Torna la minaccia ammoniaca
Sotto accusa il substrato dell'asfalto, inquinata la falda Dopo quattro anni risulta vanificata la precedente bonifica
CADONEGHE. Ci risiamo. La nuova Statale del Santo, nel tratto tra Cadoneghe e Campodarsego, è ancora avvelenata dall'ammoniaca. Il pubblico ministero Orietta Canova ha avviato l'inchiesta bis (per ora senza indagati). Una precedente indagine era già stata messa in piedi.La collega Giovanna Sanfratello l'aveva chiusa sostenendo che era stato compiuto un "piccolo disastro ecologico". E contestando al capo cantiere della Campenon Bernard, impresa francese specializzata nella costruzione di arterie stradali, il reato di avvelenamento colposo di acque. Il geometra Stefano Guaraldi aveva patteggiato 8 mesi di reclusione con la sospensione della pena: era il novembre del '97.Tutto sembrava finito, anche perché la Campenon Bernard, che non lavora più in Italia, aveva messo a punto una serie di interventi di bonifica. Interventi che, oggi a distanza di 4 anni, il settore Ambiente della Provincia di Padova definisce "insufficienti o almeno non completi".E a ragione. Ogni mese l'Arpav (Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione ambientale del Veneto) trasmette in Procura i risultati delle analisi effettuate con l'inserimento di un sondino in piezometri, tubi che dal piano campagna arrivano fino alla falda freatica. L'ultimo rilievo non è confortante. E svela concentrazioni di ammoniaca notevoli. Ammoniaca che è il risultato dell'interazione tra i rifiuti - residui di fonderia formati da silicato bicalcico proveniente dalla lavorazione della Dolomia, utilizzati come sottofondo per il manto d'asfalto in quel tratto di strada lungo sette-otto chilometri - e l'ambiente circostante, in particolare l'umidità. Quei residui confluiscono nei canali di scolo e continuano ad avvelenare la falda freatica sottostante. "Una falda locale" tranquillizzano in Provincia. Ma è proprio dalla Procura padovana che è partita una segnalazione inviata sia in Provincia sia ai due Comuni interessati, Cadoneghe e Campodarsego, per sapere quali interventi siano stati eseguiti e invitare gli enti preposti ad avviare piani di bonifica. Il meccanismo è tutt'altro che semplice: la nuova arteria del Santo, che collega il casello di Padova Est a San Michele delle Badesse, frazione di Borgoricco, è una statale (strada numero 307 bis). E le competenze che riguardano le statali stanno per essere trasferite dall'Anas alle Regioni.Chi si assumerà l'onere dell'ennesima bonifica? Un dato è certo: se nessuno lo farà, l'ente responsabile rischia di finire sotto inchiesta per omissione d'atti d'ufficio.Resta, comunque, un altro problema penale. Per legge, infatti, anche i residui di fonderia, come altro materiale inerte, possono essere utilizzati per sottofondi stradali. Ovviamente previa certificazione del fatto che non contengano sostanze inquinanti. Fu la Provincia di Padova a dare il via libera all'uso di quei residui da parte della Campenon Bernard, dopo la verifica delle analisi eseguite da un ente sanitario dell'Alto Adige sulla "bontà" del materiale e sulla mancanza delle caratteristiche di residuo tossico-nocivo. E, invece, effluvi di ammoniaca continuano a riversarsi prima nei canali si scolo e poi nella falda freatica.
Cristina Genesin
Statale del Santo, chiusura senza intoppi
Il sindaco di Cadoneghe: "Ma è una strada nata vecchia"
CADONEGHE. Cadoneghe I residui di fonderia utilizzati per realizzare il fondo e il manto della nuova Statale del Santo continuano a provocare danni. Dai certificati di rilevamento che l'Arpav ha trasmesso alla Procura della Repubblica emerge inequivocabilmente come l'acqua di falda, tra Cadoneghe e Campodarsego, sia inquinata da ammoniaca.
Statale del Santo chiusa domani
CADONEGHE. L'Anas in questi giorni ha comunicato la chiusura al traffico della Statale del Santo dalle 9 di domani fino a venerdì 23. Sulla questione interviene il comandante dei vigili urbani di Cadoneghe, il tenente Francesco Ceresi, che intende rassicurare chi teme l'assalto del traffico nelle vie interne del paese. Secondo Ceresi, l'Anas, che convoglierà il traffico lungo le rampe di uscita ed entrata del locale svincolo di Cadoneghe, intende adottare lo stesso provvedimento preso alcuni anni fa.
Allora, per poter eseguire dei lavori di sostegno sul muro del cavalcavia, che aveva mostrato segni di cedimento strutturale, il traffico venne fatto scendere prima del ponte e risalire successivamente, bypassandolo completamente. Quindi, secondo il comandante Ceresi, il traffico interesserebbe soltanto l'anello di accesso alla rampa, senza passare attraverso il territorio comunale. Non si tratterebbe, pertanto, della totale chiusura della strada, che obbligherebbe gli automobilisti a scendere dal cavalcavia e raggiungere la vecchia statale attraversando l'incrocio di Castagnara e conseguentemente tutto il Comune. "Purtroppo l'Anas non è stata chiara nel fax inviatoci e nemmeno ci ha dato un preavviso sufficiente per effettuare delle verifiche e predisporre delle soluzioni. - continua il comandante - Per questo ancora non sappiamo esattamente quale tipo di provvedimenti verranno applicati. Sarà nostra cura, comunque, effettuare un sopralluogo prima della chiusura della strada, per verificare quale sarà la situazione reale". Non sono previsti attualmente provvedimenti di urgenza da applicare alla circolazione interna di Cadoneghe. Anche nella malaugurata ipotesi che venga chiusa l'intera statale e che tutto il traffico debba attraversare il territorio comunale, la polizia municipale intende aspettare e risolvere i problemi direttamente qualora si presentassero. Molti automobilisti, infatti, secondo la polizia municipale, potrebbero seguire percorsi alternativi e percorrere strade secondarie, evitando così l'intasamento all'interno del paese. Se problemi dovessero crearsi alla circolazione, tali da compromettere il normale traffico veicolare, sarà approntato un piano alternativo di viabilità.
Una personale di Dionisio Gardini
CADONEGHE. Il pittore Dionisio Gardini espone a Cadoneghe. Invitato dall'amministrazione comunale e dalla biblioteca, il pittore Dionisio Gardini inaugura una personale, oggi, alle 11, in biblioteca. Nato a Padova 72 anni fa, ha compiuto gli studi artistici presso l'Accademia di Belle Arti a Venezia. Insegnante ormai in pensione al liceo scientifico Fermi, più per necessità che per vera vocazione, ha sempre coltivato la passione per la pittura.
I prelievi dimostrano che in alcuni punti il tasso di "avvelenamento" sta lentamente migliorando, ma in parecchi altri siti di rilevamento l'inquinamento peggiora giorno dopo giorno. Tutta colpa del siliciato bicalcico che in presenza degli agenti atmosferici continua a spingere l'ammoniaca nelle falde. Il sostituto procuratore Orietta Canova ha avviato una seconda inchiesta. Ha interpellato le amministrazioni comunali interessate, la Provincia e l'Anas ed ha delegato gli atti di indagine agli ispettori della sezione reati ambientali.
Il piano di bonifica promesso quattro anni fa che fine ha fatto? Insomma, nuovi guai giudiziari non solo per i costruttori della nuova statale, ma anche per gli organi amministrativi proposti al controllo e alla salvaguardia dell'ambiente il cui comportamento sarebbe stato omissivo e negligente. I primi ad accorgersi che qualcosa stava andando storto nella realizzazione della nuova strada erano stati i cittadini di Cadoneghe le cui abitazioni si affacciano sulla statale, non appena il vento aveva cominciato a diffondere una nauseante puzza di ammoniaca. Il fatto è che l'utilizzo del siliciato bicalcico era stato autorizzato dalla Provincia. E non è la prima volta che i residui di fonderia vengono impiegati nella costruzione delle arterie in sostituzione dei tradizionali prodotti di cava. Ne sa qualcosa per esempio la terza corsia dell'autostrada Serenissima. Fatto sta che il materiale usato dalla Campenon Bernard, ditta francese appaltatrice della superstrada, era tutt'altro che inerte e a basso rischio inquinante. Cosicchè, pioggia dopo pioggia, l'ammoniaca aveva iniziato a confluire nelle acque di scolo e nel Rio delle Arzere, avvelenandoli irrimediabilmente. Sotto inchiesta erano finiti cinque chilometri di tracciato e il capo cantiere Stefano Guaraldi, responsabile diretto dell'impiego del siliciato bicalcico. L'indagine, coordinata dall'allora pubblico ministero Giovanna Sanfratello, era sfociata nella primavera 1997 nel rinvio a giudizio del tecnico della ditta transalpina. Nel novembre successivo il processo dinanzi al giudice Lara Fortuna - parte civile il Comune e Legambiente - si era concluso con il patteggiamento del capo cantiere: otto mesi di reclusione, con l'impegno di attuare un piano di risanamento ambientale. Ma è proprio sulla bonifica che nasce la nuova inchiesta giudiziaria.
La Campenon Bernard aveva proposto una semplice "incamiciatura" dei cinque chilometri di statale sotto accusa, ma alla Provincia il piano non era affatto piaciuto. Unica efficace soluzione per bloccare l'inquinamento sarebbe stato lo smantellamento totale dei materiali. Intanto sono trascorsi quattro anni: l'inquinamento non solo continua ma pure s'aggrava avvelenando la falda. G.Colt. 16Ancora infiltrazioni dalla nuova Statale del Santo tra Cadoneghe e Campodarsego, avviata un'inchiesta bisTorna la minaccia ammoniacaSotto accusa il substrato dell'asfalto, inquinata la faldaDopo quattro anni risulta vanificata la precedente bonificadi Cristina GenesinCADONEGHE. Ci risiamo. La nuova Statale del Santo, nel tratto tra Cadoneghe e Campodarsego, è ancora avvelenata dall'ammoniaca. Il pubblico ministero Orietta Canova ha avviato l'inchiesta bis (per ora senza indagati). Una precedente indagine era già stata messa in piedi.La collega Giovanna Sanfratello l'aveva chiusa sostenendo che era stato compiuto un "piccolo disastro ecologico". E contestando al capo cantiere della Campenon Bernard, impresa francese specializzata nella costruzione di arterie stradali, il reato di avvelenamento colposo di acque. Il geometra Stefano Guaraldi aveva patteggiato 8 mesi di reclusione con la sospensione della pena: era il novembre del '97.Tutto sembrava finito, anche perché la Campenon Bernard, che non lavora più in Italia, aveva messo a punto una serie di interventi di bonifica. Interventi che, oggi a distanza di 4 anni, il settore Ambiente della Provincia di Padova definisce "insufficienti o almeno non completi". E a ragione.
Ogni mese l'Arpav (Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione ambientale del Veneto) trasmette in Procura i risultati delle analisi effettuate con l'inserimento di un sondino in piezometri, tubi che dal piano campagna arrivano fino alla falda freatica. L'ultimo rilievo non è confortante. E svela concentrazioni di ammoniaca notevoli. Ammoniaca che è il risultato dell'interazione tra i rifiuti - residui di fonderia formati da silicato bicalcico proveniente dalla lavorazione della Dolomia, utilizzati come sottofondo per il manto d'asfalto in quel tratto di strada lungo sette-otto chilometri - e l'ambiente circostante, in particolare l'umidità. Quei residui confluiscono nei canali di scolo e continuano ad avvelenare la falda freatica sottostante. "Una falda locale" tranquillizzano in Provincia. Ma è proprio dalla Procura padovana che è partita una segnalazione inviata sia in Provincia sia ai due Comuni interessati, Cadoneghe e Campodarsego, per sapere quali interventi siano stati eseguiti e invitare gli enti preposti ad avviare piani di bonifica. Il meccanismo è tutt'altro che semplice: la nuova arteria del Santo, che collega il casello di Padova Est a San Michele delle Badesse, frazione di Borgoricco, è una statale (strada numero 307 bis). E le competenze che riguardano le statali stanno per essere trasferite dall'Anas alle Regioni.Chi si assumerà l'onere dell'ennesima bonifica? Un dato è certo: se nessuno lo farà, l'ente responsabile rischia di finire sotto inchiesta per omissione d'atti d'ufficio.
Resta, comunque, un altro problema penale. Per legge, infatti, anche i residui di fonderia, come altro materiale inerte, possono essere utilizzati per sottofondi stradali. Ovviamente previa certificazione del fatto che non contengano sostanze inquinanti. Fu la Provincia di Padova a dare il via libera all'uso di quei residui da parte della Campenon Bernard, dopo la verifica delle analisi eseguite da un ente sanitario dell'Alto Adige sulla "bontà" del materiale e sulla mancanza delle caratteristiche di residuo tossico-nocivo. E, invece, effluvi di ammoniaca continuano a riversarsi prima nei canali si scolo e poi nella falda freatica.13Statale del Santo, chiusura senza intoppiIl sindaco di Cadoneghe: "Ma è una strada nata vecchia"Cristina SalvatoCADONEGHE. Ridimensionato l'allarme per il possibile aumento del traffico interno a Cadoneghe, in seguito alla chiusura per lavori di un tratto della nuova Statale del Santo. Dopo le alterne interpretazioni dei giorni scorsi sull'entità del tratto di strada da chiudere al traffico e sul percorso alternativo da fare, interpretazioni dovute alla poca chiarezza nella comunicazione che l'Anas aveva fornito al Comune e alla polizia municipale, da ieri mattina alle 9 è stato finalmente svelato l'arcano.La Statale del Santo rimarrà chiusa per dodici giorni nel tratto della rampa di uscita e di entrata per Cadoneghe. Dei probabili lavori di risistemazione del cavalcavia obbligano gli automobilisti a scendere dal viadotto che sovrasta l'abitato di Cadoneghe seguendo la bretella, ad attraversare la rotonda di accesso alle rampe per poi risalire subito dopo, evitando di passare sulla strada sopraelevata. Una deviazione, quindi, che rimane sulla statale, senza interessare il territorio comunale, come invece all'inizio era stato ipotizzato.Nella prima giornata di chiusura non sono stati riscontrati disagi per gli automobilisti che andassero oltre il normale flusso veicolare che quotidianamente è presente sulla statale. Sentito in merito, il sindaco Adriano Baldin dichiara di non essere stato informato sulla natura dei lavori, ma soltanto sui tempi di chiusura della statale. Sconosciuto ancora, pertanto, il motivo della preclusione al traffico di quel tratto di strada.Il sindaco Baldin ipotizza possa trattarsi del medesimo motivo che causò due anni fa la stessa deviazione del traffico, quando, a causa di cedimenti strutturali presentati dal muro di sostegno, l'Anas si vide costretta a chiudere la statale nel medesimo punto. "Ciò che dispiace - continua il primo cittadino - è il fatto che questa nuova statale, dopo soli quattro anni dalla sua apertura, presenti questi continui disagi tecnici che causano disagi al traffico veicolare. C'è da chiedersi come sia stata realizzata. Certamente la nuova statale del Santo è nata già vecchia, con soltanto due corsie, anziché le quattro necessarie a sopportare l'ingente portata di traffico che quotidianamente la percorre. Una cosa, poi, che si nota è che la statale sia diventata una grande strada camionabile, sopportando non solo il traffico in transito nell'area nord-est di Padova per il quale era stata progettata, ma ricevendo anche quello che prosegue in direzione nord-ovest.
Viene percorsa, infatti, dai numerosi camion che giornalmente si devono recare a Limena e nella zona industriale di Vigodarzere".
Lo stesso Baldin ricorda come più volte abbia sollecitato la Provincia, la Regione e il Comune di Vigodarzere, affinché si trovasse una soluzione alternativa a questo traffico improprio sulla statale del Santo. Soluzione che era stata identificata nel proseguimento di corso Australia, penetrando verso nord con un nuovo ponte sul fiume Brenta in sostituzione dell'ormai agonizzante ponticello di Limena. Si approderebbe poi a Vigodarzere, raggiungendo la strada del Terraglio."C'è da registrare, purtroppo, un nulla di fatto da parte degli enti competenti. - commenta amaro Baldin - E Cadoneghe rimane a sopportare un'enorme quantità di traffico improprio, subendo l'incompletezza della pianificazione del traffico da parte della Provincia".
Cristina Salvato
11 novembre 2001 "IL MATTINO DI PADOVA"
Ma Cadoneghe ancora non conosce le proposte viarie dell'Anas
Cri.Sa.
10 novembre 2001 "IL MATTINO DI PADOVA"