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RASSEGNA STAMPA –GENNAIO 2003

"IL MATTINO DI PADOVA"


30 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Si getta nel Muson, il padre la salva
Tragedia sfiorata a Mejaniga: la ragazza soffre di gravi disturbi della personalità
Ora l'uomo è ricoverato con la figlia. La madre: «Abbandonati dalle istituzioni»

Un padre salva la figlia che si era gettata nelle acque del Muson: è successo verso le 13.30 a Mejaniga di Cadoneghe. Lei si chiama Greta, ha 23 anni, e ora è ricoverata insieme al padre all'ospedale di Padova: entrambi sono in discrete condizioni. Da quattro anni la ragazza soffre di disturbi della personalità: adesso, finalmente, sarà curata in una struttura specializzata.
Pochi minuti dopo le 13, senza dire nulla ai genitori, Greta si è vestita ed è uscita di casa con il suo cappotto rosso, diretta verso l'argine del Muson. In famiglia sono abituati a tenerla d'occhio e il padre, non vedendola più in casa, si è precipitato in strada, cominciando a cercare la figlia. E per fortuna l'ha trovata in tempo, pochi istanti dopo che Greta si era gettata in acqua. Non ci ha pensato un secondo, si è lanciato a salvarla, riportandola a riva prima che affogasse.
Primogenita di due figlie, Greta lavora per una ditta che consegna pasti nelle scuole elementari di Padova, suo padre fino a poco tempo fa era alle dipendenze di un'impresa di pulizie, ma ora è disoccupato, mentre la madre è impiegata part-time come fruttivendola in un supermercato del centro. Una situazione familiare difficile che oltretutto deve sopportare anche i problemi psichici di Greta, dal carattere timido e remissivo, incapace di avere relazioni sociali serene. Per la prima volta Greta ieri ha tentato di togliersi la vita, ma è ormai da 4 anni che manifesta disturbi, via via sempre più gravi. «Non ce la facciamo più da soli, dobbiamo sempre stare attenti a Greta» chiede aiuto Luisa, la madre «Più volte ci siamo rivolti agli assistenti sociali ma ci hanno sempre risposto che avevano casi più gravi da risolvere».
Adesso che si è sfiorata la tragedia la mamma di Greta spera che qualcuno si accorga del loro dramma. «Per fortuna adesso verrà assistita nel reparto di psichiatria per essere finalmente curata come ha bisogno» commenta disperata per il gesto della figlia ma anche rasserenata dall'imminente ricovero. «L'abbiamo fatta visitare il 4 gennaio nel centro di salute mentale ma di metterla in una struttra adatta non se parlava». Peraltro, Greta è stata costantemente seguita da uno psichiatra, ma questo non è bastato ad evitare che tentasse il suicidio.
«Per fortuna mio marito si è accorto che Greta è uscita di casa senza dire nulla ed è riuscito a salvarla gettandosi in acqua» racconta la madre «ma non si può andare avanti così, non possiamo vivere con l'incubo che nostra figlia da un momento all'altro decida di farla finita».
Al loro arrivo, la scena che si sono trovati davanti i soccorritori dà l'immagine del dramma di questa famiglia: i genitori in lacrime con la figlia accanto seduti sull'argine del fiume. La mamma stringe al petto il cappotto rosso della figlia con gli occhi gonfi dal pianto. «Non ne possiamo più. Vi prego, aiutatemi, mio marito ne sta facendo una malattia e rischio di perderli entrambi».
Francesco Patanè

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29 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Sei nuove caserme nel Padovano
Noventa, Ponte S.Nicolò, Cadoneghe, Maserà, Montegrotto, Lozzo designate dal Ministero ad ospitare l'Arma. Ieri incontro in Regione

L'assenso del Ministero degli Interni c'è, ora bisognerà attivare le procedure tra Regione e Comuni designati ad ospitare nuove caserme dei carabinieri. Nel padovano, i Comuni prescelti sono: Noventa, Ponte San Nicolò, Cadoneghe, Montegrotto, Maserà, Lozzo Atestino. Il punto operativo è stato fatto ieri a Palazzo Balbi con i sindaci interessati.
L'individuazione di questi comuni è stata fatta basandosi su indicatori nazionali, frutto di rilevazioni ministeriali, derivanti dall'indice di criminalità rapportato alla presenza di forze dell'ordine sul territorio. «La Giunta regionale - ha ricordato l'assessore regionale alla Sicurezza Raffaele Zanon - con un provvedimento del dicembre 2002 ha assegnato un contributo a fondo perduto di euro 428.571, per un finanziamento complessivo pari a tre milioni di euro impegnato nel bilancio regionale del 2002. Esso è destinato all'acquisizione, al riadattamento, al riuso di immobili adibiti o da adibire a uffici, comandi e alloggi per gli operatori della sicurezza delle forze dell'ordine». Zanon ha informato di avere parlato proprio oggi con i sottosegretari al ministero dell'Interno Balocchi e Mantovano per sollecitare la formalizzazione del provvedimento che assegna nuovi organici al Veneto. «Ciò consentirà di erogare, quanto prima, la seconda tranche dei finanziamenti regionali. Intendiamo infatti - ha assicurato l'esponente regionale - garantire nei tempi più ravvicinati possibili l'arrivo di nuove forze per riorganizzare la loro presenza nel territorio veneto nel modo più efficace».
E la sicurezza dei cittadini è diventata oggetto di interrogazione al sindaco da parte dei «Moderati per Noventa». «Nel consiglio comunale del 27 novembre - dice il testo presentato dalla capogruppo Marina Melato - il nostro gruppo manifestava preoccupazione per la chiusura della caserma di Ponte di Brenta e per la cessazione all'interno del territorio di Noventa delal presenza dell'unità mobile dei carabinieri, atta a garantire un minimo di sicurezza ai cittadini, e in quell'occasione il sindaco affermava come il servizio di pattugliamento rimasto saltuariamente era comunque da ritenere più che sufficiente».
«Visto che - continua l'interrogazione - in questi giorni abbiamo appreso da alcuni sfortunati cittadini, dalla stampa e dai carabinieri stessi che il numero di furti e rapine è notevolmente aumentato in quest'ultimo periodo nella nostra cittadina, chiediamo all'amministrazione comunale come, e in che modo, intenda affrontare e risolvere nell'immediato il problema sicurezza, per il quale tra l'altro nel bilancio di previsione per il 2003 non è stata inserita alcuna voce significativa per la realizzazione di progetti alternativi o a supporto degli interventi della nostra polizia municipale sul territorio comunale». «Pertanto chiediamo all'amministrazione comunale - scrive Marina Melato - l'immediata adozione di un provvedimento amministrativo con il quale venga individuato e messo a disposizione del ministero dell'Interno, a titolo gratuito, un territorio o un edificio per la possibile istituzione di una nuova caserma per i carabinieri».
Enzo Polato

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29 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Il giorno del ricordo

In occasione del Giorno della memoria, il Comune ha organizzato una cerimonia, che avrà per protagonisti i ragazzi della scuola media e alcuni testimoni della nostra storia. Oggi, in sala consiliare, alle 11.30, gli alunni di terza della media Don Milani interverranno con riflessioni, racconti e poesie e incontreranno Mario Jona, rappresentante della Comunità Israelitica di Padova e Albino Bellon ex sindaco di Cadoneghe, internato in alcuni campi di concentramento nazisti. Al termine della cerimonia sarà deposta una corona di fiori all'Albero della Pace, di frnte all'ufficio postale. E' stata allestita anche la mostra «I campi di sterminio» a cura dell'Anpi, all'interno della sala consiliare, aperta al pubblico fino al 31 gennaio, dalle 8.30 alle 13.

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26 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

BALDIN
«Sono meglio le targhe alterne scelte da molti altri Comuni»

«Legambiente denuncia che i provvedimenti adottati negli anni scorsi siano del tutto inadeguati - dice il sindaco di Cadoneghe, Adriano Baldin - per questo ci sembra necessario incontrarci e discuterne anche insieme a loro». «Legambiente ha una visione diversa - continua il primo cittadino di Ponte San Nicolò - e ha chiare le linee del problema e delle conseguenze sul versante della salute. E' un male "invisibile" le cui soluzioni non sono immediate. Siamo critici sulle misure adottate finora, che sono servite solo per tamponare qualche giornata. Il problema va analizzato in maniera diversa. E poi sembra che non solo le auto non catalitiche rilascino il PM10, ma anche quelle catalizzate, e allora non sarebbe meglio chiudere la circolazione a targhe alterne come fanno altri Comuni d'Italia?
m.d.p.

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22 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

SERVIZI MUNICIPALI
L'ufficio tecnico si è trasferito nella sede firmata Samonà

L'ufficio tecnico ha preso finalmente possesso del nuovo stabile. Il trasferimento di impiegati e documenti è avvenuto dall'attuale sede all'interno del municipio, fino al nuovo fabbricato sorto accanto allo stadio M. L. King, in viale della Costituzione. E' prevista prossimamente anche una cerimonia di inaugurazione.
Intanto i dipendenti comunali prendono confidenza con il nuovo ambiente e sistemano gli elementi di arredo oltre a spostare tutto l'archivio delle pratiche e i computer. 12mila metri quadri disposi su tre piani. L'ufficio tecnico occuperà il primo piano. Il pianterreno, ancora in fase di completamento, ospiterà le associazioni che attualmente hanno la loro sede all'interno della fatiscente scuola elementare di via Giotto. Gli scout, la scuola di ceramica, l'associazione di pittura Segno e colore, le associazioni sportive, ma anche i volontari di Protezione Civile e la Croce Verde. Avranno una loro stanza con servizi e docce anche gli operai comunali che si occupano delle manutenzioni.
Il piano interrato sarà invece adibito a magazzino comunale e a garage, all'interno del quale parcheggiare anche l'ambulanza e i mezzi in dotazione alla Protezione Civile. C'era chi non confidava nel veder realizzata l'opera, iniziata circa una decina d'anni fa. Il progetto originario ha subito dei rimaneggiamenti e questo ha portato ad allungare i tempi della sua realizzazione.
L'edificio, nel progetto originale dell'architetto Alberto Samonà, doveva ospitare soltanto i magazzini comunali e le sale delle associazioni sportive. Ma la necessità di ampliare gli uffici del Comune, che si stava sempre più espandendo, ha fatto optare per un ampliamento del progetto. Fu lo stesso Samonà, allora malato, a modificare il disegno direttamente al letto d'ospedale in cui giaceva. «L'ultimo progetto cui ha lavorato» ricorda con commozione il sindaco Baldin. Resta da stabilire la nuova utilizzazione degli ambienti rimasti vuoti in municipio, dove probabilmente sarà trasferito l'ufficio ragioneria.
Cristina Salvato

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22 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

LA VOCE DELLE «VITTIME»
Commercio tra sbarre alle finestre, allarmi e ronde

I negozianti, da due anni a questa parte, sono subissati da continui furti e scassi. Per questo hanno aderito di buon grado all'iniziativa promossa da Guido Berto, giornalaio di Torre. La petizione da presentare alle autorità è stata firmata anche da molti di loro. «Sono favorevole a qualsiasi iniziativa in merito» sostiene Alberto Fanton, distributore del noto integratore minerale Superbiomin. Il suo ufficio annesso al negozio è stato visitato la notte dell'Epifania. La finestra è stata scassinata e i ladri, penetrati all'interno, hanno rovesciato documenti e schedari. «Il pattugliamento notturno va bene - continua il signor Fanton - ma vi sono a mio avviso anche dei problemi sociali da analizzare». «Ormai sono blindato dentro al mio negozio. - commenta amaro Fabio Fanton, titolare della pasticceria Fabian - Sono stato costretto ad installare sbarre a tutte le finestre». Il suo negozio ne ha subiti sette, tra furti ed effrazioni, negli ultimi due anni. «Gli abitanti dei palazzi vicini - continua - a volte sentono dei rumori sospetti, ma non allertano i carabinieri. Omertà dovuta alla paura di eventuali ritorsioni da parte dei malviventi. Se ci fosse più collaborazione forse alcuni colpi potrebbero essere sventati». Non rimane che attendere un rinforzo del pattugliamento notturno e dotarsi di sistemi d'allarme. «Però una volta che scatta l'allarme, il danno è già stato fatto» sostengono Alessandra e Oriella, le titolari del salone di parrucchiere Ricci e Capricci. Hanno aperto soltanto un mese fa e già due volte i ladri hanno tentato di scassinare la porta d'entrata al loro salone, causando notevoli danni economici. Stessa sorte toccata anche al Salone Paolo, adiacente al loro negozio. «Da allora, ogni tanto, effettuo una ronda di controllo io stesso nei dintorni della piazza del Sindacato» commenta il titolare. I ladri cercherebbero degli spiccioli nei registratori di cassa e nelle auto in sosta. Delinquenti disperati o semplici vandali? I carabinieri non si sbottonano. Ma la lista delle "vittime" è assai più lunga. Da annoverare al suo interno anche la farmacia e la tabaccheria. Quest'ultima oggetto lo scorso anno di un colpo clamoroso. I ladri si calarono dal soffitto dopo avervi praticato un buco dal piano superiore.
Cristina Salvato

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22 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Scorribande quotidiane di ladri e vandali
Commercianti e negozianti riuniti in comitato insieme a quelli del quartiere Torre
Chiedono maggior presenza di forze dell'ordine e il promesso vigile di quartiere

Le scorribande notturne della famigerata banda del tombino hanno portato all'esasperazione abitanti e negozianti di Cadoneghe e del dirimpettaio quartiere di Torre in territorio padovano. Accogliendo l'invito del giornalaio di Torre, Guido Berto, hanno aderito all'istituzione di un comitato che raggruppa le vittime delle scorrerie dei ladri.
La zona è totalmente sguarnita di forze dell'ordine, da quando hanno chiuso la caserma dei carabinieri di Ponte di Brenta e da allora gli episodi si sono fatti più frequenti. Nei prossimi giorni sarà inviata una petizione, sottoscritta da numerosi cittadini e negozianti, al sindaco di Padova e di Cadoneghe, al comando dei carabinieri, alla prefettura e al consiglio di quartiere. Non dimenticano nessuno, nella speranza di trovare finalmente una soluzione e la tranquillità. Da un po' di tempo la banda arreca, di fatto, soltanto danni, non trovando nulla di prezioso da rubare. Guido Berto ormai lascia il registratore di cassa vuoto e aperto, ma gliel'hanno fracassato e i danni si sono assommati agli altri avuti nelle sette rapine da lui subite negli ultimi anni, cinque nel negozio e due in casa. Alle auto in sosta infrangono i vetri per tentare di asportare le autoradio. Ma la banda si dà da fare anche nelle abitazioni private, concentrando le visite notturne tra le 2 e le 5 di notte. Vittime anche la parrocchia di San Michele Arcangelo, l'asilo e la scuola elementare, dove hanno rotto le porte e le finestre oltre a tagliare i fili del telefono e della luce, costringendo gli alunni ad un giorno di vacanza forzato. Atti vandalici più che furti, e stupisce questo sistematico accanirsi pur sapendo che ormai, i negozianti affranti, non lasciano più soldi e oggetti di valore all'interno del proprio negozio. Con la petizione il comitato spera di smuovere le autorità e di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica. Numerose attestazioni di simpatia e solidarietà sono giunte anche da abitanti di Cadoneghe e Mortise. Il comitato chiede maggior sorveglianza notturna, nonché il vigile di quartiere da tempo promesso e ancora non entrato in servizio. Si spera possa fungere per lo meno da deterrente. Ad amareggiare gli animi non sono soltanto i danni materiali subiti, ma il continuo stato di insicurezza e angoscia in cui queste persone vivono. Chiedono tranquillità e, quando al mattino si recano in negozio, vorrebbero trovarlo come l'hanno lasciato la sera precedente, sollevare la saracinesca ed iniziare un'altra giornata di lavoro. Dall'altro lato del fiume, rispetto a Torre, c'è Cadoneghe. I negozi lungo via Matteotti, che prosegue in via Garibaldi, sono stati più o meno tutti visitati in questi due anni. Ultimi in ordine di tempo i negozi di parrucchiera e barbiere aperti soltanto un mese fa nel recente complesso residenziale che circonda la nuova piazza del Sindacato. Evidenti i segni di forzatura delle porte.
Per questo anche gli esercenti di Cadoneghe hanno risposto all'appello di Berto, firmando la petizione.
Cristina Salvato

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21 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

La passerella di Torre verrà sistemata in primavera

La passerella sul Brenta, la cui ristrutturazione è terminata soltanto due mesi fa, presenta ancora dei problemi che ne rendono difficoltoso l'accesso e il transito da parte dei pedoni. Come denunciato all'amministrazione da alcuni abitanti, il dislivello tra il piano della passerella e la sede stradale dal lato di Torre è stato colmato con dell'asfalto che si è già in gran parte sgretolato. L'ufficio tecnico, preso atto della segnalazione, ha già incaricato l'impresa esecutrice dei lavori di risolvere il problema. Entro pochi giorni sarà, quindi, collocata una rampa di lamiera striata, rimovendo l'asfalto sgretolato. La rampa resterà alloggiata poi in via definitiva. I lavori però non si concluderanno con questo intervento. A primavera, quando le condizioni meteorologiche saranno migliori, sulla strada dal lato di Torre sopra l'asfalto grezzo sarà depositato il cosiddetto "tappetino d'usura", un sottile strato di asfalto a finire la copertura del manto stradale, ricoprendo i rappezzi grossolani presenti in questo momento. A primavera, inoltre, troverà soluzione anche l'altro problema, che riguarda il sollevamento in più punti della pavimentazione in gomma. Il protrarsi dei lavori di ristrutturazione fino a novembre ha causato questo disguido. Le numerose piogge hanno impedito alla gomma di aderire perfettamente al suolo della passerella, causandone il rigonfiamento e la conseguente accidentata percorrenza. Le bolle saranno tagliate e riempite di un collante che faccia aderire perfettamente la gomma alla sede della passerella. L'ufficio sta inoltre richiedendo alcuni preventivi a ditte specializzate per valutare la possibilità di sostituire la pavimentazione in gomma con un'altra più adeguata. Intanto è in fase di studio anche il progetto di asfaltatura della sede dell'argine dalla parte di Cadoneghe. Per l'esecuzione dei lavori sarà necessario indire una nuova gara appalto.
Cristina Salvato

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19 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Passerella di Torre a rischio
Prima magagna a soli due mesi dall'inaugurazione

La nuova passerella di Torre a due mesi dall'inaugurazione, avvenuta con grande ufficialità, denuncia da subito una magagna. A segnalarla, con tanto di foto, è un cittadino di Cadoneghe, Fabio Cecchinato, il quale parla «di grave pericolosità della rampa, se così si può chiamare, sul lato Padova, recentemente consolidata dopo una chiusura per lavori protrattasi per tutto il periodo estivo». Sul lato Padova il dislivello tra il piano della passerella e la sede stradale a cui si raccorda è di oltre 20 cm. «Per collegare la passerella alla sede stradale - sottolinea Cecchinato - è stato utilizzato dell'asfalto di tipo grezzo, che si è già in gran parte sgretolato in piccoli sassolini che rendono pericoloso l'accesso alla passerella». Come se non bastasse, fa sempre presente Cecchinato, dall'alto si può vedere la parte sottostante la passerella, il che vuol dire che in seguito a ghiaccio o pioggia si può creare una piccola voragine che può causare la caduta di persone e mezzi (la passerella è percorribile anche da cicli e ciclomotori condotti a mano). Quindi Cecchinato ha provveduto a scrivere a tutte le autorità competenti in materia, perchè provvedano al più presto a rimettere in condizioni di sicurezza l'accesso lato Padova. «Non spetta a me fare proposte - conclude Cecchinato - ma credo che del cemento potrebbe svolgere di gran lunga una funzione migliore dell'asfalto di tipo granuloso attualmente utilizzato». E ora Cecchinato è in attesa di lavori, più che di risposte.

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19 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Socio di «Amici del mare»
Cade da un capannone con un volo di 5 metri. Praticamente illeso

Sfiorata la tragedia, ieri, in via Dalmazia, nel quartiere padovano Armistizio, dove un cittadino di Cadoneghe ha fatto un volo di 5 metri dal tetto di un capannone. Mauro Boncoraglio, 58 anni, residente in via Bragni 25, era salito sul tetto del civico 1-3, dove ha sede l'associazione «Amici del mare» a cui lo stesso Boncoraglio appartiene. Si tratta in pratica di un capannone che serve al rivcovero di barche e roulotte degli associati. Boncoraglio si era accorto di una falla sul tetto, da cui entrava acqua in caso di pioggia e quindi era salito fin lassù per questo lavoro di manutenzione. Al momento di scendere, Boncoraglio aveva preso una "scorciatoia" attraverso il tetto di un capannone vicino. Ma un passo falso, o forse la sdrucciolosità del tetto di eternit ha provocato la rovinosa caduta di Boncoraglio, evidentemente protetto da qualche santo. Il volo poteva essere fatale o quantomeno con gravi conseguenze, invece Boncoraglio è stato trovato praticamente indenne dai soccoritori. Portato al pronto sossorso dell'ospedale di Padova, gli è stata riscontrata la frattura del braccio sinistro.
ad.re.

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16 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Spettacolo teatrale su Ruzzante

Appuntamento con il teatro amatoriale a Cadoneghe. Il Consorzio delle Pro loco del Graticolato romano, di cui fa parte anche quella di Cadoneghe, organizza per sabato prossimo lo spettacolo «Ruzzante 1502-2002» di Angelo Ruzzante, all'auditorium Ramin.
La rappresentazione, a cura della compagnia Il Campo di Campodarsego, si inserisce all'interno della prima rassegna teatrale delle compagnie locali, che comprende in tutto nove spettacoli nei teatri dei comuni dell'Alta Padovana. L'ingresso, a partire dalle 20.30, costa 5 euro per i biglietti interi, 3 euro per i biglietti ridotti.
Cristina Salvato

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14 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Cooperativa verde sotto accusa
Il sindaco di Cadoneghe «bocciato» dall'assessore al Bilancio
«Costa di più, ma è a fin di bene» si difende il primo cittadino

Il municipio trasformato nel palazzo dei veleni. Ultimamente è tutto un soffiare illazioni. Ad amareggiare gli animi la presunta esistenza di irregolarità all'interno dell'appalto concesso per la potatura degli alberi d'alto fusto. L'incarico è stato assegnato alla cooperativa sociale Giotto attraverso una trattativa diretta intercorsa con il responsabile dei Servizi per lo sviluppo territoriale, l'ingegnere Erminia Aziani. Escluse dall'incarico le ditte private e le cooperative locali che si sono viste sfuggire l'affare per non essere state contattate o perché la loro offerta non è stata presa in considerazione. «In realtà - interviene il sindaco Adriano Baldin -la legge prevede, per l'assegnazione dei lavori di manutenzione, di evitare le gare d'appalto e di passare alla trattativa diretta quando si tratta di cooperative sociali. Ecco spiegato il motivo dell'assenza di ditte private dalla consultazione». Tralasciata, però, è stata anche la cooperativa che attualmente è incaricata dello sfalcio del verde pubblico. Quanto meno poteva essere contattata per consentire agli amministratori di scegliere tra una pluralità di offerte economiche. «La cooperativa in questione - prosegue Baldin - non è stata interpellata perché risultava sprovvista dei mezzi per potare alberi ad altezze elevate. Nessuno sapeva che invece recentemente ha scelto di dotarsi delle suddette apparecchiature». La vicenda, quindi, non presenterebbe nessuna procedura irregolare. L'accusa rivolta però agli amministratori è di aver optato per una scelta niente affatto economica per le casse comunali. Le offerte pervenute dai privati erano inferiori, rispetto alla cifra proposta dalla cooperativa, di parecchie migliaia di euro. L'incarico attuale prevede interventi una tantum per complessivi 65mila euro. «L'amministrazione ha come linea guida quella di privilegiare le cooperative sociali in quanto svolgono un lavoro di inserimento e recupero di persone con difficoltà. Anche se veniamo a spendere di più» spiega Baldin. Ma non tutti sembrano essere dello stesso avviso dal momento che l'assessore al bilancio, Paolino Beccaro, ha inviato una lettera al presidente dei revisori dei conti denunciando questa scelta, che a suo parere non è migliorativa per il Comune dal punto di vista qualitativo, funzionale ed economico.
Un'altra questione interviene, infine, a complicare l'intera faccenda. Pur essendo stato firmato il contratto, attualmente l'incarico alla cooperativa è stato sospeso. Il motivo: sarebbero state sussurrate all'orecchio del sindaco altre voci, questa volta riguardanti l'abitudine di certe cooperative a subappaltare i lavori. La cosa non è legale, soprattutto perché le cooperative, in quanto tali, usufruiscono di alcuni privilegi e quanto meno devono dimostrare di essere in grado di svolgere autonomamente gli incarichi assegnati loro. La cosa più paradossale è che, trovandosi nell'impossibilità di terminare in tempo i lavori commissionati, si rivolgerebbero proprio alle ditte private, escluse da trattative dirette come quella in questione. «Non accetto comportamenti come questi - s'infuria il sindaco - e per questo ho preteso la sospensione dell'incarico finché non sarà emessa una delibera di indirizzo in cui l'amministrazione dichiara di non accettare questo genere di condotte».
Cristina Salvato

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14 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Teatro

Il Consorzio delle Pro loco del Graticolato romano, di cui fa parte anche Cadoneghe, organizza per sabato prossimo lo spettacolo «Ruzzante 1502-2002» di Angelo Ruzzante, all'auditorium Ramin. La rappresentazione, a cura della compagnia "Il Campo" di Campodarsego, si inserisce nella rassegna teatrale delle compagnie locali, che comprende in tutto nove spettacoli nei teatri dell'Alta Padovana. L'ingresso (alle 20.30), costa 5 euro.

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11 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

CADONEGHE: SEQUESTRO ANDRETTA
Antonio De Gaspari non c'entra niente

Antonio De Gaspari non è da associare al sequestro dell'industriale Andretta e non era pertanto «l'insospettabile ambasciatore di Cadoneghe», come prospettato dalla pubblica accusa e divulgato l'11 luglio 1996 da vari quotidiani tra cui anche il nostro giornale. Il procedimento a carico del sessantenne di Cadoneghe, difeso dall'avvocato Enrico Villanova di Treviso, venne infatti archivato nell'ottobre 2000, mentre il 30 settembre 2000 la Corte d'Appello di Venezia ha condannato il Ministero dell'Econonmia a pagare a favore di De Gaspari la somma di 5 mila euro a titolo di riparazione per l'ingiusta detenzione da lui subita, nonché altri mille euro per le spese di procedimento sostenute.
Per questa storia del rapimento Andretta, De Gaspari rimase ristretto in carcere dal 9 luglio al 12 agosto 1996. Pertanto egli aveva chiesto 265.859 euro, rilevando «evidentissime perdite di ordine economico, la disgregazione dell'unità familiare e la perdita propria onorabilità sociale». Il procuratore generale aveva invece espresso parere favorevole per l'indennizzo di 35.000 euro. La Corte ha comunque dichiarato «la restrizione della libertà personale di De Gaspari «obiettivamente ingiusta per il successivo proscioglimento dall'addebito posto a suo fondamento».

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10 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Scrittori e poeti serata per comunicare

Una serata dedicata a scrittori e poeti non professionisti locali, che però hanno molto da dire e altrettanto da ascoltare dai loro concittadini. Questo il tema di «Parole», la rassegna organizzata dal Comune in collaborazione con il Gruppo Segno e Colore: un'iniziativa «per svelare le parole non dette, quelle nascoste nel cassetto, quelle recitate ad uno specchio». L'incontro è in programma questa sera con inizio alle 21 nella sala Calvino della Biblioteca comunale. L'ingresso è libero, tutti sono invitati.
Cristina Salvato

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8 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

OPERATIVITA'
Dal Molise a Foligno e in Albania

Tre volontari della Protezione civile di Cadoneghe hanno fatto parte dei soccorsi in Molise, precisamente nei Comuni di Monaciglioni e di Toro in provincia di Campobasso. Non si sono occupati di operazioni di soccorso; quando sono intervenuti l'emergenza era già finita. Ma hanno aiutato le operazioni di alloggiamento delle popolazione, privata in pochi minuti delle proprie abitazioni che il terremoto aveva reso inagibili. «La gente era per strada - racconta Franco Zanconato - e la situazione era peggiore che a San Giuliano. Purtroppo essendoci state delle vittime l'attenzione dei media si è concentrata solo su questo paese». Un lavoro faticoso ha impegnato per una settimana i volontari, che hanno realizzato in breve tempo un'opera colossale: hanno spianato una scarpata per far posto ad una decina di moduli abitativi, di cui è stata curata anche tutta la parte di allacciamenti fognari, idrici e di illuminazione. Hanno poi ricavato delle aule per i bambini sotto il municipio, uno dei pochi stabili ad essere ancora agibile. Si sono occupati infine di opere di transennamento e puntellamento di edifici danneggiati. «Quando si lavora organizzati e con entusiasmo - afferma il colonnello Carlo Vit, coordinatore del gruppo di volontari di Cadoneghe - si lavora molto di più». Oltre a Zanconato erano presenti anche Sergio Zampieron e Matteo Camporese, un nuovo acquisto che, appena terminato il corso di formazione, si è trovato subito ad affrontare l'emergenza.
I volontari di Cadoneghe non sono nuovi alle calamità. Negli anni scorsi sono stati impegnati nel terremoto di Foligno, in Albania con la missione Arcobaleno, e negli allagamenti a Loreggia due anni fa. Recentemente si sono occupati degli allagamenti che quest'estate hanno colpito Cadoneghe. Il gruppo di volontari di protezione civile è nato intorno al 1996 e conta 14 iscritti, di cui 10 operativi. Cadoneghe è uno degli ottanta gruppi provinciali: negli ultimi quattro anni si è verificata una crescita esponenziale di gruppi nuovi in provincia. L'errore in cui si cade normalmente è il considerare i volontari come unico membro della Protezione Civile. In realtà la Protezione Civile accorpa i vigili del fuoco, le forze armate, le forze dell'ordine e le amministrazioni comunali. E' soprattutto sul fronte della prevenzione che i volontari concentrano il loro impegno. «Quello che va creato - spiega ancora il colonnello Vit - è il senso civico e la mentalità che i volontari sono a disposizione di tutti. Per esempio, in occasione degli straripamenti di quest'estate in zona Castagnara, non ci sono stati richiesti dalle famiglie allagate dei sacchi di sabbia che sicuramente avremmo fornito loro. Proprio per creare questa mentalità operiamo nelle scuole con lezioni e esercitazioni d'evacuazione dello stabile. Inoltre abbiamo chiesto che i differenti allarmi siano differenziati».
Cristina Salvato

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8 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

«Bilancio sprecone con opere superflue»
L'opposizione boccia caserma, ufficio postale e palasport

L'approvazione del bilancio di previsione e del programma delle opere pubbliche non ha rivelato grosse sorprese riguardo ai pareri dei principali schieramenti politici di maggioranza e opposizione. Le due voci discordanti all'interno della coalizione che governa Cadoneghe sono state anche quest'anno lo Sdi e Rifondazione Comunista. Il socialista Agosti ha espresso un voto contrario, come già due anni fa, diversamente dall'anno scorso quando decise di non pronunciarsi. Ad astenersi quest'anno, come nel precedente bilancio, Poggi di Rifondazione. Il voto contrario espresso dai partiti d'opposizione ricalca per tutti le stesse motivazioni. Secondo la Lega e Cadoneghe Rinnovamento tra gli interventi prioritari è stata inserita la realizzazione di alcune opere superflue, come il nuovo ufficio postale, la caserma dei carabinieri e il palasport. Secondo i partiti d'opposizione non pare giusto che i cittadini debbano pagare per usufruire di diritti fondamentali come le poste e la sicurezza. Il Comune non è obbligato ad edificare un nuovo edificio che ospiti le Poste e una caserma non sarebbe necessaria se aumentasse nel territorio il pattugliamento durante il giorno e la notte. Altro punto di scontro è il palasport, su cui da anni c'è un acceso contrasto. La struttura, che sarà finanziata per il 20% con fondi comunali derivanti da alienazione del patrimonio, appare un prefabbricato di dubbia durata, secondo le affermazioni del leghista Bruno Zandarin. Opere non necessarie, quindi, mentre la manutenzione del patrimonio si trova soltanto al nono posto nell'elenco delle priorità. Al socialista Agosti «sembra un bilancio fatto tanto per far coincidere le entrate con le uscite». L'astensione di Poggi è in senso "positivo", secondo la sua affermazione durante la dichiarazione di voto. L'amministrazione ha attuato, infatti, notevoli sforzi per migliorare i servizi ai cittadini tenendo conto delle osservazioni mosse anche da Rifondazione. I Ds e Il gruppo misto - Il Ponte hanno espresso il loro parere favorevole al programma. Secondo il capogruppo dei Ds, Letterio Turiaco, è un bilancio che prevede un indebitamento moderato e che rientra abbondantemente nei parametri previsti per legge. Gli investimenti programmati serviranno a migliorare il paese e le condizioni dei propri cittadini. Carlo Lazzaro parla a nome de Il Ponte: voto favorevole all'approvazione del bilancio anche perché si sente incaricato della responsabilità di ottemperare ad un impegno preso con i propri elettori».
Cristina Salvato

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7 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Approvato il bilancio a Cadoneghe
In previsione una nuova materna

Approvato il bilancio di previsione e il programma delle opere pubbliche. Con il voto favorevole della maggioranza, quelli contrario dell'opposizione e del socialista Agosti. Astenuto Poggi di Rifondazione Comunista. Come per gli anni scorsi l'amministrazione ha cercato di seguire di precisi indirizzi: l'invarianza fiscale e tariffaria, il miglioramento della qualità e quantità dei servizi come l'ampliamento dell'asilo nido e la ristrutturazione delle materne, la riorganizzazione degli uffici. Unica ad aumentare la Tarsu, ma il Comune ha previsto il rimborso per famiglie numerose e a basso reddito. Trentasei le opere previste nel piano triennale: le prime dieci prevedono una spesa di 5 milioni di euro e sono in gran parte dedicate alla manutenzione del patrimonio.
In previsione per il prossimo anno è stata inserita la costruzione di una nuova scuola materna che impegnerà una spesa di 1.300mila euro, 152mila per la manutenzione degli edifici scolastici e 2.431mila nel 2004 per la ristrutturazione delle scuole di Mejaniga e Cadoneghe. 44mila euro saranno impegnati per la realizzazione di una pista da skateboard per i ragazzi, e il campo da bocce verrà coperto. Interventi sulla viabilità con la sistemazione della rotatoria alla Castagnara, l'ampliamento di via Silvestri per un miglior accesso alla nuova Statale del Santo, l'allargamento della strada provinciale delle Centurie che arriva a Campodarsego e la rotatoria tra via Gramsci e via Franco.
Uno sguardo alle problematiche idriche del Comune con 106mila euro per la rilevazione fognaria ed altri 77mila per la sua verifica. Opere idrauliche di salvaguardia del territorio a Bragni sono previste per il 2004. Durante la seduta di consiglio comunale è già stata approvata la ripartizione dell'8% dei proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione secondaria a favore degli edifici religiosi. Tutte le parrocchie hanno presentato un progetto con costi diversi, in base ai quali San Bonaventura riceverà 6200 euro, Cadoneghe 6800 e Mejaniga quasi 2000 euro. (cri.s.)
Cristina Salvato

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5 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Arriva il nuovo ufficio postale
Cadoneghe ha già stilato un accordo con le Poste

Il Comune avrà un nuovo ufficio postale. Sorgerà all'angolo tra via Montale e via Conche, a fianco della casa Pinton. «Il luogo è stato scelto - spiega il sindaco Adriano Baldin - per rivitalizzare la vicina piazza della Repubblica». «Il progetto sarà completo - sottolinea Baldin - se arriverà anche il metrobus». L'edificio chiuderà una nuova piazzetta, insieme ai nuovi alloggi Ater, collegata al Parco degli Aceri che sorgerà all'interno del nuovo quartiere Peep in fase di costruzione. Coprirà una superficie di 200 metri quadri disposti su due piani: al piano terra verrà collocato l'ufficio postale, al primo piano ci sarà una sala comunale. Il Comune consegnerà l'edificio alle Poste, che dovranno completarlo con pavimenti, infissi, arredamento, intonaci interni, tramezzature e impianti tecnologici. La decisione di edificare un nuovo stabile che ospitasse l'ufficio postale è stata presa in accordo con le Poste Italiane Spa. «L'idea nacque cinque anni fa - continua Baldin - da contatti intercorsi con il direttore dell'ufficio postale di Cadoneghe. Le Poste stanno subendo una riorganizzazione di tipo bancario e hanno necessità di spazi specifici». Era necessario, infatti, prevedere nuovi sportelli, l'installazione di un impianto di climatizzazione e di uno sportello bancomat. Ma l'attuale edificio è considerato "storico" in quanto progettato dagli architetti Samonà e quindi l'amministrazione ha pensato di preservarlo integro. Meglio, quindi, pensare ad un edificio nuovo. Il progetto era stato inserito già nel programma del 2002, ma è stato posticipato al 2003.
Ora il Comune ha quindici mesi di tempo per realizzare il nuovo edificio prima di firmare il contratto definitivo, di durata quindicennale con tacito rinnovo per ulteriori sei anni. «Rispettando i tempi si arriverebbe alla conclusione dei lavori intorno a maggio 2004, quando scadrà il mandato dell'attuale amministrazione. Ci terrei come ultimo atto amministrativo a consegnare alla popolazione di Cadoneghe il nuovo ufficio postale».
Cristina Salvato

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5 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

A VILLA GHEDINI A CADONEGHE
Sportello intercomunale

Villa Ghedini ospiterà lo Sportello Unico per le Attività Produttive. Una sede elegante e storica, recentemente restaurata e riconsegnata alle antiche funzioni pubbliche. Il progetto dello Sportello Unico coinvolge Cadoneghe e i comuni limitrofi di Vigodarzere, Vigonza e Noventa. Risponderà ad una direttiva del Governo che impone agli enti locali di accelerare le pratiche edilizie riguardanti le attività produttive. Rilascerà, infatti, le concessioni edilizie interagendo telematicamente con tutti gli enti che devono concedere le necessarie autorizzazioni. Avverrà tutto, quindi, attraverso il computer e questo permetterà di affrettare il disbrigo delle pratiche. Lo Sportello Unico avrà inoltre funzioni di catasto e di ufficio commercio. Questa nuova operatività faciliterà il rilascio delle concessioni edilizie, favorendo così gli imprenditori locali.
«Nel pensare al progetto - illustra il sindaco Adriano Baldin - Cadoneghe aveva due possibilità: avvalersi di un ente che evadesse a pagamento le pratiche, o gestire in proprio il servizio. Ha optato per questa seconda soluzione, perché gli investimenti iniziali sarebbero stati proibitivi, coinvolgendo nell'iniziativa gli altri tre Comuni».
Capofila del progetto è Vigonza che metterà a disposizione le sue professionalità. Si sta sviluppando inoltre un rapporto con Tergola Servizi, il braccio operativo del Consorzio Seta nato circa un anno e mezzo fa per volontà proprio dello stesso Baldin, che ha coinvolto altri sindaci del territorio. Questa società offre ai comuni associati servizi multipli, oltre alla fornitura dell'acqua e della manutenzione del sistema fognario. In questo caso Tergola Servizi fornirà l'arredamento e le strutture tecnologiche.
L'intenzione è di rendere lo Sportello Unico per le Attività Produttive operativo già dalla primavera prossima.
Cristina Salvato

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5 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

La Befana in palestra

Anche quest'anno la befana arriverà a volo di scopa. Domani, alla palestra Olof Palme, si svolgerà la tradizionale festa della befana organizzata dall'amministrazione comunale. La manifestazione avrà inizio alle 14.30 e sarà allietata dalla partecipazione del clown Eva. Verso le 14.45 inizierà lo spettacolo teatrale tenuto dall'associazione culturale I Fantaghirò, che metterà in scena Ricciolo, storia di un maialino: a questo animale si rifanno fiabe note ai bambini, proverbi e racconti della tradizione orale. Si attenderà tutti insieme l'arrivo della befana, che consegnerà a tutti i bambini presenti la tradizionale calzetta piena di dolciumi e palloncini colorati di tutte le forme e dimensioni. All'interno della festa saranno esposte le opere della Scuola di Ceramica e i calendari prodotti dagli alunni della scuola elementare Falcone e Borsellino. Il ricavato della vendita sarà devoluto al Progetto Solidarietà dell'Ail di Padova.
Cristina Salvato

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4 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Il parco agrario di Cadoneghe rischia un colpo di spugna

La questione sollevata dagli abitanti di via Bordin, circa il destino dell'area verde presente nella via, ha creato come conseguenza un certo allarmismo nelle famiglie degli allievi del Centro di Formazione Francesco d'Assisi che opera in quel parco. Il Comune di Cadoneghe metterà in vendita l'area, sulla quale dovranno sorgere due fabbricati, e gli allievi e i formatori si chiedono dove saranno alloggiati una volta che l'operazione sarà definita. Si vociferava un loro imminente trasferimento in un edificio a Padova, ma il Centro smentisce la notizia.
Di un trasferimento in una struttura più consona se ne parla ormai da anni, però al momento non ci sono trattative in corso. Il Centro di Formazione Professionale Francesco D'Assisi è gestito dall'associazione Anffas e opera a Cadoneghe fin dal 1988. E ospitato nello stabile ormai fatiscente delle vecchie scuole medie di via Garibaldi, ma cura anche il parco agrario situato in via Bordin. Quando vi giunse il Centro, quell'area era adibita a discarica di materiali inerti. Con il duro lavoro di allievi e formatori nel corso degli anni è stata trasformata in un parco agrario aperto alle visite delle scuole del comune. In questi giorni l'istituto ha partecipato ad un concorso indetto dalla Fondazione della Cassa di Risparmio proprio con il progetto che riguarda il «Recupero ad uso didattico e formativo dell'edificio rurale situato nel parco agrario per la creazione di laboratori didattici aperti alle scuole del territorio». Preoccupati quindi alcuni genitori di vedere la scuola spostarsi in un'altra sede entro breve tempo, se non addirittura di chiudere. Ai lavoratori del Centro non risulta un prossimo trasferimento delle loro attività nel comune di Padova, anche se una nuova sede sarebbe necessaria, in quanto lo stabile che attualmente ospita il centro non risponde a tutte le norme che la Regione richiede per concedere di continuare l'attività di formazione professionale. Da parecchi anni Comune di Cadoneghe e Anffas cercano una soluzione alla sistemazione del Centro. L'ultima proposta da parte del comune di Padova era quella di concedere delle sale nell'edificio che attualmente occupa il centro sociale Gramigna. Ma le trattative sembrano essersi arenate. Da parte sua Cadoneghe ha già proposto come soluzione alternativa di trasferire la sede della struttura all'interno del parco della Repubblica o nel parco del Tergola. Entrambe le ipotesi consideravano la costruzione di un edificio adeguato, in cambio del quale l'associazione avrebbe gestito il parco. Purtroppo l'Anffas ha optato per una soluzione più centrale e vicina alla città, raggiungibile più facilmente dagli alunni che giungono da tutta la provincia. Nella programmazione delle opere pubbliche appena approvata l'amministrazione comunale di Cadoneghe ha previsto alcuni interventi che andranno ad alienare edifici fatiscenti, per costruirne di nuovi, adeguati alle norme vigenti e alle esigenze delle associazioni. Tra gli edifici da alienare è compreso anche lo stabile di via Garibaldi. Cadoneghe, quindi, sollecita l'Anffas a comunicare i tempi previsti per il trasferimento in città, precisando che continuerà ad ospitare il Centro finché lo spostamento non sarà definitivamente compiuto. Nella speranza di concludere l'annosa vicenda prima che scada il suo mandato nella primavera del 2004.
Cristina Salvato

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4 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

«La Regione deve bloccare la nuova legge sulla telefonia»

Il consiglio comunale ha chiesto formalmente al Presidente della Giunta Regionale del Veneto di presentare richiesta di sospensione del Decreto Gasparri-Lunardi sui siti per antenne di telefonia mobile per gli aspetti di incostituzionalità che presenta. Questo in sintesi l'ordine del giorno. Nel documento si fa riferimento alla nuova legge che permette oggi agli operatori di telefonia mobile di godere di una totale deregolamentazione alle loro installazioni.
Con ciò si superano tutti i precedenti gradi di tutela, i regolamenti comunali o le indicazioni di siti sensibili eventualmente individuati con apposite varianti al Piano Regolatore Generale. In assenza di comprovate responsabilità delle radiazioni elettromagnetiche sull'insorgenza di determinate patologie, finora le amministrazioni anteponevano il principio di precauzione e la tutela della salute. Indicavano agli operatori di telefonia i siti ritenuti sensibili (scuole, case di riposo, ospedali, parchi, zone a tutela ambientale, paesaggistica e storico-documentale), per preservarli dalle installazioni. Ora tutte queste indicazioni vengono sollevate e si concede la deroga al Piano Regolatore Generale pur di permettere la copertura con i nuovi servizi di telefonia mobile. Il Consiglio comunale intende poi segnalare alcune perplessità che accompagnano l'approvazione della legge. Il carattere di urgenza della stessa che ha portato ad un'immediata esecutività, il considerare le infrastrutture di telefonia mobile come strategiche per l'interesse nazionale, nonostante siano proprietà privata dei gestori. Infine l'introduzione di limitazioni alla proprietà privata, con la concessione ai gestori di agire direttamente in giudizio contro i cittadini che vogliono impedire l'installazione degli impianti nelle loro proprietà. Tutto questo rappresenta un passo indietro sulla strada della prevenzione, della pianificazione, dell'autonomia locale, della tutela dell'ambiente e del paesaggio e appare lesivo dei principi costituzionali. Considerato che la Regione del Veneto, in campo urbanistico, sanitario ed ambientale, ha la facoltà di poter approvare leggi più cautelative di quelle nazionali, Cadoneghe la invita formalmente a sospendere il decreto.
Cristina Salvato

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3 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

In Comune con un patentino
A Cadoneghe diploma informatico per tutti i dipendenti
Già consegnata la maggior parte dei riconoscimenti

Un patentino informatico europeo ai dipendenti comunali. Questo uno degli obiettivi raggiunti dall'amministrazione comunale nell'ambito del progetto di informatizzazione di tutto l'apparato amministrativo. Lunedì 23 dicembre la consegna ufficiale dei diplomi conseguiti attualmente dal 75% dei dipendenti. Una grande opportunità, un titolo in più senza alcuna spesa da parte degli impiegati comunali e retribuito come lavoro straordinario. Un investimento per il futuro del comune. Negli ultimi tre anni Cadoneghe ha speso complessivamente, per strumentazione e formazione, 260 mila euro, cui vanno aggiunti altri 16mila euro per completare i corsi e 40mila euro per la realizzazione del Sistema informatico integrato. Soldi reperiti con mezzi correnti, attingendo dalle casse comunali. Per il futuro l'intenzione è di chiedere sovvenzioni al Ministero, dal momento che con l'attuazione di questo progetto Cadoneghe ottempera, di fatto, alla normativa vigente. Entro il 2004, infatti, spariranno i documenti cartacei per creare maggior trasparenza negli uffici comunali e il patentino deve raggiungerlo la totalità dei dipendenti prima della fine del 2005. Ma l'alfabetizzazione informatica è solo uno dei progetti messi a punto dall'amministrazione. Con l'ausilio del professor Garlini, docente di informatica presso l'università di Trento, sono stati progettati ed elaborati il cablaggio e la creazione della rete informatica, il Project Management, il Sistema Informatico Integrato. Si tratta di una nuova metodologia di gestione per progetti. Si introduce la logica del lavoro di gruppo, sviluppando le capacità di ognuno e spostando l'attenzione sul risultato.
Cristina Salvato

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3 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Minacce ad attivista di Forza Italia
Scagliato un estintore nel giardino di casa per Natale

Regali poco graditi piovono a Cadoneghe. A fare le spese di un possibile atto intimidatorio è stato un esponente della locale sezione giovanile di Forza Italia che si è visto «recapitare» da Babbo Natale un estintore. Che per poco non l'ha colpito, finendo il suo volo nel giardino.
«Stavo rincasando alle 1.15 di sabato scorso e mi accingevo a raggiungere il portone, quando ho sentito un tonfo: ho visto l'estintore rotolare accanto a me e ho sentito un'auto partire sgommando. Era nascosta dietro la siepe: erano appostati lì ad attendermi. Oggettivamente non potevano colpirmi e farmi male, l'atto comunque rimane grave». Attaccato all'estintore un biglietto: «Questo è per te. Buon Natale».
Scatta la denuncia ai carabinieri della stazione di Vigodarzere. Ma della vicenda si sta interessando anche la Questura. Varie le ipotesi. La più plausibile, secondo Forza Italia, sembra quella che collega il gesto alle recenti dichiarazioni rilasciate dai Giovani di Forza Italia sulla richiesta di alcuni coetanei di dar vita ad un centro autogestito a Cadoneghe. Da qui la decisione del gruppo di esternare il proprio disappunto con un plateale gesto, che nella dinamica ricorderebbe quello del G8 a Genova.
Il fatto di cronaca è approdato anche sui banchi del consiglio comunale. Durante la discussione sul bilancio, prendendo spunto dalle voci che riguardavano i giovani, Antonella Parpaiola ha riportato l'attenzione sull'incidente. Invitando alla replica il vicesindaco Mirco Gastaldon per le dichiarazioni apparse sulla stampa che sembravano una retromarcia rispetto alle sue precedenti posizioni assunte riguardo la questione giovanile. «Continuo a sostenere le mie affermazioni - sostiene Gastaldon - Anche questa associazione, come le altre, troverà ospitalità in una struttura comunale, condividendo con loro gli spazi messi a disposizione. Dovrà, però, iscriversi a febbraio all'albo delle associazioni e redigere uno statuto che la regoli e che non sia in contrasto con i principi che regolano l'amministrazione e la fruizione degli spazi pubblici. Certamente la priorità di assegnazione sarà data alle associazioni che da più tempo operano sul territorio e che hanno attrezzature da alloggiare e una larga partecipazione alle loro attività. Attenzione però a demonizzare l'accaduto e a distorcere le mie affermazioni. Innanzitutto, prima di puntare il dito accusatore contro qualcuno, bisognerebbe attendere che le forze dell'ordine accertino le responsabilità e soprattutto come è accaduto».
Piena solidarietà al giovane di Forza Italia è stata espressa dal sindaco per la situazione che sta affrontando. «L'intimidazione è un atto grave, che opprime e non porta al dialogo».
Cristina Salvato

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3 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Cadoneghe. La bimba migliora
Cade dalla seggiovia, una gamba rotta

Migliorano le condizioni della piccola M.P. 10 anni di Cadoneghe, caduta dalla seggiovia sul Monte Verena nel pomeriggio dell'ultimo giorno dell'anno. Gli incidenti in montagna purtroppo sono all'ordine del giorno.
La piccola se l'è cavata con la frattura esposta alla tibia e al perone della gamba sinistra e qualche altra piccola esoriazione nell'altra. Nulla di particolarmente grave. Ora si trova ricoverata all'ospedale di Asiago, nel reparto di Ortopedia, dove è stata operata l'altra mattina. Era in vacanza con la famiglia da qualche giorno. La bambina stava salendo in cima alla montagna assieme al papà: non è riuscita a salire e il padre per non lasciarla a terra l'ha presa per un braccio. Da quanto è emerso pare che sia scivolata a causa di un guanto che si è sfilato, cadendo da un'altezza di oltre 10 metri. Il padre l'ha trattenuta per un lungo tratto, forse addirittura per 150 metri. Dopo non ce l'ha più fatta e ha mollato la presa: forse lei si è agitata o si è mossa repentinamente. Fortunatamente è caduta in una zona dove la neve fresca era abbastanza alta. Il colpo quindi è stato attutito. Se avesse battuto la testa sul terreno non innevato o su uno dei molti sassi che ci sono nel declivio avrebbe rischiato la vita.
Gli altri sciatori hanno assisitito attoniti a quanto accaduto. Non potevano comunque fare nulla per intervenire. Gli unici che sono intervenuti sono stati un maestro di sci e un turista veneziano. Hanno subito avvertito il personale del soccorso medico, che ha portato la bambina in ospedale.
Per cercare di ricostruire esattamente come sono avvenuti i fatti stanno indagando i carabinieri della stazione di Canove. Si attendono numerosi sviluppi.
Bisognerà vedere se la colpa di quanto accaduto è da attribuirsi ai responsabili della seggiovia del Verena, che avrebbero dovuto bloccare immediatamente l'impianto, o se forse la fatale imprudenza sia stata del padre, che avrebbe dovuto lasciarla a terra, andando a riprenderla dopo la discesa. Comunque vada la gamba si riaggiusterà e il tutto sarà solo un brutto ricordo. La prognosi di guarigione secondo i medici dell'altopiano è di una sessantina di giorni: la piccola sciatrice probabilmente ricorderà con molta tristezza la vacanza in montagna.

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3 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

«Brusemo ea striga» domenica sera torna a Cadoneghe
A Cadoneghe diploma informatico per tutti i dipendenti
Già consegnata la maggior parte dei riconoscimenti

In occasione della festa dell'Epifania, torna a Cadoneghe la tradizionale manifestazione «Brusemo ea striga». Il beneaugurante falò della befana, organizzato dal gruppo agricoltori di Bagnoli ormai da vent'anni, sarà acceso domenica prossima a partire dalle 21. Il ritrovo per quanti volessero assistere allo spettacolo è all'incrocio di villa Augusta, vicino all'acquedotto. All'appuntamento, come ogni anno, non dovrebbe mancare un folto pubblico.
L'incontro di dopodomani sarà allietato da vari canti, cioccolata calda e l'immancabile vin brulè. L'incasso della serata sarà totalmente devoluto all'Ail e alla Fondazione Città della Speranza di Padova.
Durante la serata si terrà anche l'estrazione della lotteria organizzata dai negozianti di Cadoneghe, che mette in palio il monopattino a motore elettrico Ginger. Cristina Salvato

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2 gennaio 2003 "IL MATTINO DI PADOVA"

Cadoneghe. L'appello del presidente Dittadi
La banda musicale risorge ma i fondi raccolti non bastano ad acquistare gli strumenti

La banda musicale di Cadoneghe è stata appena ricostituita e già deve lottare contro problemi burocratici e finanziari. Conclusi i corsi teorici, ora i 45 allievi della scuola di musica (che sfornerà i componenti della banda) dovrebbero passare allo studio degli strumenti. Ma questi ultimi mancano ancora. Per la verità alcuni vecchi strumenti della disciolta banda Jolanda sono in possesso del vicepresidente, il professor Lucio Zanardi, e si è cercato in tutti i modi di accomodarli: purtroppo sono malconci e difficili da usare. «Gli strumenti moderni» spiega Stefano Pietrocarlo, uno dei tre insegnanti designati dall'amministrazione «sono tecnologicamente più avanzati e semplici da suonare, specialmente per chi è alle prime armi. È necessario acquistarli: molti potrebbero essere comprati dalle famiglie, ma quelli più sofisticati sono piuttosto costosi».
Dove reperire, allora, il denaro necessario? Il Comune ha già assegnato 10 milioni di vecchie lire a tale scopo, più altri 20 per la scuola di musica. Altri 20 milioni sono già stati stanziati nel bilancio 2203. Chi volesse contribuire, comunque, può farlo con una donazione nel conto corrente aperto presso la filiale della Banca dell'Alta Padovana di Cadoneghe. La nuova banda di Cadoneghe, che in realtà si chiama Orchestra di fiati Glenn Miller, nasce come simbolica continuazione della vecchia banda musicale cittadina, nata a cavallo tra Otto e Novecento.
Le fu imposto il nome di Jolanda in onore della primogenita del re nata nel 1901: «Allora erano tutti monarchici» racconta il presidente, Silvio Dittadi. La prima notizia certa dell'esistenza della banda è del 1903, quando in un documento della parrocchia viene citata la sua presenza al funerale del giovane Schievano. Arrivò a contare quasi settanta elementi. «Durante la festa del patrono» ricorda ancora Dittadi «la banda, per suonare, si collocava su un palco composto da ben tre gradinate allestito nel piazzale della chiesa». Ora di tutti gli originari componenti ne resta in vita soltanto uno, Pietro Bortoletto. La banda Jolanda si sciolse intorno agli anni '50 e la sua attuale ricostituzione è dovuta alla ferrea volontà del suo presidente, che già dal 1983 propose alle amministrazioni comunali il suo progetto: «Finalmente con questa amministrazione ho visto realizzarsi il mio sogno» conclude «per cui ci terrei ad eseguire il primo concerto prima che scada il suo mandato elettorale».
Cristina Salvato

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