«Salviamo la facciata»
La memoria della Breda, anche in vista della prossima riqualificazione urbanistica dell'area in cui sorgeva la più grande fabbrica di Cadoneghe, è parte ormai della vita della comunità. Ma su una trasformazione che incide così pesantemente sulla vita del paese, le opinioni sono divergenti.In particolare c'è anche chi teme di veder scomparire una fette determinante della storia del comune. Non a caso si moltiplicano le prese di posizioni di vari settori della collettività, specie di quelli che hanno avuto a che fare con le attività svolte all'interno dell'ormai ex stabilimento.
Appello degli ex operai per il lato sul Muson
LA RICHIESTA Lettera aperta al Comune
Lo dimostra la petizione che circa un centinaio di ex lavoratori della Breda ha inviato al sindaco per esprimere apprezzamento per iniziative e scelte, ma anche per fare delle proposte. In modo particolare sono stati apprezzati la mostra fotografica e documentaria, il film «Raccontando la Breda» di Stefano Wiel, il convegno «Diritti del lavoro ieri e oggi», nell'ambito del centenario della Fim-Cgil, ed infine la festa dei lavoratori di domenica 2 giugno.
Gradimento è stato espresso anche per il fatto che nella zona si preveda la conservazione della casa Oblach, del capannone adiacente e della zona dei forni, e che tutto questo sia considerato parco archeologico industriale. Quello che però sorprende questo gruppo di ex lavoratori è che tutte le officine verranno abbattute, senza conservarne alcuna memoria. Per loro, una perdita anche visiva molto impattante.
Sul piano urbanistico gli operai chiedono pertanto che nella ristrutturazione della zona delle officine ne venga conservata la facciata, così come appare entrando a Cadoneghe dalla parte del fiume Muson. Questo profilo è ormai entrato nella memoria visiva di tutti come parte della Castagnara. Inoltre ha un grande significato simbolico, per le lotte sindacali che hanno avuto per protagonisti i lavoratori della Breda. Un'altra richiesta avanzata dalla petizione è che venga mantenuta la sirena che scandiva il tempo dei lavoratori in diverse ore del giorno, che siano recuperati l'archivio, l'insegna e gli stampi delle fonderie in quanto rappresentano pezzi importanti delle macchine che venivano costruite alla Breda e poiché sono essi stessi opere di alta falegnameria. A queste proposte l'amministrazione risponde che nel prossimo piano attuativo si terrà conto delle osservazioni. Un eventuale recupero e riutilizzo dei reperti è possibile. Non rimarrà però l'intera facciata della fabbrica. Si può pensare di mantenere la copertura e i pilastri per farla diventare un portico da utilizzare come passaggio pedonale.
Cristina Salvato
LA POLEMICA
Giuseppe Oblach, chi era costui? Maggioranza e opposizione se lo contendono. Recentemente la Lega, protestando a proposito del progetto di riqualificazione delle ex officine Breda, aveva posto l'accento sulla necessità di conservare la memoria storica, tanto delle lotte sindacali che hanno caratterizzato la fabbrica, quanto dei meriti dei suoi proprietari. E lamentava il fatto che l'amministrazione avesse fatto cadere in oblio questo eroe di guerra, decorato con la medaglia d'oro, senza intitolargli neppure una via. Ed ecco invece spuntare una targa, intitolata all'eroico concittadino già nel 1999 per volontà della persona che più di tutte era stata accusata di avere la memoria un po' corta, il sindaco Adriano Baldin. Sul muro della casa Oblach, infatti, è stata collocata una lapide che ogni 25 aprile riceve in tributo la corona d'alloro. A fianco c'è anche la lapide intitolata ai lavoratori partigiani della Breda, una volta interna alla casa e dal sindaco ricollocata all'esterno per darne maggior visibilità. Sembra proprio che a Giuseppe Oblach, quindi, vengano tributati i giusti onori. Un personaggio da ricorcare, come si legge nel libro «Industriosa Cadoneghe» di Albino Bellon. Già nel 1933 Giuseppe Oblach, figlio di Emilio proprietario della Breda, all'età di diciassette anni aveva conseguito il brevetto di pilota civile. Quando nel 1938 uscì un bando per piloti militari abbandonò l'università e si arruolò in Aeronautica. Da qui iniziò la sua vicenda politica e militare.
Onorata la memoria di Oblach
Cristina Salvato
Ex Breda, nuovo quartiere
In questa fine d'estate la questione della risistemazione delle ex officine Breda accende le polemiche. Non piacciono al sindaco Baldin le proteste sui lavori di riqualificazione mosse da varie forze politiche esterne ed interne alla maggioranza. È importante a suo dire sottolineare come sia stata esclusa dall'area ogni attività commerciale, dando quindi la priorità alla residenza di nuovi abitanti e non al profitto. E proprio il sindaco ricorda come nel 1994 ci si volesse costruire un centro commerciale, "pericolo" sventato con il recente progetto.
Cadoneghe. Il sindaco: sventate le speculazioni
L'area quindi è stata completamente destinata all'uso abitativo per i cittadini di Cadoneghe. Importante anche sottolineare l'estensione del parco del Brenta, un parco urbano vasto circa 11000 metri quadri, che creerà un accesso diretto al fiume e permetterà di potervi organizzare manifestazioni e spettacoli, come risposta alle sempre maggiori esigenze di socializzazione.
Ma non è finita qui, informa il sindaco.
La Breda avrà il ruolo di conservatrice della memoria storica, poiché all'interno dell'area verrà collocato un monumento alla resistenza e ai partigiani. Ma sarà soprattutto un nuovo quartiere, un cento abitato attraversato da via Bordin che non rappresenterà più una via alternativa per il passaggio alla Castagnara, anche perché, con la ridefinizione della viabilità, all'uscita dalla via si troverà l'obbligo di svoltare a destra tornando verso via Gramsci e il paese e non verso Padova.
Il restringimento della sede stradale a 5,50 metri protestato dai partiti d'opposizione non dovrebbe, secondo il sindaco, preoccupare, poiché sarà permesso un agevole traffico veicolare nei due sensi di marcia in quanto il quartiere, figurando, di fatto, come centro abitato, sarà precluso al passaggio dei mezzi pesanti. La velocità di marcia verrà ridimensionata inoltre dalla geometria della strada, attraverso curve strette e chicane.
Ovviamente non tutti i problemi sono risolti.
Come ha fatto notare il consigliere di Alleanza Nazionale Gianni Fugolo, se la strada in futuro avrà una nuova destinazione d'uso, si corre il rischio di ritrovarsi tra vent'anni a discutere nuovamente una variante per allargarla.
Cadoneghe. Aps, Seta e Comune assicurano i lavori ma i tempi sono lunghi
Via Salgaro una via... crucis. Tante le problematiche che si abbattono su questa strada e portate più volte in consiglio comunale dal leghista Bruno Zandarin. Posta ai confini comunali, di fatto via Salgaro manca ancora dell'allacciamento alla rete del metano e a quella del sistema fognario. A farla completa ci si è messa pure l'Enel che, durante i recenti lavori di posizionamento di alcuni tubi, ha creato numerosi danni, come la rottura di cancelli di abitazioni private e di pali della luce, oltre al franamento e interramento di una parte del fosso. I lavori per la manutenzione di questa sfortunata strada riguardano in misura diversa enti differenti ed è risultato difficile finora il loro coordinamento. Finalmente alcune risposte sono giunte anche se non soddisfano pienamente il consigliere leghista, in quanto manca una precisa data di inizio dei lavori che comunque dovrebbero avvenire entro il 2003. Via Salgaro avrà finalmente il metano, portato dall'Aps che inizialmente aveva rifiutato l'incarico. Troppo lontane le case dalla rete principale e quindi troppo costoso il lavoro. Ma adesso la metanizzazione potrà rientrare negli analoghi lavori che Aps effettuerà all'interno dell'ampliamento della zona industriale. Le fognature, invece, sono di competenza dell'ex consorzio Tergola, ora Seta, che avrà il compito di allacciarle alla rete generale. Si eviterà così di scaricare direttamente nel fosso con conseguente presenza di insetti nocivi e cattivi odori soprattutto nei mesi estivi. A ripristinare l'asfaltatura fatiscente e in certi tratti inesistente toccherà infine al comune, che si impegna a farla rientrare nel prossimo bilancio una volta ultimati i lavori eseguiti su metano e fognature.
Entro il 2003 anche via Salgaro avrà metano, fognature e asfalto
Cristina Salvato
Breda: l'ex fabbrica diventa un centro residenziale
All'ex Breda alla Castagnara si prevedono nuove costruzioni in un insolito incontro tra modernità e passato. Ben presto, sui sedicimila metri della dismessa zona industriale, sorgeranno duecento nuovi appartamenti affiancati da una area verde attrezzata. Il progetto firmato da uno studio veneziano prevede che siano realizzate opere che ricordino la grande fabbrica meccanica, aperta nel primo novecento dall'ingegnere triestino Emilio Oblach e chiusa dopo 80 anni, sotto la proprietà degli imprenditori ferraresi Copparo, eredi Bertoni.
L'ex sindaco di Cadoneghe Elio Armano ha dichiarato di essere particolarmente soddisfatto dell'approvazione del progetto: «Una bella sospresa al mio ritorno dalle vacanze appena trascorse in Croazia! - ha commentato Armano, autore assieme a De Michele, Maggi, Minato, Pansera e Segato del libro "Demolizioni", edito dal Centro Internazionale della Grafica di Venezia - Una grossa soddisfazione dato che il progetto approvato è lo stesso che avevo fatto elaborare personalmente negli anni della mia amministrazione. Un programma urbanistico dove sono stati coinciliati gli interessi del presente con le memorie, sia sociale sia economica, del recente passato. Un vanto ancor maggiore se si pensa che, oggi come oggi, i nuovi amministratori tendono a non prendere in considerazione le aree dismesse di Padova e provincia, come, ad esempio, le aree dell'ex Snia-Viscova e delle Officine Stanga. Troppo spesso si fa troppo poco per trasmettere ai posteri i segni della civiltà economica del recente passato, privilegiando la storia antica. Avere approvato un progetto importante come questo dell'ex area Breda è un segnale politico fondamentale. Spero sinceramente che testimoni una chiara inversione di tendenza».
F.Pad.
Movimentata cattura di un ubriaco
Guidava incerto, al volante di una vecchia e malandata Fiat Tempra. Quando ha cominciato a zigzagare paurosamente, rischiando di urtare ogni macchina che incrociava sulla sua strada sono arrivate le prime chiamate ai carabinieri, che l'hanno rintracciato in via Marconi. All'arrivo della pattuglia del Radiomobile quello che si temeva si era ormai verificato. Il nordafricano, ubriaco com'era, era andato a schiantarsi prima contro il muro di un'abitazione quindi contro una Citron Ax parcheggiata davanti all'immobile. La Tempra era incastrata tra il muro e la vettura, e il conducente era completamente fuori di sè. Urlava e imprecava. Alla vista dei carabinieri ha reagito in maniera ancora più isterica. Ha raccolto da terra dei pezzi di vetro con i quali prima ha cercato di ferirsi, quindi si è scagliato contro gli uomini in divisa. Alla fine i due militari sono riusciti ad ammanettarlo, ma dallo scontro sono usciti piuttosto malconci, tanto da dover ricorrere alle cure dei sanitari. Amed El Zamani, 28 anni, è stato arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, danneggiamento e guida stato di ebbrezza.
L'ondata di maltempo. Cadoneghe: dopo gli allagamenti, gli interventi sulla rete fognaria
La Protezione civile resta in allerta
Lento deflusso del Tergola
Via Silvestri e via Lauro stanno tornando alla normalità Il piano del Consorzio
Nel territorio di Cadoneghe flagellato dall'ondata di maltempo l'allarme non è ancora completamente rientrato. Lo stato d'attenzione permane e i tecnici della Protezione civile mantengono lo stato d'allerta. Attualmente non esistono zone sommerse dalle acque piovane ma il terreno dei campi è tuttora impregnato d'acqua, a tratti visibile anche in superficie.
Pompe idrovore in azione in via Silvestri, la cui chiusura si è resa necessaria a causa degli allagamenti provocati dal nubifragio di domenica notte. I punti più colpiti, oltre a via Silvestri, sono stati via Conche e il fiume Tergola nella frazione di Bagnoli, ingrossatosi al limite della sua portata. Dal primo mattino i volontari della Protezione civile sono stati impegnati a prestare la loro opera di intervento. Il lento deflusso delle acque ha fatto rimanere tutti con il fiato sospeso e con lo sguardo fisso ai nuvolosi in cielo che minacciavano di rovesciare ancora cateratte d'acqua. La situazione, infine, è tornata alla normalità soltanto nel tardo pomeriggio, consentendo la riapertura della strada al traffico veicolare e permettendo ai volontari di rientrare. Verso sera un mezzo del Seta, l'ex consorzio Tergola, era impegnato a perlustrare il territorio controllando i tombini. In alcuni casi, infatti, le acque nere degli scarichi domestici si sono mescolate a quelle bianche provenienti dalle strade, aumentando la portata d'acqua e la pressione nelle condutture fino a far saltare i coperchi di alcuni pozzetti nel capoluogo e in via Lauro. Così il Consorzio ha avviato i lavori di risistemazione delle tombinature sono, proseguiti anche nella tarda mattinata di ieri.
Cristina Salvato
Varata una campagna di disinfestazione
Nella lotta alla zanzara tigre l'amministrazione comunale tenta di segnare il primo punto. Parte in questi giorni, infatti, la campagna di disinfestazione da questo noiosissimo insetto che ha scelto Cadoneghe come sua colonia. L'ufficio ambiente ha predisposto un calendario di interventi in tutte le aree pubbliche. Una prima fase mirerà a colpire le larve, la successiva operazione tenderà invece a debellare gli insetti adulti. Necessaria però un'azione sinergica tra Comune e cittadini. Inutile bonificare le arre pubbliche se in quelle privare l'insetto prolifera indisturbato.
Interventi in tutte le aree pubbliche per debellare la zanzara tigre con la collaborazione dei residenti
Sarà perciò consegnato ai cittadini un opuscolo in cui sono illustrate alcune semplici operazioni da eseguire per allontanare la zanzara tigre dal proprio giardino o balcone. Si invita, ad esempio, a svuotare sempre i sottovasi e ad evitare di avere dell'acqua stagnante in qualsiasi recipiente posto all'esterno della propria abitazione. Utile collocare un filo di rame all'interno del sottovaso per tutta la sua circonferenza. Il rame ha, infatti, ha un effetto tossico per le larve. Si consiglia anche di disinfestare il proprio giardino, chiedendo un intervento dell'ulss (0498214204) o della Co.i.s.l.ha (049680303), la ditta che si occupa dello sfalcio del verde pubblico e che per l'occasione ha stipulato con il comune un accordo per effettuare interventi a costi contenuti. La tariffa oraria è pari a 117.6 euro.
Cristina Salvato
Orti sociali in trasloco
Gli orti sociali Cadoneghe capoluogo verranno trasferiti. La posizione degli appezzamenti di terreno è stata ridefinita collegialmente dalla giunta comunale a novembre dello scorso anno, a seguito della verificata necessità di spostare gli orti dalle nuove residenze oramai contermini alle coltivazioni. Come nuova sede è stata individuata la parte finale di via Guerzoni nella sua estremità sinistra. Qui la lottizzazione dovrà rilasciare come proprietà comunale un'area a verde di circa 20.000 metri quadri. Al suo interno, nella parte estrema verso via Matteotti, sarà ricavata un'area di circa 3000 metri quadri in cui trasferire gli orti sociali. L'area individuata risulta essere più lontana dall'elettrodotto rispetto alla posizione attuale. Inoltre si trova all'interno di un contesto agricolo che ben si presta per una veloce messa a coltura. Vigna e frutteti, infatti, verranno conservati al fine di rendere l'ambiente quanto più possibile integrato nel ciclo agricolo. Dopo l'incontro sulla coltura omeodinamica tenutosi lo scorso aprile, l'assessorato agli orti sociali sta valutando la possibilità di affidare al relatore della serata, il professor Enzo Nastati dell'università di Trieste, la progettazione del nuovo orto appena le aree interessate saranno cedute dal lottizzante di via Palladio all'amministrazione comunale. Data la buona partecipazione alla serata, l'amministrazione sta studiando la possibilità di iniziare dei corsi di coltura omeodinamica, organizzando alcune lezioni a partire dal prossimo inverno. Se tutto procederà nel migliore dei modi, l'amministrazione intende effettuare il trasferimento operativo degli orti a settembre per la posa delle culture invernali. La raccolta dei prodotti nelle vecchie aree sarà possibile fino alla fine dell'anno. Le migliorie introdotte saranno dettate dalla nuova organizzazione: saranno messe a dimora nuove casette per l'attrezzatura, reinstallati le pompe d'acqua e i bidoni per i rifiuti.
Cadoneghe, allontanati dall'elettrodotto
Cristina Salvato
In Translohr da Cadoneghe alla Guizza
Mentre la polemica sullo slittamento del consiglio di amministrazione di Aps, brucia ancora, l'assessore alla viabilità Domenico Menorello sta trattando con giunta e sindaco di Cadoneghe per assodare la fattibilità di un prolungamento del percorso del Sir 1 da Pontevigodarzere attuale stazione di partenza a Cadoneghe. «La fattibilità è legata - dice Menorello - alla realizzazione della nuova strada della Castagnara e, tuttavia, date le dimensioni di Traslohr che non supera i 5 metri e mezzo di larghezza, si può pensare ad un prolungamento della tratta anche prima della costruzione della nuova strada, per la quale ci vorranno un paio d'anni. Dico che si può pensare, non dico che è possibile. In questo caso il Sir 1 partirebbe più o meno dall'area ex Grosoli. L'idea è maturata in seguito alla richiesta di un collegamento confortevole e sicuro con la città da parte dei cittadini di Cadoneghe. Dopo i colloqui avuti con i responsabili del Comune a nord della città, abbiamo deciso di arrivare, dopo le ferie, quindi non prima di settembre, alla firma di un protocollo d'intesa tra Padova e Cadoneghe per valutare insieme la fattibilità ma anche per una suddivisione delle spese a cui potrebbe concorrere anche Vigodarzere. Il percorso aggiuntivo del Translohr comporta un'aggiunta di spesa di 30 miliardi, per il 60 per cento dei quali conto di avere la copertura finanziaria del Ministero. Certo, questo, comporta un aumento della frequenza e quindi maggiore disponibilità di convogli, anche se si può concepire, tanto per fare un esempio, una partenza ogni 15 minuti da Cadoneghe e una ogni 6 minuti da Pontevigodarzere. Ma, beninteso, è ancora tutto da vedere».
Torna il ponte sul Muson
Un passo in avanti è stato mosso lungo la strada che ricerca una soluzione per l'annoso problema della viabilità di Castagnara: l'amministrazione di Cadoneghe ha coinvolto i vicini Comuni.
Intesa tricomunale sulla viabilità est
I contatti sono stati presi con Vigodarzere, Padova e l'ente provinciale per stipulare una convenzione utile a trovare una soluzione per bypassare l'incrocio di Castagnara e Pontevigodarzere.
Il traffico in questa zona, infatti, interessa nella medesima misura i tre Comuni che hanno deciso di mettere a disposizione mezzi e risorse per trovare finalmente una soluzione.
Il passante stradale individuato come possibile alternativa viaria è quello che già nel 1999 era stato indicato come tragitto per il metrotram, progetto che poi, per varie ragioni, non ha avuto un seguito. Ma a quanto pare l'idea era buona, se ora la si riadatta al traffico veicolare.
Nella sostanza si tratta di costruire un ponte sul Muson dei Sassi che unisca Cadoneghe a Vigodarzere. Da qui si raggiungerebbe il parcheggio scambiatore della stazione ferroviaria e correndo lungo il primo binario della ferrovia si attraverserebbe il vecchio ponte ferrato sul Brenta fino al sottopassaggio autostradale per connettersi infine al cosiddetto arco di Giano, in cui confluiscono le strade di Limena e Altichiero.
Le risorse messe a disposizione dai quattro enti, calcolate nelle vecchie lire, interessano il comune di Padova per la cifra di 110 milioni e la Provincia per 100, mentre Cadoneghe e Vigodarzere parteciperanno con una spesa di 15 milioni a testa.
Al via dunque uno studio preliminare su tragitto e costi, stavolta in euro, prima di passare alla successiva e definitiva progettazione dell'opera.
Cristina Salvato
Piano dell'Arpav per individuare le zone di inquinamento acustico
Due le novità che interessano l'ambiente. È in fase di approvazione il piano di zonizzazione acustica elaborato dall'Arpav in collaborazione con l'ufficio tecnico. Il documento individua e classifica, secondo la legislazione vigente, le aree comunali in base al rumore presente al fine di individuare e prevenire quelle in cui è possibile una forma di inquinamento acustico. Tale strumento permetterà di tutelare dai rischi la salute dei cittadini. L'altra novità riguarda invece la temporanea sospensione del servizio di conferimento degli sfalci di potatura all'interno dell'area ecologica. Motivo della sospensione è lo spostamento che l'area subirà prossimamente da via Meucci alla retrostante via Einstein, oltre che il tentativo di arginare il fenomeno ormai diffuso di conferimenti da parte di ditte non autorizzate. Una nuova convenzione è stata stipulata con la cooperativa Angoli di Mondo che gestisce lo smaltimento dei rifiuti conferiti dalle ditte e dai privati nell'area ecologica, ricavandone denaro da destinare alla beneficenza. La nuova convenzione prevede che la cooperativa mantenga pulita anche la zona antistante l'ingresso e in cui spesso cittadini poco "sensibili" abbandonano rifiuti ingombranti. Inoltre la raccolta del verde da giardino effettuata con i bidoncini gialli sta diffondendosi in modo massiccio, tanto che il loro numero è stato aumentato di altre duecento unità.
Cristina Salvato
Aree verdi comunali messe in vendita
L'amministrazione comunale ha predisposto gli atti per la cessione in proprietà o in uso di tutte quelle parti di verde pubblico considerate marginali per la loro dimensione o posizione. Queste aree residuali hanno per il comune uno scarso rendimento ma di contro un alto costo per la loro manutenzione. Da qui la proposta di alienarle. Il ricavato dalla loro vendita permetterebbe di finanziare dei progetti di opere pubbliche, come l'ampliamento delle scuole materne e la sistemazione di alcune strade. Si ritiene che l'acquisto di questi appezzamenti inutilizzati potrebbe interessare i cittadini che vi abitano di fronte, per poter ampliare la loro area di verde privato.
I cittadini eventualmente interessati possono fare richiesta di assegnazione inviando una domanda in carta semplice, un fax o un'email all'ufficio patrimonio del Comune.
Cristina Salvato
Sventato un traffico di «griffe» false vendute da cinesi
Merce contraffatta per 150 mila euro nello scantinato di casa di un cinese residente a Loria (Treviso) ma domiciliato a Cadoneghe (Padova). L'hanno scoperta e sequestrata i carabinieri della stazione di Stra, in collaborazione con i militari della tenenza di Dolo. L'operazione è scattata il 2 agosto come sviluppo di una serie di accertamenti e indagini seguite alla denuncia di un cittadino bengalese avvenuta il 10 luglio scorso: l'uomo di 58 anni lavorava come commerciante ambulante, ma i carabinieri gli hanno trovato 13 orologi con marchio contraffatto Rolex, Ferrari e Omega, per un valore di circa 1.200 euro, e lo hanno denunciato. Ma, passo a passo, le indagini sono arrivate anche fino ad un cittadino cinese di 22 anni, legale rappresentante della ditta Dolly Market di Cadoneghe, denunciato per ricettazione, vendita di prodotti industriali con marchi falsificati e truffa. Con sé aveva 218 orologi di marca Ferrari, 1 Rolex, 29 Casio, un portafogli Coveri e 13 profumi di svariate griffe. Tutto contraffatto. Negli scantinati sotto casa sua, a Cadoneghe, sono stati trovati due depositi, ampi 90 metri quadri, contenenti prodotti alimentari sprovvisti di data di scadenza, e ancora capi d'abbigliamento e oggettistica varia, della cui presenza il giovane cinese non ha saputo fornire alcuna giustificazione. Accanto all'abitazione del 22enne, i carabinieri hanno perquisito anche un'auto, di proprietà di un altro cinese di 42 anni, all'interno della quale sono stati rinvenuti 9 orologi Lacoste e Gucci.
A. Li.
Da 50 anni, ad ogni violento acquazzone
Il nubifragio di ieri ha come al solito portato alla luce il problema dell'insufficienza idraulica in cui versano alcune zone del paese. Protestano i cittadini di Mejaniga e Castagnara che si sono ritrovati tra i 20 e i 30 centimetri d'acqua nei garage e negli scantinati. Come sempre da quasi cinquant'anni a questa parte. Ogni volta che le precipitazioni si fanno più abbondanti la situazione si ripropone in tutta la sua intensità. Non resta che rimboccarsi le maniche, calzare gli stivali di gomma e spalare l'acqua.
Mejaniga e Castagnara come sempre sott'acqua
Se si richiede un intervento si rischia di vivere la situazione paradossale dello scaricabarile tra gli uffici, alla ricerca di una competenza. Succede, infatti, che i vigili urbani rimandino al consorzio Tergola, che l'ufficio tecnico individui come preposto alla risoluzione di questo problema il consorzio Medio Brenta, e che quest'ultimo lanci la palla al sindaco. Alla fine si scopre che la competenza è del Comune e in particolar modo dell'ufficio manutenzioni. Data l'intensità del temporale il sindaco Baldin ha mobilitato tutti gli addetti alla pulizia dei tombini. Nel giro di un'ora la situazione è rientrata nella normalità, fermo restando il puntuale ripresentarsi del problema alla prossima pioggia abbondante.
Secondo il sindaco, una proposta da fare alla provincia è quella di posizionare delle caditoie in via Trento e Trieste, solitamente la zona la più colpita. Questo perché tutto il quartiere a ridosso di Castagnara, costruito intorno agli anni '60, non è stato pensato per affrontare queste problematiche. La zona si trova in posizione più bassa rispetto alla via principale e quando piove in abbondanza l'acqua piovana vi confluisce. Le grate poste in mezzo alla strada dovrebbero allora raccogliere l'acqua in eccesso.
Il problema comunque si trova a monte. Va ridefinita tutta la rete idraulica, divenuta negli anni insufficiente. Tutte le acque confluiscono nello scolo Cadoneghe che corre da Bragni a via Rigotti, a volte interrato a volte scoperto. L'attuale cementificazione ha impermeabilizzato il terreno che non assorbe più l'acqua piovana che va quindi ad ingrossare lo scolo. Per questo motivo nel progetto della nuova zona industriale si è pensato anche ad un largo fossato che raccolga già le acque prima che arrivino allo scolo.
Cristina Salvato