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RASSEGNA STAMPA –FEBBRAIO 2003

"IL MATTINO DI PADOVA"



28 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Con una stretta di mano
Chiusa a Cadoneghe la «bufera» bandiera

Nessuna notizia ancora delle bandiere sottratte dai luoghi pubblici e da abitazioni private nei giorni scorsi. Il maltolto non è stato riconsegnato ai legittimi proprietari. Però un gesto di distensione viene offerto da Forza Italia a Rifondazione Comunista. Dopo la levata di scudi dei consiglieri di opposizione in risposta alle accuse lanciate da Rifondazione, smentendo di essere in qualche modo i mandanti politici delle sottrazioni degli stendardi iridati, adesso una virtuale e simbolica bandiera di pace viene consegnata da Venturato di Forza Italia a Costa di Rifondazione Comunista.
«Forza Italia rimarca la sua condanna agli atti di furto delle bandiere e ribadisce la sua totale estraneità alla vicenda. - sottolinea il neo eletto responsabile di circolo, Stefano Venturato - Non è certo questo il modo di fare scontro politico. Con Rifondazione Comunista intratteniamo dei rapporti corretti, trovandoci entrambi, noi per risultato elettorale, loro per scelta di coerenza, all'opposizione». Tra il serio e il faceto, non sarà allora che questa disponibilità al dialogo la si debba intendere come un abboccamento per formare una nuova e inconsueta coalizione politica tra i due partiti, in vista delle prossime elezioni? «Noi continuiamo a manteniamo le nostre differenze. - puntualizza Lucio Costa - Forza Italia sta all'opposizione per ideologia politica, noi stiamo in una posizione neutra, valutando di volta in volta le scelte fatte dall'amministrazione e riservandoci di votare a favore o contro. Se a volte capita che si esprima un voto uguale, le motivazioni di fondo restano comunque diverse».
Ma di che colore è questa simbolica bandiera che viene data a Rifondazione? E' quella bianca con il simbolo dell'Onu che Forza Italia ha chiesto al Comune di realizzare o quella arcobaleno in cui si riconosce Rifondazione? «Non esistono colori specifici, la pace è dentro di noi» sentenzia il giovane Venturato. Affermazione condivisa anche da Lucio Costa che accetta di buon grado questo gesto di distensione. E ricambia la cortesia aggiungendo che la polemica scaturita in questi giorni non aveva niente di personale nei confronti dei dirigenti politici di Cadoneghe. «Forse il mio primo comunicato è stato mal interpretato perché troppo stringato. Quello che volevo intendere è che attorno alle bandiere si è creato un clima che ha favorito queste azioni. C'è chi si è sentito legittimato a rappresentare le istanze di certi amministratori, contrari all'esposizione della bandiera iridata nei luoghi pubblici. A Cadoneghe, nonostante un clima politico acceso, non si erano mai verificati atti del genere».
Cristina Salvato

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27 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Proposta di nuovo statuto previsti referendum «veri»
Domani sera la presentazione

Il Comune di Cadoneghe si è dotato di un nuovo statuto. La bozza di proposta sarà presentata in un pubblico incontro fissato per domani sera alle 20.30, in sala consiliare: l'invito a partecipare è rivolto a tutta la cittadinanza e alle associazioni. Le quali potranno proporre eventuali modifiche da inserire, soprattutto in virtù del fatto che il nuovo statuto, in base al principio di sussidiarietà orizzontale, prevede una larga partecipazione da parte dei cittadini alla vita amministrativa. Un intero capitolo, infatti, regola la partecipazione degli abitanti e le diverse forme in cui questa può avvenire come appunto le associazioni, le consulte popolari, le petizioni.
Ma la novità importante prospettata da questa bozza di nuovo statuto è l'introduzione della possibilità di effettuare delle consultazioni referendarie a carattere propositivo e abrogativo, attivate direttamente dai cittadini. L'attuale versione dello statuto contempla invece esclusivamente il referendum consultivo. «Uno statuto al passo con i tempi», commenta il consigliere Letterio Turiaco, presidente della prima commissione consiliare che ha lavorato alla stesura del nuovo statuto. «A tredici anni dall'ultima redazione dello stesso, che pure a sua volta aveva introdotto importanti innovazioni, molte cose sono cambiate, anche dal punto di vista procedurale. E puntualmente Cadoneghe ha pensato di adeguarsi al mutamento di ruoli e di funzioni che ha investito in questo periodo recente gli enti pubblici. Questo statuto guarda avanti, nel senso che è pensato in prospettiva, come uno strumento da applicare ad un comune che superi i 15 mila abitanti, sebbene attualmente a Cadoneghe manchino poche decine di unità per oltrepassare tale traguardo».
In quest'ottica si colloca la previsione di istituire il ruolo del presidente del Consiglio comunale, figura diversa da quella del sindaco, che presieda il Consiglio e le riunioni dei capigruppo. A questo corrisponde una maggior autonomia del sindaco nella scelta degli assessori esterni al momento di formare la giunta: che passano dai sei fissati con certezza dal regolamento vigente, a un minimo di cinque e fino a un massimo di sette proposti dalla bozza del nuovo statuto. Oltre alla serata di domani, si sta pensando al modo di far conoscere lo statuto ai cittadini. «Una proposta fra le altre», continua Turiaco, «è quella di inserirla nel programma scolastico degli alunni di terza media, per dar loro la possibilità di conoscere il proprio territorio».
Figlio dello statuto sarà il regolamento del Consiglio comunale, alla cui stesura la prima commissione sta attualmente lavorando.
Cristina Salvato

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27 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

LA KERMESSE DI DOMENICA
Carnevale con carri, maschere e teatro

L'appuntamento con il Carnevale è fissato per domenica. Il corteo mascherato, accompagnato dai carri allegorici, partirà dalla chiesa di Sant'Andrea alle 14.15 e sfilerà lungo le vie Rigotti, Guerzoni, e Matteotti fino al Municipio. Si proseguirà lungo via Gramsci, Marconi e Donizetti per giungere infine alla palestra Olof Palme. Qui alle 16 avrà luogo la rappresentazione teatrale diretta da Ted Keijser, con l'attore Giuliano Amatucci. Dalle 17, festa a base di musica e dolci.
All'interno della palestra sarà allestita la mostra dei disegni prodotti dai ragazzi della scuola media Don Milani, tra i quali è stato scelto quello della bravissima Giada Zaffin che frequenta la classe 2ª, per essere utilizzato sulle locandine e sui manifesti pubblicitari. In caso di pioggia la manifestazione si svolgerà interamente all'interno del palazzetto.
Cristina Salvato

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23 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

«Non vogliamo più vivere blindati»
Cittadini e commercianti di Torre e Cadoneghe rinnovano l'appello
Vogliono i promessi vigili di quartiere e la pulizia delle aree a rischio

Cittadini e commercianti uniti contro gli episodi di criminalità imperversante. Questo l'argomento della riunione pubblica organizzata venerdì sera al patronato di Torre. Un'occasione per fare il punto sulla situazione di microcriminalità dilagante nei quartieri a ridosso delle due sponde del Brenta, esposta attraverso una raccolta di firme anche ai politici e alle forze dell'ordine dei due Comuni di Padova e Cadoneghe. All'incontro erano presenti una trentina tra abitanti e negozianti dei due quartieri. Ma più che i presenti si notavano gli assenti.
Le varie autorità invitate hanno dato forfait. Un'occasione persa per farsi sentire vicini alla gente e non lasciare ancor più soli questi cittadini che quotidianamente subiscono piccoli e grandi furti. Impotenti e scoraggiati non resta loro che tentare nuovamente di scuotere l'opinione pubblica e le autorità competenti, presentando un ulteriore documento, stilato nel corso della serata dal consigliere di quartiere Andrea Micalizzi, ai sindaci, al prefetto e al questore. E richiesto un maggior controllo da parte delle diverse forze dell'ordine che devono agire in maniera coordinata tra loro. Vorrebbero veder girare per le strade il fantomatico vigile di quartiere, troppe volte promesso e mai istituito. Ma la sicurezza passa non solo attraverso la repressione, bensì in primo luogo con la prevenzione. Si deve quindi intervenire nelle aree dimesse e abbandonate, poco frequentate e scarsamente illuminate, come i parchi pubblici. Tutte richieste più che legittime, come affermato da uno dei cittadini che ha preso la parola. Si tratta in fondo di far valere un proprio diritto, la sicurezza, e non di elemosinare un intervento straordinario. Non accettando, interviene un altro abitante, di vivere blindati, prigionieri in casa propria. Ma un altro appello è stato lanciato lanciato durante la serata: abbattere il muro di omertà che sembrava legato al profondo sud, ma che si verifica puntualmente anche a Cadoneghe e Torre ogniqualvolta viene commessa un'effrazione. Si invitano pertanto tutti gli abitanti ad essere solidali tra loro, prestando attenzione quando suona un allarme e chiedendo, anche in forma anonima, l'intervento delle forze dell'ordine. Consigliano pertanto di segnalare persone dal comportamento anomalo, targhe di automobili o motorini sospetti, per far scattare il loro intervento.
Cristina Salvato

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23 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Non udenti all'incontro di An chiedono forme di protezione

L'incontro organizzato dal locale circolo di Alleanza Nazionale giovedì sera aveva più del convegno tecnico che del dibattito tra politici e cittadini. Pochi, infatti, gli abitanti presenti. La sala consiliare era invece gremita di esponenti della politica locale e non. I relatori hanno esposto una panoramica sulla recente legge Bossi-Fini, che mira a regolarizzare e censire gli stranieri in Italia, e sulla legge regionale per la sicurezza. Entrambi strumenti che cercano di reprimere i fenomeni di criminalità commessi da stranieri presenti illegalmente sul nostro territorio. L'onorevole Luciano Dussin elenca le cifre del fenomeno: su 57mila detenuti nelle carceri italiane, un terzo è rappresentato da stranieri e, su dieci atti criminali che vengono commessi in Italia, sei sono quelli attribuiti a stranieri. Tra gli interventi, alcuni per la verità dai toni piuttosto forti, importante quello di Giorgio Topuz in rappresentanza dei cittadini non udenti. L'esigenza di sicurezza, per queste persone, è unita anche alla necessità di poter usufruire di strumenti per favorire il dialogo con le forze dell'ordine. Propongono di istituire un numero di cellulare cui inviare un messaggio col telefonino in caso di emergenza e che le forze dell'ordine utilizzassero un interprete per non udenti. Enrico Pavanetto, vicesindaco di Vigodarzere, invita chiaramente questori e prefetti ad accogliere le sempre più numerose richieste in tema di sicurezza che giungono dai cittadini attraverso incontri pubblici, assemblee, comitati. E sposa la proposta del consigliere leghista Bruno Zandarin di rendere operativi sul territorio un maggior numero di agenti di forze dell'ordine. Secondo Zandarin, infatti, l'Italia ha il doppio dei poliziotti pro capite rispetto ad altri paesi europei, ma una grossa percentuale è impiegata in compiti amministrativi.
Cristina Salvato

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19 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

PARROCCHIA DI MEJANIGA
Raccolta in corso di generi vari promossa da «Mano Amica»
«A rubare i drappi sono i soliti vandali autori di altri danni»

L'associazione Mano Amica cerca materiale usato da poter distribuire a persone bisognose che si rivolgono alla sua sede. L'associazione, ospitata dalla parrocchia di Mejaniga, ogni venerdì pomeriggio accoglie una trentina di persone, per lo più extracomunitari, che si indirizzano a lei per ottenere capi di abbigliamento, mobili, elettrodomestici. Purtroppo ultimamente la domanda ha superato l'offerta e l'associazione non è più in grado di far fronte alle numerose richieste. I dodici volontari che operano all'interno di Mano Amica invitano pertanto chi avesse vestiti, calzature, mobili, accessori per neonati, elettrodomestici che non utilizza più ed intende gettare, a portarli presso la parrocchia o al venerdì pomeriggio direttamente all'associazione nei locali della canonica, dietro la chiesa parrocchiale. Mano Amica è impegnata anche su un altro fronte di solidarietà. Attraverso i proventi ricavati da mercatini di dolci e di articoli da regalo confezionati dai volontari, sono state effettuate delle adozioni a distanza e contribuito ad attività missionarie in diverse aree povere del mondo. E stata pagata la retta della scuola d'infanzia ad un bambino in difficoltà economiche.
Cristina Salvato

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19 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Bandiere di pace portano venti di guerra
«Non siamo i mandanti dei furti a Cadoneghe»
Partiti di centrodestra contro le accuse di Rifondazione

Nel Comune in questi giorni si è giunti ad uno sconcertante paradosso. Le bandiere della pace che sventolano dai balconi di edifici pubblici e privati sono oggetto di uno scontro non molto pacifico, a suon di reciproche accuse e denunce, tra Rifondazione Comunista e tutti i partiti che si collocano nell'area di centrodestra. A scatenare la guerra intestina al consiglio comunale sono state le recenti affermazioni rilasciate a mezzo stampa da Rifondazione e aventi per oggetto il furto di alcune bandiere iridate, avvenuto nei giorni scorsi, da parte di ignoti. La bandiera issata al pennone in piazza della Repubblica e altre appese ai piani più bassi di abitazioni private sono state sottratte.
Parrebbe trattarsi di una bravata compiuta dai soliti "annoiati", che non sapendo come passare la serata ultimamente non trovano di meglio che danneggiare il bene altrui.
Ma Rifondazione sembra invece aver addotto il pretesto per lanciare pesanti accuse di responsabilità verso i partiti che siedono sui banchi dell'opposizione, individuati come mandanti politici dei "raid". Accuse smentite categoricamente da questi ultimi, che ravvisano in tutto questo una mera strumentalizzazione politica. Tutte le forze politiche che si collocano nel centrodestra (Cadoneghe Rinnovamento, Lega Nord-Liga Veneta, Associazione Veneto Repubblica Federale Padana), hanno pertanto sottoscritto un comunicato di risposta, in cui si rileva che se il furto delle bandiere è vero non solo Rifondazione ma tutte le forze politiche devono esprimere la loro indignazione e stigmatizzare quanto accaduto. «L'aspetto più grave e sconcertante - continua la nota - è però l'utilizzo strumentale e inaudito che Rifondazione fa dell'accaduto, lanciando accuse infondate e ritenendo addirittura come mandanti le forze moderate di centrodestra, là dove, testualmente, Rifondazione dice: "Questi furti sono molto gravi sia per l'atto in sé, sia per il loro significato politico. Riteniamo che i mandanti stiano nel centrodestra e che gli esecutori appartengano a quella banda di teppisti naziskin che da qualche tempo imperversa a Cadoneghe". Mentre ribadiamo la nostra ferma condanna per atti delittuosi di qualunque natura, riteniamo pretestuosa, infamante ed assolutamente infondata l'accusa che Rifondazione Comunista fa, con estrema leggerezza, alle forze di centrodestra. Se Rifondazione ha degli elementi concreti di accusa nei confronti di qualcuno, si rivolga con una denuncia precisa e circostanziata alla magistratura; eviti però di diffamare le forze di centrodestra, unicamente per mera strumentalizzazione politica. A questo proposito ci riserviamo di adire le vie legali allo scopo di affermare la nostra totale estraneità e tutelare la nostra onorabilità. Aggiungiamo che questi comportamenti scorretti da parte di Rifondazione Comunista non fanno altro che creare fittizie divisioni su un problema che nella realtà non esiste, in quanto tutti noi vogliamo la pace, e che non servono né alla pace stessa nel mondo né, tanto meno, a quella tra di noi».
A questo comunicato la Lega ha voluto aggiungere un ulteriore commento. «Abbiamo sempre rifiutato la logica dello scontro da stadio che contraddistingue le prese di posizione di alcuni iscritti a Rifondazione. In questo spirito abbiamo lasciato la bandiera della pace, non propriamente neutra, che Rifondazione aveva provveduto a mettere nel portabandiera accanto alla porta della nostra sede, non già accanto alla porta della sua sede. Che qualcuno l'abbia tolta è indubbio, ma è anche vero che la stessa è rimasta lì per una decina di giorni senza che noi la togliessimo, pur avendone diritto visto che usiamo quel portabandiera, accanto alla nostra porta, per esporre la nostra. L'intolleranza di Rifondazione appare evidente se si osservano gli inviti esposti dal circolo di An per l'incontro del 20 febbraio prossimo, avente per tema la legge Bossi-Fini, esattamente ricoperti da volantini di Rifondazione, con accanto grandi spazi liberi. Ci auguriamo che le dichiarazioni virgolettate non siano state rilasciate dai responsabili della sezione. Invitiamo gli stessi - conclude la nota della Lega - a smentire il contenuto con senso di responsabilità».
Cristina Salvato

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18 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Vandali-politici all'attacco rubano le bandiere di pace

Una segnalazione giunge da Rifondazione comunista-Circolo di Cadoneghe, in merito a diversi furti di bandiere della pace negli ultimi giorni. Rubata quella esposta davanti alla sede del circolo, quella issata sul pennone di Piazza della Repubblica ed altre sono state rubate dalle terrazze di alcune abitazioni. «Riteniamo - scrive Rc in una nota - che i mandanti politici stiano nel centrodestra e che gli esecutori appartengano a quella banda di teppisti naziskin che da qualche tempo imperversa a Cadoneghe con atti vandalici contro le strutture pubbliche. Si può dissentire politicamente ma senza rubare. Poichè il furto è un reato punito dalla legge, provvederemo come Rifondazione Comunista a regolare denuncia e chiediamo agli altri di fare altrettanto. Chiediamo alle forze dell'ordine di porre particolare attenzione a questo fenomeno. Chiediamo ai mandanti ed esecutori di restituire il maltolto riconsegnandolo ai legittimi proprietari od anche attraverso il Comune. Invitiamo infine - conclude la nota - tutti i cittadini ed i giovani in particolare a vigilare denunciando la presenza di questi fascistelli teppisti che a Cadoneghe non possono nè devono avere nessuna cittadinanza e godere di nessuna tolleranza».

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18 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Incontro di An sulla sicurezza

«La Bossi-Fini e la legge regionale sulla sicurezza...come si stanno movendo il Governo e gli enti locali?», è il titolo dell'incontro pubblico organizzato dal circolo di Alleanza Nazionale di Cadoneghe e Campodarsego, per giovedì prossimo, alle 21, nella sala consiliare di Cadoneghe.
All'indomani delle bombe alle chiese e dei numerosi furti ai danni di privati e negozianti che si susseguono nella zona, l'obiettivo è di far incontrare i cittadini ed i rappresentanti istituzionali che hanno il compito di spiegare in dettaglio le norme e i regolamenti. Dubbi, perplessità, incertezze saranno l'argomento della serata in quanto ampio spazio sarà riservato alle domande del pubblico. La presenza di un interprete per non udenti darà l'opportunità ai cittadini sordi di Cadoneghe e Campodarsego di partecipare attivamente all'assemblea. «La Bossi-Fini e la legge regionale sulla sicurezza" - commenta Lucio Tomat, presidente del locale circolo territoriale di An - sono norme che permettono, la prima, di regolamentare l'immigrazione extracomunitaria, mentre la la seconda fornisce agli operatori economici e agli enti locali gli strumenti idonei per contrastare la criminalità». All'incontro interverranno Paola Candiotto sindaco di Campodarsego, Flavio Manzolini assessore all'immigrazione della Provincia di Padova, Raffaele Zanon assessore ai Flussi Migratori e alla Sicurezza della Regione Veneto, Luciano Dussin deputato e relatore del D.d.L. Bossi-Fini, Maurizio Saia deputato e assessore alla Sicurezza del Comune di Padova.
Cristina Salvato

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14 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

MANIFESTAZIONI PACIFISTE
Dalle fiaccolate ai pullman

Numerosi i Comuni che aderiscono a iniziative di pace, oppure le promuovono, come nel caso di Cadoneghe. Oggi, alle 21, una fiaccolata partirà dal municipio per giungere infine alla palestra Olof Palme. Qui interverranno il professor Marco Mascia, del centro Diritti Umani dell'Università e don Luigi Tellatin, referente regionale dell'associazione Libera. L'amministrazione comunale, inoltre, aderisce anche alla manifestazione nazionale indetta per domani a Roma. Informazioni ed adesioni all'Ufficio Relazioni con il Pubblico in municipio. Sempre oggi, a Limena, fiaccolata con lo slogan "Facciamo pace": appuntamento alle 21, con un corteo che dalla sede municipale, attraverserà tutte le vie del centro per concludersi nella sala consigliare dove ci sarà un incontro con padre Dario, comboniano, e Giovanni Putoto medico del Cuamm. Rubano,in collaborazione con Mestrino e Veggiano, parteciperà alla manifestazione nazionale che si terrà a Roma domani. Un pullman che porterà i manifestanti nella capitale a costi ridotti. Partenza da piazzale del municipio, alle 6.15, il rientro è previsto in tarda serata. La quota di partecipazione è di 22. Per informazioni ed adesioni rivolgersi all'Ufficio Relazioni con il Pubblico (tel. 049.8739222) dalle 8.30 alle 12.30.

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14 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

SUL MUNICIPIO DI CADONEGHE
Striscione conciliatore insieme a bandiera della pace

Da martedì sventola anche dalla balaustra del balcone del municipio di Cadoneghe la bandiera iridata della pace. O meglio, le bandiere che si agitano al vento sono due. L'amministrazione comunale, infatti, ha fatto realizzare uno striscione personalizzato, con la scritta "Cadoneghe per la pace" attorniata dallo stemma del Comune e dal simbolo dell'Onu. Una scelta fatta per non scontentare nessun movimento politico e nessuna professione religiosa.
Poi però è parso doveroso accodarsi alla numerosa schiera di concittadini che espongono sempre più numerosi le bandiere ai loro balconi. «La scelta di esporre due striscioni - spiega il sindaco Adriano Baldin - nasce da un percorso democratico che l'amministrazione ha seguito in tutta la vicenda. Durante una riunione di giunta, per decidere se e come aderire all'iniziativa, è stato proposto di consultare sull'argomento i capigruppo di tutti i partiti di maggioranza e opposizione. Lega e Forza Italia hanno manifestato opinione contraria ad esporre la bandiera arcobaleno perché a loro avviso appartiene ad un certo orientamento ideologico che non li rappresenta». Da qui la decisione di realizzare uno striscione personalizzato. Si è scelto dunque di rappresentare il simbolo e il colore blu dell'Onu nelle scritte per ribadire la convinzione che siano le Nazioni Unite a dover decidere, senza l'imposizione di ultimatum, come si legge nell'ordine del giorno approvato unanimemente dal consiglio comunale durante la seduta del 9 dicembre scorso. Poi, però, durante un incontro avuto con i rappresentanti delle parrocchie, delle associazioni culturali e sportive e dei rappresentati politici, la maggioranza aveva espresso il sentimento di sentirsi rappresentata dalla bandiera arcobaleno, più significativa e conosciuta, simbolo di un spontaneo movimento popolare. Per questo si è deciso di affiancarla allo striscione comunale affisso, oltre che al municipio, anche in tutti gli altri edifici pubblici e su uno dei pennoni di piazza della repubblica. Ma come risponde il primo cittadino alle recenti direttive giunte dal governo a tutte le prefetture, che invitano i Comuni a non esporre le bandiere che non siano ufficiali perché contravvengono alla legge? Il sindaco Adriano Baldin replica che a Cadoneghe non sono state issate bandiere in municipio, bensì appesi degli striscioni inneggianti alla pace. Una sottigliezza che dovrebbe fare la differenza. I venti nuovi striscioni saranno utilizzati, poi, in tutte le occasioni in cui ci sia da manifestare la propria adesione ad iniziative pacifiste, come durante la marcia Perugia-Assisi, cui il Comune di Cadoneghe partecipa ormai da anni.
Cristina Salvato

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12 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

LE CIFRE DEI SERVIZI SOCIALI
780 mila euro per coprire i bisogni di tutte le età

Il Comune, per scelte politiche precise, nel corso degli anni ha investito molto, in risorse umane ed economiche, nello sviluppo dei Servizi sociali, ottenendo anche un riconoscimento pubblico nell'aprile del 2001 con l'assegnazione dell'Oscar per la famiglia. Nell'ultimo bilancio per la gestione dei Servizi sociali, il Comune ha stanziato complessivamente 782mila euro. All'interno di tutti i servizi erogati si trovano 49500 euro destinati alla ludoteca, il nido blu e il librobus, 15mila euro per i progetti di aggregazione giovanile e animazione di strada. 230mila euro vengono stanziati come contributo per prestazioni in istituti di ricovero per minori e anziani, 40mila euro vengono investiti per il funzionamento del centro polifunzionale per anziani che comprende alloggi, assistenza, pasti a domicilio, animazione, lavanderia. 297mila euro contribuiscono all'erogazione dei servizi erogati dall'Ulss come il Servizio Inserimento Lavorativo, i ricoveri, l'assistenza psichiatrica, la gestione dell'handicap e il consultorio. Sono 53500 gli euro che vengono assegnati come contributi economici a persone disagiate, mentre gli aiuti economici per famiglie che al loro interno debbano assistere un malato non autosufficiente ammontano a 35mila euro. In una popolazione che sfiora i 15mila abitanti gli interventi effettuati dai Servizi Sociali nel corso del 2002 coinvolgono aspetti di molteplice natura: 23 persone sono state alloggiate nei miniappartamenti al centro polifunzionale Spinelli, di cui 5 in emergenza abitativa, mentre 17 persone usufruiscono della mensa a domicilio e 9 del servizio lavanderia. L'assistenza domiciliare viene erogata a 26 persone, il telesoccorso a 27. Il Comune contribuisce alla retta di adulti o anziani inseriti in istituto per 16 persone e ha fornito 54 contributi economici assistenziali. Durante l'anno sono stati 44 gli adulti e gli anziani che hanno richiesto interventi di Servizio Sociale (segretariato sociale, situazioni di disagio, segnalazioni ad altri servizi). Per quanto riguarda i minori, 11 sono stati gli inserimenti in istituti educativi, 4 bambini usufruiscono del sostegno educativo domiciliare e 1 bambino è in affido familiare. Altro versante che si occupa di assistenza parallelamente al Comune è il consultorio familiare. Secondo i dati più recenti forniti dall'Ulss e risalenti al 31/12/2001 le situazioni in carico ai Servizi Sociali a Cadoneghe includevano 14 famiglie con minori, 19 famiglie che hanno ottenuto contributi economici, 3 minori affidati ai servizi sociali, 2 minori allontanati dalla famiglia, 1 minore in affido familiare consensuale, 1 minore in affido consensuale ad una comunità. Dai dati rilevati dalla Regione Veneto sull'attività dei consultori emerge che le prestazioni psicologiche e sociali erogate nel 2001 comprendono 42 casi di problematiche minori e 44 domande di adozione e affido, organizzando anche un'attività di gruppo sul tema. 2 sono gli affidi preadottivi seguiti e 2 anche i minori con problematiche che hanno richiesto un intervento. 33 i casi di problemi insorti riguardanti l'affidamento in caso di separazione tra coniugi. 72 persone hanno chiesto l'aiuto della psicologa (9 per problemi individuali, 3 per problemi di coppia, 25 per separazioni e divorzi e 10 per difficoltà familiari) e 125 sono i casi presi in carico dall'assistente sociale oltre a 4 casi in cui è intervenuta congiuntamente anche la psicologa. Dal punto di vista statistico emerge che a rivolgersi maggiormente al consultorio per un aiuto o un sostegno sono le donne sposate con un'età compresa tra i 35 e i 44 anni e che svolgono un lavoro di impiegata o insegnante.
Cristina Salvato

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12 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

«Famiglie disgregate, un peso crescente»
Dopo i recenti fatti di cronaca, l'assessore Baldan fa il punto sugli interventi in atto
«Sempre di più le donne che si trovano sole, senza reddito, con figli da mantenere»

Una madre costretta a legare il figlio per contenerne i suoi atteggiamenti violenti, un padre che si tuffa nel fiume a salvare la figlia che vi si era gettata con il chiaro intento di farla finita. Recentemente i fatti di cronaca che hanno visto protagonisti, loro malgrado, cittadini di Cadoneghe con problemi psicologici e sociali hanno indotto ad una riflessione. Questi casi sfuggiti al controllo sono eccezioni o esistono delle falle nella rete dei Servizi sociali? Indagare sulla complessa struttura racchiusa sotto il nome di Servizi sociali è come scoperchiare il vaso di Pandora da cui fuoriescono tutti i mali ed i malesseri della moderna società. L'abbandono, la solitudine, i problemi economici. «Ma sono principalmente le separazioni e i divorzi a scatenare una serie di problematiche dai risvolti economici, psicologici e abitativi» spiega l'assessore ai Servizi sociali Alessandra Baldan. Sempre più spesso il Comune si trova a fronteggiare situazioni di emergenza di madri che si ritrovano, dopo essersi separate dal marito, con i figli a carico e senza un lavoro né una casa. Il Comune provvede a fornire un'abitazione e un sostegno economico. Le famiglie vengono sostentate, ma poi devono essere messe in grado di provvedere a se stesse autonomamente. I casi balzati recentemente alla cronaca avevano come protagonisti dei ragazzi affetti da problemi di natura psichiatrica e psicologica. A quel punto il Comune è impotente, se ne devono occupare i servizi psichiatrici dell'Ulss cui compete il trattamento sanitario. Il Comune, invece, segue il caso per ciò che riguarda il problema sul piano sociale. Ogni caso "difficile" viene comunque visto in modo globale, seguendo un percorso preciso. Le segnalazioni arrivano dall'Ulss o dal medico di base, dalla scuola o dai vicini di casa e poi i vari enti che intervengono sul caso agiscono insieme, in maniera coordinata tra loro. A questo punto il Comune, attivando i numerosi servizi di cui si è dotato, si muove in due direzioni: affrontando direttamente i singoli casi e progettando percorsi, nonché investendo sui mezzi e su itinerari formativi che permettano di prevenire le situazioni problematiche. «I percorsi educativi organizzati per parlare con i genitori del rapporto con i figli - continua l'assessore Baldan - hanno aiutato alcune coppie a ritrovare un'armonia nell'unione, fornendo ai coniugi un'occasione per parlarsi. Spesso capita che una coppia divorzi, ma in una situazione che poteva essere evitata con il dialogo e la riappacificazione». Verrà presentato verso la fine di febbraio il risultato di un lavoro di consultazione tra alcuni di questi genitori che hanno partecipato agli itinerari educativi organizzati dal Comune, insieme ai dirigenti scolastici, agli insegnanti, agli operatori socio-sanitari. La consultazione riguardava i bisogni legati al tema della genitorialità, ma sono emerse anche esigenze diverse legate al territorio e al tempo libero.

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12 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Passava per via Conche e ha visto un motorino nel fosso, ora vorrebbe sapere l'esito della sua azione
Salva un anziano dall'annegamento, ma non sa chi sia

Salva un anziano da una brutta fine ma non sa chi sia e soprattutto com'è finita la storia. Il protagonista di questa vicenda è un giovane agente immobiliare di Vigonza, Filippo Benetollo. «Erano le 15.25 di lunedì - racconta Benetollo - e a bordo della mia auto mi trovavo a passare per via Conche, una strada di campagna a bassa percorribilità. Giunto all'incrocio con via Garato, ho gettato istintivamente lo sguardo a destra e con mia grande sorpresa ho visto spuntare dal fosso la ruota posteriore di un motorino, ma non si vedeva nessuno. Mi è venuto un dubbio: strano che fosse abbandonato in quella posizione. Così ho accostato e sono corso a vedere». Ed effettivamente qualcosa di preoccupante era successo. «Ho visto un anziano steso a pancia in giù, la faccia quasi nell'acqua, le gambe che sfioravano la strada, incastrate fra il manubrio e il motorino. Aveva casco e occhiali e non riusciva a muoversi. Per giunta stava scivolando lentamente nel fosso. Ho tentato di tirarlo su, ma non ce la facevo, bisognava prima liberargli le gambe. Allora l'ho sostenuto con un braccio mentre con l'altro ho cominciato a fare segnali per attirare l'attenzione, sperando nel passaggio di qualche altro automobilista. Finalmente un'auto si è fermata e ne è sceso un uomo. Ma neppure in due siamo riusciti a tirare su l'anziano, che doveva avere una settantina d'anni. Finché si è fermata una terza vettura ed in tre abbiamo finalmente afferrato l'uomo e poi steso sulla strada». A quel punto il salvataggio dell'anziano era cosa fatta e Benetollo, dovendo recarsi ad un importante appuntamento di lavoro, non aveva più motivo di trattenersi. «Sono dovuto scappare affidandolo alle cure dei due automobilisti e non so se l'anziano sia stato portato al pronto soccorso e se sta bene. Certo che se non mi fossi trovato a passare di lì se la sarebbe vista davvero brutta. Era sotto choc e, data anche l'età avanzata, non ce la faceva a muoversi». Ieri Benetollo è tornato in via Conche nella speranza di recuperare qualche notizia. Ma l'abitante dell'unica casa, un'anziana signora, oltre a non essersi accorta di nulla non ha saputo dargli utili indicazioni. «Per me sarebbe davvero una grande sollievo sapere com'è andata a finire» conclude Benetollo.
Giusy Andreoli

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11 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Caserma nell'ex scuola di Bragni
L'Arma sarà insediata dopo la ristrutturazione

Si parla da tempo di una stazione dei carabinieri nel Comune e finalmente sembra che l'ipotesi prenda corpo. Dall'intesa sottoscritta tra la Regione e il Ministero dell'Interno, anche Cadoneghe risulta uno dei Comuni che, in base all' indice di criminalità rapportato alla presenza di forze dell'ordine, è destinato ad ospitare una caserma dei carabinieri.
Il luogo più probabile per l'insediamento della stazione è stato individuato nella ex scuola di Bragni. Il vecchio edificio, che attualmente ospita la sede di alcune associazioni, dovrà essere restaurato per ospitare gli uffici e gli alloggi per i militari. Si stima che la cifra necessaria al completamento dei lavori si aggiri intorno a 1.250mila euro, due miliardi delle vecchie lire. La Regione a questo scopo ha stanziato quest'anno un finanziamento di quasi 4300 euro e il Comune dovrà far fronte al resto della spesa. Nel piano triennale delle opere pubbliche era previsto di ricavare i soldi necessari attraverso l'alienazione di immobili di proprietà comunale o dalla perequazione delle aree a verde e a parcheggi non realizzate. L'anno scorso l'amministrazione aveva individuato cinque siti come possibile luogo su cui edificare la nuova caserma. La scelta doveva ricadere tra via La Malfa accanto alla ex Grosoli, via Matteotti all'altezza della "curva di Pittarello", via Silvestri, i dintorni del cimitero e la nuova strada che collegherà via Belvedere a via Cà Ponte. Ma il Comune, non essendo proprietario di nessuna delle suddette aree, avrebbe dovuto avviare delle trattative con i privati, senza certezza di risultato. Anche l'ipotesi avanzata di istituire la caserma all'interno di villa Ghedini non ha avuto esito positivo. L'edificio è risultato inadatto ad ospitare uffici ed alloggi, oltre a non avere un ampio parcheggio ed una recinzione. La vecchia scuola di Bragni, invece, sembra soddisfare tutti i requisiti richiesti: è uno stabile di proprietà comunale, con parcheggio e recinzione, abbastanza centrale come posizione per permettere la sua visibilità nel quartiere, utile come deterrente, e di vivibilità per le famiglie dei militari che devono risiedervi. Si trova accanto a nodi viari importanti, trovandosi su una provinciale e a poca distanza alla nuova Statale del Santo. Ma la scuola di Bragni ha anche un valore storico. Edificata nel 1909 funzionò come scuola fino al 1995, ma durante la prima guerra mondiale ospitò la sede del comando della Settima Divisione di Fanteria. Inviati tutti questi dati alla Regione, adesso se ne attende il parere positivo.
Cristina Salvato

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5 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Tutto il paese all'opera per riassumere il meglio delle manifestazioni mondiali più famose
In grandi preparativi il «Carnevale dei Carnevali»

Il carnevale di Cadoneghe è ormai una tradizione consolidata da tempo. Ogni anno viene accuratamente scelto il tema conduttore delle maschere che sfilano lungo il paese e della successiva rappresentazione teatrale. Il soggetto di quest'anno è il carnevale negli altri paesi del mondo, il Carnevale dei Carnevali.
Sfileranno allora i costumi che simboleggeranno il carnevale di Nizza, famoso per l'utilizzazione dei fiori nella realizzazione delle maschere, e i costumi medievali della celebre battaglia con le arance di Ivrea.
Non mancheranno le ballerine brasiliane di Rio de Janeiro e il carnevale di New Orleans che vedrà sfilare le raccoglitrici di cotone e i suonatori di jazz ad accompagnare un caratteristico funerale.
Quest'anno la parrocchia di San Bonaventura ha chiesto di partecipare al corteo per portare un messaggio di pace. Sfileranno allora indossando dei costumi colorati che ricordano le bandiere iridate che sempre più numerose sventolano dalle finestre di molte case. Appuntamento, quindi, all'ultima domenica di carnevale il 2 marzo quando il corteo, snodatosi lungo le vie principali di Cadoneghe, approderà alla palestra Olof Palme per intrattenere il pubblico con la rappresentazione teatrale curata anche quest'anno dal regista Ted Keijser.
I laboratori per la realizzazione dei numerosi costumi sono iniziati a gennaio, coinvolgendo come sempre numerosi cittadini che dedicano il tempo libero a questa che è diventata ormai una vera passione. A coordinare la sartoria è la costumista Chiara Mario, cui si deve anche la realizzazione dei bozzetti per gli abiti.
La forza di questo Carnevale sta proprio nello spirito di collaborazione e di divertimento che permea i laboratori, dove quotidianamente il gruppo di volontari, coordinati dalla giovane stilista, realizza con materiali di recupero e avanzi di magazzino gli abiti per la sfilata. Il tutto accompagnato da chiacchiere e risate che riecheggiano nei sotterranei della scuola elementare Zanon. Si lascia correre la precisione nella realizzazione di una cucitura o nella confezione degli accessori. Ciò che più importa è il ritrovarsi e il divertirsi insieme. Proprio questo, in fondo, è il segreto del Carnevale di Cadoneghe, che attira ogni anno spettatori sempre più numerosi.
Tutto il paese è coinvolto: mentre le signore si dedicano ai laboratori di sartoria, gli uomini si occupano dell'allestimento dei carri allegorici.
Anche i ragazzi della scuola media partecipano all'organizzazione.
A loro è chiesto di realizzare dei disegni sul tema scelto per il carnevale: il più bello e significativo sarà scelto come illustrazione delle locandine e dei volantini pubblicitari, mentre un'altra decina serviranno a decorare i carri mascherati.
Cristina Salvato

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5 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Al via la «potatura dei veleni»
L'appalto aveva scosso il municipio di Cadoneghe

Sono regolarmente iniziati la scorsa settimana i lavori di potatura di alberi d'alto fusto all'interno del territorio comunale. Una necessità dettata dalla pericolosità dei pioppi cipressini che circondano e bordeggiano numerose aree verdi e strade comunali. Questi alberi crescono rapidamente, ma durante forti piogge e temporali non di rado accade che alcuni dei loro rami si spezzino e cadano rovinosamente su abitazioni e veicoli, costituendo pericolo anche per l'incolumità delle persone. All'opera, quindi, prima della comparsa dei germogli in primavera.
Ad effettuare i lavori, come previsto, la Cooperativa Sociale Giotto, titolare dell'incarico. La cui assegnazione nei giorni scorsi ha fatto discutere all'interno del palazzo municipale. Sospette irregolarità nell'attribuzione del mandato avevano fatto serpeggiare velenose insinuazioni e sospendere temporaneamente da parte del sindaco l'inizio dei lavori. Che invece sono regolarmente partiti, anche senza la definizione di una delibera di indirizzo per disciplinare l'attribuzione di appalti e incarichi a cooperative sociali. Se l'atto amministrativo si redigerà, avrà come oggetto incarichi futuri. Per il momento nulla di irregolare è stato evidenziato e conseguentemente si è dato l'avvio ai lavori di potatura.
Nei prossimi giorni, quindi, i lavori si svolgeranno in varie zone del Comune. Non potendo intervenire su tutti gli alberi del territorio, l'Ufficio Manutenzioni ha individuato una lista di interventi prioritari.
Si è iniziato con gli alberi attorno al municipio, alle Poste e ai campi da tennis e quelli all'interno dei cortili della scuola elementare Zanon e della scuola media. Nei giorni successivi l'intervento di potatura sarà eseguito nelle due aree verdi di via Giotto nel quartiere Bragni, nei giardinetti di via Guerzoni e nel parco gestito dall'Anffas in via Bordin. A chiudere l'elenco il cortile della scuola materna Maretto di Bagnoli e le vie Franco e Leopardi a Mejaniga.
Saranno accolte anche segnalazioni da parte di cittadini su singoli interventi urgenti causati dalla presenza di rami pericolanti.
Cristina Salvato

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5 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

L'«IMMAGINE»
Al via il corso di fotografia

Il Fotoclub "L'immagine", con il patrocinio del Comune, organizza un corso di fotografia di base per principianti e non solo. Per tutti gli appassionati di fotografia il corso si terrà ogni lunedì sera alle 21, in la biblioteca, fino al 28 aprile. Per la partecipazione è richiesto un contributo di 30 euro corrispondente alla quota associativa al Fotoclub per l'anno 2003.

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5 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Rimpatriata degli alunni dell'ex scuola di Bragni

C'ero anch'io è il titolo della giornata in cui si sono ritrovati i "ragazzi" che tra il 1937 e il 1946 frequentarono la scuola elementare di Bragni.
Dopo più di cinquant'anni hanno voluto rincontrarsi e nell'occasione hanno snocciolato ricordi comuni e rinverdito un'antica amicizia.
«Ho pensato di ritrovare i miei amici di un tempo - spiega Mario Ballardin, promotore dell'iniziativa - una volta ritornato a vivere qui, dopo aver trascorso molti anni a Milano. Un'occasione per rinverdire delle amicizie e ricordare quei tempi».
Erano gli anni del fascismo e della guerra, c'era poco da mangiare e per scaldare la scuola si portava la legna da casa. Si indossavano i calzoncini corti, il grembiule nero e le "galosce" contro la pioggia.
Molti degli ex alunni hanno partecipato alla cerimonia, altri purtroppo non ci sono più.
«All'incontro che ho organizzato - continua il signor Ballardin - hanno partecipato una sessantina di ex compagni, alcuni insieme ai rispettivi coniugi. Durante la ricerca dei nominativi ho riscontrato con dispiacere che sono una ventina gli amici che ci hanno lasciato».
Dopo la messa e la foto ricordo, durante il pranzo comune, si sono seduti a parlare delle famiglie, del lavoro, a raccontarsi della vita che hanno vissuto nell'età adulta.
Un pensiero è andato anche alle cinque maestre che in quegli anni insegnavano nella scuola definita "mista". All'epoca, infatti, bambini di età diverse venivano raggruppati nelle stesse aule con programmi di studio differenziati.
La scuola di Bragni è ormai un edificio fatiscente. Attualmente ospita all'interno dei suoi locali alcune associazioni di volontariato, che saranno quanto prima spostate nel nuovo edificio che alloggia anche l'ufficio tecnico e i magazzini comunali.
La scuola è stata in funzione per quasi un secolo. Nel 1905 l'amministrazione comunale decise di edificarla a Bragni, frazione in quel tempo priva di un istituto scolastico, ma per servire anche la vicina Reschigliano. Due aule e l'abitazione per gli insegnanti, costati 800 lire per l'acquisto del terreno e ben 25mila per l'edificazione dello stabile. Funzionò come scuola dal 1909 al 1995, ma durante la prima guerra mondiale ospitò la sede del comando della Settima Divisione di Fanteria.
L'iniziativa di radunare gli ex alunni è stata accolta con calore e simpatia e già si pensa ad un'altra entusiastica rimpatriata.
Cristina Salvato

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2 febbraio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Sabato mattina tumultuoso per famiglia di Cadoneghe
Papà «imprigionato» dal figlio piccolissimo

Disavventura domestica a lieto fine per una giovane famigliola. Ieri mattina, intorno a mezzogiorno, i vigili del fuoco sono intervenuti in un'abitazione in piazza del Sindacato per sbloccare una situazione che si era verificata "grazie" alla presenza di bambini molto piccoli in casa. Per una serie fortuita di circostanze, infatti, i piccoli della coppia si sono ritrovati soli in casa con il papà chiuso sul balcone e la mamma fuori dalla porta priva di chiavi. E' stato il figlio più grande, di appena diciannove mesi, a chiudere la porta che dà sul terrazzo bloccandovi il padre per almeno mezz'ora. In casa è rimasto solo il piccolo insieme alla sorellina di pochi mesi. Allertati, i vigili del fuoco sono prontamente intervenuti raggiungendo con una scala una finestra provvidenzialmente socchiusa e penetrando all'interno dell'abitazione. Da lì hanno aperto la porta della terrazza per far rientrare il padre nell'appartamento. Divertiti i pompieri hanno commentato: «I bambini all'interno erano tranquillissimi. Si sono messi a piangere solo quando hanno viso il padre rientrare dal balcone!».
Cristina Salvato

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