Blitz della Polizia nei negozi cittadini, allarme per il pericolo corso dagli acquirenti più giovani
Quattro quintali di botti dal ferramenta
Denunciato un commerciante, li aveva importati illegalmente
PADOVA. Sequestrati dalla polizia quattro quintali di fuochi che il commerciante aveva appena messo in esposizione. Da ieri mattina gli agenti delle Volanti stanno tenendo d'occhio cartolerie, ferramenta e cartolerie della città e della cintura urbana, i negozi dove più spesso vengono venduti illegalmente i "botti" più pericolosi, quelli che vanno anche a finire nelle mani dei ragazzini. Ieri mattina i poliziotti si sono presentati in un negozio di ferramenta di Cadoneghe, che si trova proprio al confine con il comune di Padova. E lì hanno trovato una montagna di materiale illegalmente messo in vendita. Il commerciante è caduto dalle nuvole, convinto che fosse in libera vendita. Gli inquirenti, però, sono rimasti perplessi in quanto nelle confezioni, di importazione cinese, spiccava la scritta che si trattava di artifizi di quarta e quinta categoria, che possono essere venduti solo nelle armerie.
Una montagna di fuochi d'artificio, che il commerciante aveva appena messo in esposizione. Aveva preparato anche i cartellini colorati con l'indicazione dei prezzi, che andavano dalle cinque alle ventinovemila lire. Tutto quell'armamentario è finito negli uffici della polizia.
Da ieri mattina, infatti, gli agenti delle Volanti stanno tenendo d'occhio cartolerie e ferramenta della città e della cintura urbana, i negozi dove più spesso vengono venduti illegalmente i "botti" più pericolosi, quelli che vanno anche a finire nelle mani dei ragazzini.
Sono i più giovani, infatti, che vanno a rifornirsi in questi esercizi commerciali, in quanto gli esperti vanno a caccia di materiale pirotecnico direttamente nelle armerie, dove la vendita di fuochi d'artificio è sottoposta a rigidi controlli (occorre la maggiore età e, in alcuni casi, anche il porto d'armi).
Gira di qua e gira di là, i poliziotti ieri mattina hanno ficcato il naso in un negozio di ferramenta di Cadoneghe, che si trova proprio al confine con il comune di Padova. E loro stessi hanno fatto il... botto, scoprendo quattro quintali di "botti" illegalmente tenuti nel locale e messi in vendita. Il commerciante è caduto dalle nuvole, convinto che quel materiale fosse in libera vendita. Questo ha detto agli inquirenti, rimasti piuttosto perplessi in quanto nelle confezioni, tutte di importazione cinese, spiccava la scritta che si trattava di artifizi di quarta e quinta categoria, di quelli che possono essere venduti soltanto nelle armerie.
Il valore dei fuochi d'artificio sequestrati è di svariati milioni, in quanto alcuni "botti" sono piuttosto grandi e costosi. Numerosi i razzi, di varie dimensioni e pericolosità. Ci sono, ad esempio, i "Missili V3", i razzi "Soviet" e "Testa rossa", le consuete "Candele romane", i fuochi d'artificio "Gran Finale", i razzi "Top Star", la "Tempesta", il "Vulcano gigante" (ogni pezzo costa 29 mila lire), e altri pezzi dai nomi altrettanto altisonanti, indicativi della loro potenza.
Si tratta di materiale che appartiene alle quarta e quinta categoria, in quanto contiene una rilevante quantità di esplosivo. A norma di legge, doveva essere tenuto in stanze blindate, in maniera da scongiurare ogni rischio. Viceversa il commerciante, che è stato denunciato penalmente per violazione della normativa in materia, lo teneva in esposizione nel suo negozio di ferramenta, senza rendersi assolutamente conto dei rischi che correva.
I controlli della polizia, volti a garantire ai padovani un San Silvestro tranquillo, proseguiranno anche nei prossimi giorni, praticamente fino alla sera del 31 dicembre, quando gli ultimi negozi chiuderanno i battenti.
Bimbi ritirati dall'asilo nido
CADONEGHE. Le rette dell'asilo nido sono definitivamente aumentate e due famiglie hanno deciso di ritirare i propri figli. "Saremmo anche più numerosi, - afferma Annamaria Grassi, uno dei genitori che hanno preso la decisione di cambiare scuola - se soltanto le strutture limitrofe proponessero valide alternative. Il problema è che gli altri asili della zona, privati, hanno indiscutibilmente le rette inferiori, ma i posti sono ormai saturi e mancano di alcuni servizi rispetto a quello comunale". Tutta la vicenda aveva preso origine in novembre, quando l'amministrazione comunale aveva comunicato alle famiglie, che le rette sarebbero aumentate con effetto retroattivo dal mese di settembre. L'assessore Alessandra Baldan ha spiegato al Comitato di gestione i motivi che hanno indotto l'amministrazione ad approvare nel bilancio di previsione del 2000 la revisione delle tariffe.
Una revisione che ha investito un po' tutti i servizi comunali erogati. Innanzi tutto il Comune di Cadoneghe ha ritenuto opportuno di non aumentare la tassa ICI. In più, sono stati potenziati dei servizi ai cittadini, come il Nido Blu, l'estensione pomeridiana dei centri ricreativi estivi, le mense per gli alunni che svolgono il tempo pieno, i servizi agli anziani. Si è creata per questo motivo la necessità di reperire delle risorse economiche intervenendo sui soggetti con reddito maggiore.
Il Comitato di gestione dell'asilo nido, lamentando la carenza e la mancata tempestività delle informazioni ricevute in merito, ha invitato l'amministrazione comunale a posticipare l'applicazione delle nuove tariffe o ad applicare l'articolo 11 del regolamento dell'asilo nido, che conferisce la possibilità di diminuire la retta alle famiglie che si trovassero in difficoltà economiche.
L'assessore Baldan ha presentato le proposte alla Giunta, la quale, però, non ha ritenuto di procrastinare l'applicazione delle nuove tariffe perché avrebbe comportato l'ingresso di minori entrate rispetto a quelle previste dal bilancio comunale. Si sarebbe causato anche un mancato beneficio degli utenti che si trovavano a pagare meno, oltre al problema della definizione delle tariffe applicate ai nuovi utenti.
La volontà di andare comunque incontro alle famiglie da parte dell'amministrazione c'è stata. I Comuni delle famiglie dei non residenti sono stati contattati per richiedere la disponibilità ad aiutare economicamente le famiglie che vi abitano. Ai non residenti nel Comune di Cadoneghe, infatti, è applicata la tariffa intera, a prescindere dal loro effettivo reddito, ma in quanto esterni, il Comune non può erogare loro le agevolazioni previste invece per le famiglie residenti. I sindaci dei Comuni limitrofi si sono dimostrati disposti, almeno verbalmente, ad aiutare i loro concittadini. "Questo è vero, - continua la signora Grassi - però si sono riservati di rispondere nei primi mesi dell'anno prossimo, e così le famiglie sono costrette a rimanere a Cadoneghe. Se solo ci avessero comunicato tempestivamente gli aumenti, ci saremmo mossi per tempo per trovare una soluzione prima dell'inizio dell'anno scolastico". L'aggravante per i non residenti, infatti, è costituita proprio dal ritardo con cui gli uffici comunali hanno dato comunicazione alle famiglie degli aumenti delle rette. È di questi giorni, infine, la notizia che gli uffici comunali non hanno ancora approntato il ricalcolo delle rette in base alla nuova metodologia ISEE. Da gennaio, quindi, le rette dell'asilo cambieranno ancora, ma le famiglie attualmente non conoscono ancora i nuovi importi.
Casa-albergo per clandestini
CADONEGHE. Aveva trasformato i due appartamenti, di cui è proprietario a Cadoneghe, in una specie di albergo per clandestini. Nelle due abitazioni, una al piano terra e l'altra al primo piano del condominio di via Belladoro 6, Francesco Dorio, 48 anni, personaggio già noto alle forze di polizia, aveva ricavato sei piccole stanze da letto, che aveva riempito all'inverosimile di brandine, affittate in nero a duecentomila lire al mese. Ci teneva una ventina di extracomunitari, soprattutto moldavi e rumeni, quasi tutti clandestini che lavorano illegalmente nelle aziende della zona. La scoperta, i carabinieri di Ponte di Brenta, l'hanno fatta quasi per caso, l'altra mattina all'alba, quando hanno controllato due moldavi proprio all'imbocco di via Belladoro. Mentre la pattuglia era ancora alla prese con gli extracomunitari è sopraggiunto in bicicletta proprio il padrone di casa, che ha cercato di garantire per i due immigrati. Così si è tradito.
Nella foga della discussione, infatti, si è lasciato scappare che i due li conosceva bene in quanto abitavano a casa sua. Immediatamente i carabinieri si sono insospettiti e sono andati a dare un'occhiata, scoprendo che gli appartamenti a disposizione di Dorio erano due e che ci vivevano ben 19 extracomunitari, quindici illegali e quattro con il permesso di soggiorno.
Quando i militari si sono presentati lì, gli stranieri dormivano ammassati nelle piccole stanze che il proprietario aveva riempito di letti, in maniera da guadagnare il più possibile. Tre camere nell'abitazione al piano terra e altrettante in quella al primo piano. Nella prima stavano addirittura in quindici, uomini e donne tra i venti e i trentacinque anni. Accanto ai letti avevano le loro poche cose, raccolte in alcuni borsoni.
Hanno raccontato la loro storia di miseria, derivata per lo più dalla condizione di illegalità, sostenendo quasi tutti che quasi hanno un'attività lavorativa in zona, anche quella in nero.
Vero o falso che sia, i diciannove extracomunitari, in quanto clandestini, sono stati accompagnati tutti in questura, dove sono stati identificati e hanno ricevuto il decreto di espulsione. Loro stessi hanno detto che pagavano il posto letto dalle 150 alle 200 mila lire, e che erano venuti a conoscenza di quell'opportunità di avere un tetto attraverso il classico "passaparola" tra connazionali.
Ludoteca di Cadoneghe
CADONEGHE. Uno spazio per le donne, che vuole essere soprattutto uno spazio per la famiglia. Questa è la nuova iniziativa dell'assessorato agli Interventi Sociali. Nella ludoteca comunale "All'albero magico" è stato allestito il nuovo Spazio Donna. Questa struttura si colloca all'interno di servizi rivolti alla famiglia che sono già predisposti e che nel loro insieme costituiscono il Centro per la Famiglia.
Innanzitutto il Nido Blu, lo spazio per i bambini da 0 a 3 anni, mirato allo sviluppo della socializzazione con i coetanei e all'apprendimento di nuove tecniche di gioco, mentre gli adulti che li accompagnano possono scambiarsi idee e informazioni, magari sorseggiando un té.
Sono previsti, infatti, degli spazi comuni, come una cucina ed un salotto. Il Nido Blu non vuole essere un servizio sostitutivo all'asilo nido, ma un completamento della ludoteca per i più piccini.
Gli altri servizi forniti alle famiglie sono il corso di ginnastica pre-parto e la Scuola per genitori. Lo Spazio Donna è uno spazio al femminile in cui oltre ai genitori, possono incontrarsi anche le associazioni come il Gruppo attività e animazione della casa-albergo A.Spinelli, il Gruppo Ceramica, il Gruppo Carnevale.
La recente inaugurazione è stata l'occasione per presentare alcuni nuovi progetti che saranno seguiti dal Comune in collaborazione con alcune associazioni attive da anni in favore e in difesa dei diritti delle donne.
Con l'Associazione Donne Europee Federcasalinghe sono in programma due progetti contro gli incidenti domestici, le cui allarmanti percentuali hanno fatto sì che ci si ponesse il problema anche in termini legislativi. In primo luogo sarà attivata la raccolta delle pre-iscrizioni delle quote per l'assicurazione obbligatoria cui avranno diritto le persone che svolgono un lavoro casalingo. La legge 493 del dicembre 1999 riconosce un'indennità a coloro i quali, all'interno di tutte le aree pertinenti la casa, a causa di incidenti domestici, riportino dei danni fino ad un grado di invalidità del 33 per cento. La quota dell'assicurazione potrà essere raccolta dai Comuni e dalla Federcasalinghe, che si occuperanno a loro volta di trasferirla all'Inail.
Altra iniziativa organizzata dalla Federcasalinghe è il corso di pronto soccorso, tenuto gratuitamente dalla Croce Rossa Italiana, volto a fornire delle nozioni di primo intervento in caso di incidenti domestici.
Il Centro Veneto Progetto Donna di Padova mette a disposizione la sua esperienza e i suoi collaboratori attività strutturate in base al ciclo di crescita della famiglia, con l'allestimento di corsi per coppie e per genitori con figli piccoli e adolescenti.
Saranno organizzati inoltre dei corsi di auto stima per le donne, all'interno del più ampio progetto di prevenzione e sostegno alla violenza familiare, di cui il Progetto Donna si occupa ormai da anni su tutto il territorio provinciale.
L'Unione Donne Italiane, infine, fa sapere che continuerà anche quest'anno i progetti di laboratori, della festa dell'8 marzo e delle attività di aiuto alle donne di altri paesi, come lo sono stati i laboratori per donne dell'ex Jugoslavia.
Paola Malagoli
22 dicembre 2000 "IL MATTINO DI PADOVA"
Struttura di Cadoneghe troppo cara per i non residenti
Cristina Salvato
16 dicembre 2000 "IL MATTINO DI PADOVA"
Aveva trasformato due appartamenti di Cadoneghe in un "alveare"
che ricoverava moldavi e rumeni impiegati in nero nelle aziende
Paola Malagoli
13 dicembre 2000 "IL MATTINO DI PADOVA"
Spazio Donna allargato alla famiglia
Cristina Salvato