria Teresa Costa ricorda di essere uscita attorno alle 16.15. Al rientro - soltanto un paio d'ore dopo - si è accorta che qualcosa non andava. Il portoncino d'ingresso era socchiuso. Ed in taverna c'era la luce accesa. La donna credeva fosse stata una dimenticanza della figlia Lara. Le è bastato compiere un rapido sopralluogo nelle camere per rendersi conto che qualche malintenzionato si era introdotto nell'abitazione. I ladri hanno forzato la serratura del portoncino utilizzando un gancio o un piede di porco. Hanno avuto il tempo di mettere a soqquadro ogni angolo della casa. Hanno rovistato dappertutto svuotando i cassetti degli armadi e degli altri mobili. Si sono impadroniti di tutto ciò che capitava a tiro. Dagli appendini delle stanze da letto sono sparite camicie, pantaloni, jeans e maglioni. Ovvero il meglio del guardaroba invernale della giovane. Dei preziosi della famiglia Bonollo non si è salvato praticamente nulla: i malviventi hanno razziato anelli, orecchini, bracciali e spille in oro ed argento. Diversi pezzi unici che rivestivano un enorme valore affettivo. Non è stata risparmiata neppure la fede nuziale del padrone di casa. Prima di andarsene i ladri hanno fatto una capatina in cucina. Sono stati vuotati tutti i cassetti della credenza. All'appello mancano però soltanto tre bottiglie di vino. Evidentemente dovevano celebrare il colpo nel migliore dei modi. I malviventi hanno lasciato alcune tracce del loro passaggio anche in taverna: fortunatamente non si sono accorti delle macchine fotografiche. Il furto, attribuibile alle bande di zingari o di clandestini romeni che si aggirano in zona, è stato regolarmente denunciato ai carabinieri della stazione di Vigodarzere. Stando ad una prima stima il bottino complessivo si aggirerebbe sui 15.000 euro.
Luca Ingegneri
PADIGLIONE 11
Un percorso per crescere
La Direzione Didattica di Cadoneghe sarà presente anche quest'anno a Expo Scuola 2002 proponendo il percorso intitolato "Crescere a scuola" il cui filo conduttore è l'idea di una scuola che guidi gli alunni ad una lettura e ad una interpretazione poliedrica della realtà lavorando in sinergia con le diverse agenzie educative e realtà territoriali. Durante la manifestazione sarà proiettato un video per presentare le esperienze vissute come la partecipazione al Consiglio Comunale aperto ai ragazzi, il Giragiramondo: 1000 bambini intorno al mondo" le "Olimpiadi", la "Giostra dei Cavalieri", "Teo e i colori dell'amicizia". Le scuole materne ed elementari del Circolo sono presenti aspettano allo stand 6, corsia A padiglione 11.
Oggi l'addio a Francesco Frasson
Si svolgono questa mattina, alle 10,30, nella chiesa di San Bonaventura i funerali di Francesco Frasson, 67 anni, il ciclista del G.S. Atala di Padova, morto domenica scorsa nelle Valli di Comacchio durante un giro in mountain bike, forse per infarto o forse per le conseguenze di una banale caduta. Si attende, infatti, l'esito dell'autopsia per stabilire la causa.
LA TRAGEDIA DOMENICA MATTINA NELLE VALLI DI COMACCHIO. FRANCESCO FRASSON ERA UN ESPERTO CICLISTA
Salta due scalini in legno con la mountain bike, cade a terra e muore
Si è accasciato al suolo senza un lamento, ai piedi del cognato che gli stava scattando una foto, una delle tante di quella uscita in mountain bike nella valli di Comacchio, domenica mattina, durante una splendida giornata autunnale. Francesco Frasson (nella foto), 67 anni, pensionato, cicloturista, accasato con il gruppo sportivo Atala di Padova, stava scendendo due scalini in legno, unica asperità di un ponticello tra un canale e l'altro: una difficoltà minima per un esperto ciclista che alternava le uscite in bici da corsa ad altre in mountain bike.Francesco Frasson abitava a Cadoneghe in via Primo Maggio 5: lascia la moglie Rosetta e due figli Claudio e Stefano. Da molti anni in pensione coltivava l'hobby della bici con assiduità. Era sempre presente alle uscite e ai momenti di svago organizzati dal gruppo Atala. E non aveva voluto mancare alla gita nelle valli di Comacchio. Anzi, aveva raggiunto la casa del cognato Giovanni Marcato, al Lido delle Nazioni, già venerdì. Poi domenica mattina la partenza assieme ad altri compagni di squadra per un giro di circa 70 chilometri. La disgrazia sulla via del ritorno su un argine lungo quasi dieci chilometri e chiuso al traffico da una sbarra di ferro. Erano le 11,30. Il gruppetto di dieci persone si era fermato per immortalare quei momenti di svago. Poi quei due scalini in legno da superare. Francesco Frasson è caduto e non si è più rialzato. Inutile il soccorso dei compagni e inutile il lavoro dei medici partiti dall'ospedale di Comacchio per prestargli soccorso. Hanno trovato la strada dell'argine sbarrata e qualche chilometro lo hanno percorso seduti sul tubo orizzontale della bici di alcuni componenti del gruppo. È arrivato anche l'elisoccorso partito da Ravenna. Ora ci sarà l'autopsia per appurare se Francesco Frasson, che avrebbe compito 67 anni il 22 novembre, è morto d'infarto oppure se la caduta gli è stata fatale.
Rapinati 15mila € al Punto Snai
E alla Despar sparano in aria
Due rapine, con modalità differenti, nella serata di sabato. Ancora una volta sono le ore serali del fine settimana ad essere le più appetibili per i malviventi: maggiori incassi, e maggiore confusione, quindi più alte probabilità di farla franca.
La prima è avvenuta ai danni del supermercato Despar di via Rossi a Rubano, quasi all'ora di chiusura.
Verso le 19 e 10 due persone, una delle quali travisata con una sciarpa, si sono presentati alle casse armate di una pistola, ed hanno intimato i dipendenti di consegnare il denaro contenuto. Il "colpo", che avrebbe fruttato solo una cifra attorno ai 500 euro, si è concluso con la fuga dei rapinatori che, per sfida e per scherno, hanno esploso un colpo di pistola in aria; secondo le testimonianze raccolte dai carabinieri si tratterebbe quasi sicuramente di un'arma giocattolo. I due si sono poi dileguati su una Fiat Brava scura rubata a Cadoneghe poco prima.
Molto più cospicua, ed insolita per il metodo usato, la rapina ai danni del Punto Snai di Strada del Santo 59 a Cadoneghe . La signora che gestisce il locale di scommesse, attorno alle 22 e 40, aveva appena chiuso a chiave l'ingresso e stava recandosi a casa a bordo della sua auto. In via Bellini una Mercedes nera, poi risultata rubata a Montebelluna, si è messa di traverso ed ha costretto la donna a fermarsi.
A bordo c'erano tre italiani; uno è rimasto alla guida della vettura, mentre due sono scesi armati di pistola e si sono infilati nell'abitacolo della macchina guidata dalla signora e l'hanno costretta ad invertire la marcia e a portarsi nuovamente al punto Snai.
Qui, sempre sotto la minaccia delle armi, ha dovuto aprire la ricevitoria e consegnare ai banditi 15.000 euro in banconote. Momenti di tensione si sono vissuti quando un gruppo di ragazzi che stazionava lì vicino è stato fatto allontanare dai rapinatori che avevano puntato la pistola verso di loro.
I banditi si sono poi allontanati senza lasciare tracce; anche su questo episodio indagano i carabinieri.
A.Cim.
Dov'è finita quella "testa" della villa?
E' indubbio che Cadoneghe sia molto cambiata negli ultimi anni, in particolare il "paese" prima tagliato dalla nuova statale del santo e poi con costruzioni che, secondo me, sanno di lottizzazione selvaggia. Questo è quello che si nota subito, ma quanti abitanti di Cadoneghe si sono accorti che è stata diciamo "asportata" una testa in pietra che abbelliva la facciata di villa Riello? Anche dalla strada si vede il buco lasciato dalla mancanza nell'ultima finestra a sinistra e... chissà che fine avrà fatto.
EMITTENTI PRIVATE
L'assemblea dei soci di Radio Gamma 5 finisce in zuffa: insulti, e un pugno ad un volontario della cooperativa
Un'assemblea tra soci sfociata in zuffa. E' accaduto l'altra sera a Radio Gamma 5, l'emittente di via Belzoni gestita da una cooperativa di appassionati. Ne ha fatto le spese un volontario finito al pronto soccorso di Camposampiero con una profonda ferita al sopracciglio. I medici gli hanno applicato tre punti di sutura prescrivendogli tre giorni di prognosi. Per sedare il tumulto sono dovute intervenire una pattuglia dei carabinieri di Vigodarzere e una gazzella del Nucleo Radiomobile di Padova. L'assemblea era stata convocata dal vicepresidente della radio Franco Carraro. All'ordine del giorno figurava la proposta di sospensione dello speaker Arcadio Benetti. Quest'ultimo era accusato di aver utilizzato la sua trasmissione per disprezzare il convegno scientifico del professor Pierluigi Ighina, svoltosi pochi giorni prima a Montegrotto, e pubblicizzato proprio dall'emittente di Cadoneghe . Nei locali della radio erano presenti una sessantina di soci, dei quali una quindicina si alternano giornalmente al microfono. Carraro è partito in quarta chiedendo di votare l'allontanamento del rivale. Gli animi si sono ben presto surriscaldati. Benetti si è difeso respingendo le accuse del vicepresidente. A sua discolpa ha prodotto la registrazione della trasmissione in cui non sarebbe stata rinvenuta traccia dei presunti attacchi al convegno del professor Ighina. L'assemblea si è ben presto spaccata in due fazioni. La proposta di sospensione di Benetti ha raccolto trentacinque adesioni e due voti contrari. Gli altri soci, tra cui il presidente della cooperativa Claudio Nalesso, si sono astenuti per un vizio di forma. La riunione sarebbe stata convocata senza il rispetto delle procedure di legge. Tra le opposte fazioni sono volate parole grosse. Ad un certo punto un supporter di Carraro ha sferrato un pugno in faccia a E.B., un quarantacinquenne di Merlengo (Treviso). Prima che la zuffa degenerasse sono stati allertati i carabinieri. Ed è toccato ai militari il compito di riportare la calma tra i soci. Il ferito è stato trasportato in ambulanza all'ospedale di Camposampiero.
La lite rischia ora di avere una coda giudiziaria. Benetti ha già provveduto a querelare il vicepresidente per ingiurie e minacce. «Il convegno era soltanto un pretesto per farmi fuori - racconta Benetti - Carraro vuole impossessarsi nuovamente della radio per gestirla a modo suo». Tende invece a minimizzare il famoso conduttore di Gamma 5: «Era una normale discussione interna sul funzionamento della radio - sono le parole di Franco Carraro - nulla che possa interessare l'opinione pubblica».
Luca Ingegneri
Venerdì prossimo i 60 dipendenti scendono in agitazione
Comunali in sciopero
Contro il silenzio della Giunta sull’ampliamento dell’organico
Sportelli abbassati e personale a braccia conserte. Sarà questa la scena che si presenterà ai cittadini venerdi prossimo. Per quel giorno, infatti, gli oltre 60 dipedenti comunali hanno dichiarato una giornata di sciopero, come reazione al silenzio opposto dalla giunta in merito all'ampliamento della pianta organica ed alla mancata discussione delle strategie progettuali che dovrebbero scandire il lavoro degli uffici e dei servizi. Non è la prima volta, quest'anno, che i colletti bianchi incrociano le braccia. Ma l'ennesima agitazione era nell'aria sin dalla scorsa estate. Quando i "municipali" avevano decretato il blocco degli straordinari per chiamare il sindaco alla chiusura di un tavolo di trattative aperto da tempo.
I motivi dello sciopero? "L'Amministrazione -lamentano le Rsu che hanno sostenuto compatte alla protesta- pretende di mantenere alta la qualità dei servizi istituendo nuove prestazioni. L'ultimo esempio riguarda la costituzione di uno sportello unico per l'informazione al cittadino, da costituirsi privando altri uffici di risorse umane già precarie. Nel frattempo, pur avendo approvato una pianta organica con il parere contrario degli organi sindacali, il Comune non assume. Costringendo gli uffici a carichi di lavoro che sfiorano il collasso".
Nelle mire dei sindacati erano previste alcune assunzioni in alcuni settori fortemente sotto pressione, quali i vigili urbani, l'ufficio tecnico e le manutenzioni. Ma nulla sinora è stato fatto. E la tanto declamata cooperazione con centri vicini o con le aziende dei servizi per costituire una rete integrata di interventi non ha mai avuto sbocco. I risultati sono evidenti. "L'ufficio commercio -sostengono le Rsu- è stato affidato a personale prelevato da altri uffici e quindi privo di esperienza".
Lucio Piva