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RASSEGNA STAMPA – SETTEMBRE 2001

"IL GAZZETTINO"



23 SETTEMBRE 2001 "IL GAZZETTINO"

Schianto addosso a un guard rail, i due sono salvi per miracolo
Auto distrutta, giovani feriti

CADONEGHE. Poteva avere conseguenze ben peggiori l'incidente avvenuto nel primo pomeriggio di ieri lungo la statale del Santo, all'altezza dell'incrocio con la provinciale 95 del Terraglione. Una vecchia Fiat 500, rubata ventiquattro ore prima, con a bordo due giovani è finita fuori strada andando a sbattere contro il palo di sostegno del guardrail. L'utilitaria è stata ridotta ad un ammasso di lamiere. Per estrarre i corpi degli occupanti dalla vettura e trasferirli rapidamente al pronto soccorso è intervenuto l'elisoccorso del Suem. I due giovani non corrono comunque pericolo di vita. ll conducente Marco Ceron, 31 anni, di Santa Giustina in Colle guarirà in una trentina di giorni. Ha riportato una frattura ad un ginocchio e contusioni di vario tipo. Diagnosi di 40-50 giorni invece per la passeggera Stefania Barbiero, 24 anni, di Camposampiero. Nel violento impatto contro il guardrail la ragazza ha riportato la frattura del setto nasale. La dinamica dell'incidente è al vaglio degli agenti della Stradale di Padova.
Luca Ingegneri

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23 SETTEMBRE 2001 "IL GAZZETTINO"

CAPORALE INDAGATO
Incidente con l'auto di servizio. "Fu colpa delle ruote sgonfie"

CADONEGHE. Sta riservando sviluppi sorprendenti l'inchiesta della Procura militare sull'incidente che ha distrutto l'auto del procuratore capo Maurizio Block. Stando ai primi accertamenti la Fiat Brava abitualmente utilizzata dal magistrato non sarebbe stata in condizioni ottimali quando R.P., il ventenne caporale di leva residente a Cadoneghe , se ne è impossessato per fare rientro a casa nonostante fosse comandato in servizio. I pneumatici della vettura sarebbero stati parecchio sgonfi. E potrebbe essere questa la causa della pericolosa uscita di strada. Il difensore del giovane, l'avvocato Ernesto De Toni, ha subito provveduto a nominare un consulente tecnico in grado di accertare le effettive condizioni del mezzo al momento dell'incidente. R.P. è stato interrogato nei giorni scorsi dai carabinieri della squadra di polizia giudiziaria della Procura, alla presenza del suo difensore. Il ragazzo non si è sottratto alle proprie responsabilità. Avrebbe architettato la fuga per gravi problemi familiari. In quei giorni il padre non stava bene. Voleva stargli vicino. Avrebbe azzardato la fuga una prima volta attorno alle 15. Pentitosi, avrebbe fatto immediatamente ritorno in caserma. Prima di cena avrebbe cercato di contattare il genitore al telefono. Non avendolo trovato, sarebbe stato preso dal panico. A quel punto sarebbe scattata la decisione di uscire nuovamente dalla "Salomone" al volante di un'auto di servizio.
Luca Ingegneri

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18 SETTEMBRE 2001 "IL GAZZETTINO"

Ieri mattina si era recato dal capo dell'impresa di via Manin per chiedere se c'era bisogno di manodopera
Misteriosa morte nel cantiere edile. La vittima è un clandestino romeno di 26 anni.
Sarà l'autopsia ad accertare le cause del decesso

CADONEGHE. E' avvolta nel mistero la morte di un giovane clandestino romeno, avvenuta all'interno di un piccolo cantiere edile di Mejaniga. Sarà l'autopsia subito disposta dall'autorità giudiziaria a chiarire la causa del decesso. Sul fatto è stata avviata un'indagine: se ne stanno occupando i tecnici dello Spisal di Padova.La disgrazia è accaduta al civico 4 di via Marin, dove sono in corso i lavori di costruzione di una villetta bifamiliare. Erano all'incirca le 11.30. Secondo una prima ricostruzione Pop Partenia, ventisei anni, un clandestino di nazionalità romena, si sarebbe presentato nel cantiere in cerca di un'occupazione. Avrebbe chiesto al responsabile dell'impresa se fosse in cerca di manodopera. Il giovane sperava di essere assunto. All'improvviso, mentre discuteva ancora con il capocantiere, sarebbe stato colto da un malore. Pop Partenia sarebbe sbiancato in volto. Poi le forze non lo avrebbero più retto. E sarebbe stramazzato al suolo. A prestargli i primi soccorsi sono stati lo stesso capocantiere e gli altri manovali che stavano lavorando poco distante. E' stato immediatamente allertato il 118. Sul posto è arrivata un'ambulanza. Il personale medico ha inutilmente tentato di rianimare il giovane. Pop Partenia non ha più ripreso conoscenza. Il suo cuore aveva cessato di battere.
Al medico legale è toccata l'incombenza di stilare un primo referto. Quale causa del decesso viene ipotizzato l'arresto del miocardio. Sarà comunque l'esame autoptico ordinato dal magistrato di turno a chiarire la dinamica della tragedia. Per ora non viene esclusa nessuna ipotesi. Neppure quella di un infortunio sul lavoro. Sul corpo dell'immigrato non sarebbero state riscontrate ecchimosi o ferite riconducibili ad un evento traumatico. Nulla farebbe pensare ad una caduta da un'impalcatura. Sarà comunque compito dei funzionari dello Spisal, intervenuti sul posto assieme ad una pattuglia dei carabinieri della stazione di Vigodarzere, accertare la dinamica dell'accaduto. Sarebbero già state raccolte diverse testimonianze. Che confermerebbero le prime indiscrezioni. Pop Partenia sarebbe deceduto per cause naturali.
Luca Ingegneri

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6 SETTEMBRE 2001 "IL GAZZETTINO"

Raid galeotto di un caporale di leva
Fuori strada con l'auto del procuratore militare
Aveva preso in prestito la Fiat di Block

Si è impossessato dell'auto di servizio del procuratore militare Maurizio Block per un paio di scorribande pomeridiane fuori programma. Ma ha pigiato troppo il piede sull'accelleratore perdendo il controllo del mezzo e finendo fuori strada. E' così finito nei guai un caporale di leva, in organico alla caserma "Salomone" di Prato della Valle, sede del comando Regione Militare Nord Est. R.P., vent'anni, residente a Cadoneghe, è stato iscritto nel registro degli indagati con le accuse di violata consegna, abbandono di posto, furto e danneggiamento colposo di mezzo miitare. Il ragazzo, che è assistito dall'avvocato Carlo Bermone, verrà interrogato nei prossimi giorni dal procuratore capo Maurizio Block , che sta coordinando le indagini.Il fatto risale al 18 agosto scorso. Era un sabato pomeriggio. Di prassi ogni fine settimana le auto in dotazione ai magistrati della procura militare di via Rinaldi vengono ricoverate alla caserma "Salomone". Sono gli stessi autisti ad occuparsene. Quel giorno anche la Fiat Brava del procuratore Block era stata riportata in garage. A R.P. non è parso vero di potersi impadronire delle chiavi e di utilizzarla per un giretto in città. Peccato che il ventenne di Cadoneghe fosse comandato di servizio. Gli erano stati assegnati i compiti di sergente di giornata presso la compagnia trasporti della "Salomone". Per nessun motivo il ragazzo era autorizzato ad allontanarsi dalla caserma. Ma non ha resistito alla tentazione. Attorno alle 15 si è messo al volante della Brava. E si è concesso un giretto per le vie del centro. Stando a quanto accertato dagli investigatori della squadra di polizia giudiziaria della Procura la passeggiata sarebbe durata appena un quarto d'ora. Nessuno si sarebbe accorto della fuga. Tutt'altro che soddisfatto, R.P. ci ha riprovato più tardi. Alle diciannove, sempre rigorosamente in divisa, ha nuovamente lasciato la caserma alla guida della Fiat Brava. Con l'evidente intenzione di provare l'ebbrezza della velocità. Lungo il tratto che collega il cavalcavia di via Grassi con via del Plebiscito ha però perso il controllo del mezzo. L'auto del procuratore Block è andata a schiantarsi contro il guard-rail. Fortunatamente il giovane è rimasto illeso. La Brava è stata ridotta ad un ammasso di rottami. Danni per oltre dieci milioni. Al punto che l'amministrazione militare non ha ritenuto conveniente procedere alla riparazione del mezzo. Il militare si sarebbe giustificato collegando la fuga a motivi familiari. Un'improvvisa telefonata dei genitori l'avrebbe spinto ad abbandonare in tutta fretta la caserma.
Luca Ingegneri

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6 SETTEMBRE 2001 "IL GAZZETTINO"

Infortunio sul lavoro sotto i rulli del baccalà. Adesso l'operaio potrebbe perdere il braccio

CADONEGHE. Ha cercato di calibrare il funzionamento di uno speciale macchinario per il confezionamento dello stoccafisso. Ma è finito con il braccio impigliato nei pesanti rulli del congegno. È successo ieri pomeriggio alla PaRo, azienda artigiana che ha sede in via Tiepolo a Meianiga, specializzata nella preparazione e stoccaggio di sostanze alimentari. Vittima il settantaduenne Artino Paggiaro, padre del titolare dell'impresa a conduzione familiare. Secondo una prima ricostruzione del fatto, l'uomo si sarebbe trovato solo all'interno del laboratorio, intento a verificare la taratura di un particolare utensile predisposto per il confezionamento del baccalà. Per cause in corso di accertamento da parte dei funzionari dello Spisal, avrebbe imprudentemente avviato il dispositivo di schiacciamento della macchina. Una leggerezza destinata a costargli cara.
L'avambraccio del poveretto è stato infatti letteralmente ingoiato dai rulli del macchinario. Le urla sono state udite della figlia, addetta all'amministrazione dell'azienda. Alla quale si è presentata una scena straziante. Immediata la richiesta di soccorso ad un'ambulanza del Suem. Ma è risultato impossibile, per i sanitari effettuare il trasporto all'ospedale dell'uomo, che non avrebbe perso conoscenza, ma che ha potuto essere liberato soltanto con l'intervento dei Vigili del Fuoco, che hanno lavorato parecchi minuti sulla macchina per poter consentire i necessari soccorsi. Indescrivibile lo stato di sofferenza di Artino Paggiaro. Alla fine ha potuto finalmente essere portato al pronto soccorso dell'ospedale di Padova dove i sanitari hanno immediatamente accertato la gravità dell'infortunio, riservandosi la prognosi. L'anziano è stato immediatamente sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Ma non è esclusa l'ipotesi di un'amputazione dell'arto, uscito dagli ingranaggi della macchina orrendamente schiacciato.
Lo Spisal ha immediatamente provveduto ad effettuare un sopralluogo per poter verificare l'avvenuto rispetto delle norme di sicurezza all'interno del laboratorio. Un dettagliato rapporto sull'infortunio è stato quindi inviato alle Autorità competenti.
L.P.

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4 settembre 2001 "IL GAZZETTINO"

La droga-killer colpisce ancora. Un'overdose uccide venticinquenne nella propria camera

CADONEGHE. La droga killer miete un'altra giovane vittima. A crollare sotto l'effetto di un' overdose è stato un ragazzo di 25 anni, Denis Ravazzolo, che risiedeva con la famiglia in via Fiorita n. 6 , poco lontano dalla vecchia Statale del Santo. Il decesso risalirebbe alle prime ore del pomeriggio di domenica scorsa.
L'allarme è stato dato dalla fidanzata del giovane. Invano la ragazza aveva cercato di chiamare Denis al telefono. Non ottenendo risposta la giovane ha allertato la madre che ha bussato ripetutamente alla porta della camera da letto. Qualche istante dopo c'è stata la drammatica scoperta.Il corpo del ragazzo giaceva senza vita sul letto. Inutile quindi la richiesta di soccorsi per rianimare il ragazzo. Per il povero Denis non c'era più nulla da fare. Sul posto sono subito giunti i Carabinieri di Vigodarzere, che hanno essi stessi accertato la causa del decesso.La scomparsa di Denis Ravazzolo ha destato molto scalpore nel quartiere di Bragni, dove la famiglia si era insediata da poco tempo in una villetta costruita di recente. Il padre, Giovanni, è conosciutissimo in città per essere il titolare di un banco di prodotti per il giardinaggio in piazza delle Erbe. Denis, conclusi gli studi, coadiuvava i genitori nella gestione dell'attività. Un fratello più giovane è invece impegnato a concludere il servizio militare."Una famiglia di gente seria e laboriosa - confidano i vicini - abituata ad alzarsi presto la mattina e ritornare alla sera dopo aver lavorato sodo. Non meritava davvero di essere colpita da questa disgrazia".
Denis avrebbe tentato in passato di uscire dal tunnel della tossicopendenza. Per un certo periodo sembrava che la sua forza di volontà e la sua determinazione avrebbero potuto prevalere sottraendolo dal vortice della droga. Invece, ecco il tragico epilogo. Toccherà ora ai Militi dell'Arma cercare di accertare la provenienza della sostanza che è costata la vita del venticinquenne.
L.P.

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1 settembre 2001 "IL GAZZETTINO"

Spaccata al "Jeans 2000". Spariti capi per 15 milioni

CADONEGHE. Una spaccata in piena notte in un negozio di abbigliamento ha permesso ai ladri di portarsi via un bottino di circa 15 milioni.
È accaduto tutto intorno alle tre del mattino al negozio di abbigliamento "Jeans 2000" in via Gramsci 52 di cui è titolare Roberta Ceron. Il negozio ha una vetrina principale che dà su via Gramsci e altre due che danno su vie interne una in particolare su via Ugo Foscolo. È proprio questa hanno preso di mira i malviventi che sono arrivati a bordo di una Ford Escort. Non si sa ancora come abbiamo sfondato la vetrina, forse con una mazza o forse con la stessa macchina. Comunque sono riusciti a rompere completamente la vetrata che fra l'altro è collegata ad un sistema d'allarme volumetrico e perimetrale. Una volta all'interno hanno portato via 120 paia dipantaloni jeans di varie marche e colori, 50 maglioni, 20 giubbotti jeans e 20 maglie estive. Si stima che il valore complessivo della merce sia intorno ai 15 milioni. Poi se ne sono andati senza che nessuno li notasse. Sul fatto stanno indagando i carabinieri della stazione di Vigodarzere. Non è la prima volta che il negozio pur aperto da non molto subisce un attacco del genere.

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