Il sagrato? Un parcheggio
Il sagrato della chiesa di Cadoneghe è stato ridotto a un parcheggio. Parole del consigliere di Alleanza Nazionale Gianni Fugolo, autore di un vivace intervento in consiglio comunale. L'amministratore ha riassunto il disagio e le proteste espressi da molti cittadini nonché dai residenti nella Cadoneghe storica.
Cadoneghe, la protesta del consigliere Fugolo
Stanchi di vedere il piccolo sagrato della chiesa invaso da veicoli industriali e automobili, chiedono una soluzione immediata. Fugolo, tuttavia, appare scettico sulla possibilità di reperire parcheggi alternativi perché il nuovo complesso residenziale Arena da solo non può sopperire alla cronica mancanza di posteggi che caratterizza Cadoneghe. La situazione dei veicoli in sosta di fronte alla chiesa è comunque temporanea, legata ai numerosi cantieri di lavori aperti di questi tempi nel centro. Tuttavia, esistono problemi reali.
Il pericolo lo corrono principalmente i bambini che frequentano il patronato e i pedoni che passeggiano sulla piazza. Ma non sono soltanto gli automezzi industriali a creare disagio. Esiste anche la cronica maleducazione di quanti, nonostante due parcheggi posti ai lati di via Matteotti - per non percorrere a piedi qualche metro e raggiungere così la chiesa e i negozi - si ostinano a parcheggiare lungo il bordo della pista ciclabile o a cavallo del marciapiede, intralciando, di fatto, la circolazione dei veicoli nell'incrocio semaforico oltre a costringere pedoni, passeggini e sedie a rotelle a scendere pericolosamente dal marciapiede e ad attraversare la sede stradale.
Cristina Salvato
Cadoneghe. Vincoli per le nuove installazioni
Nella totale assenza di una regolamentazione ufficiale per l'installazione delle antenne di telefonia, Cadoneghe ha voluto fare un importante passo avanti in difesa della salute dei suoi cittadini. Durante l'ultima seduta di consiglio comunale gli amministratori hanno dichiarato di non condividere l'impostazione del recente decreto legislativo Gasparri, che a loro parere prevede come strategica per lo sviluppo nazionale la liberalizzazione delle installazioni degli impianti di telefonia mobile senza contemporaneamente considerare prioritari i diritti della difesa della salute. Secondo gli amministratori, tale decreto di fatto annullerebbe i diversi gradi di tutela vigenti finora nell'unico riferimento esistente che era rappresentato dalla circolare regionale n. 12 del 12.7.2001, la quale comunque conteneva solo proposte di individuazione ed esclusione di siti sensibili, senza proporre distanze di sicurezza. In attesa di studi che comprovino o meno la pericolosità delle onde elettromagnetiche, secondo gli amministratori di Cadoneghe vige il principio di priorità della tutela della salute dei cittadini. Ecco perché è stata realizzata una variante parziale al Prg, che propone gradi ed estensione di vincoli di tutela per i siti sensibili. Scuole, asili, case di riposo e relative pertinenze, le aree a verde pubblico, siti di interesse storico e architettonico vengono salvaguardati dall'installazione di nuove antenne, tenendo presente, come area di esclusione, un raggio di 120 metri avente come centro tutto il perimetro dei siti stessi. Il consiglio comunale, inoltre, auspica che la Regione realizzi tempestivamente un sistema normativo atto a tutelare la salute del cittadino e faccia un monitoraggio dell'inquinamento delle onde elettromagnetiche. Ora le antenne presenti nel territorio comunale sono 5, delle quali due dietro al cimitero e una all'interno dell'area del depuratore. Un'antenna è stata collocata sulla torre piezometrica dell'acquedotto a Bagnoli e l'ultima nella zona industriale.
Altolà ad antenna selvaggia. Approvata una variante al Prg per tutelare la salute pubblica
Cristina Salvato
Cadoneghe. Un corso in biblioteca
Un corso di agricoltura omeodinamica, per coltivare in modo eco-compatibile, è in programma in ottobre nella biblioteca di Cadoneghe. Tra pesticidi e cibi transgenici, per non parlare dei vertiginosi aumenti di frutta e verdura, la soluzione più sicura ed economica sembra ormai essere quella del fai da te. Così l'istituto Eureka propone una tecnica di coltivazione ispirata alle teorie steineriane, con attenzione ai cicli cosmici e all'utilizzo di preparati dinamizzati. Le iscrizioni al corso si raccolgono in biblioteca.
Agricoltura steineriana per chi ama i cibi sani
Cadoneghe: liti referendarie
Un banchetto elettorale in vista dell'imminente referendum sui buoni scuola, ha creato qualche polemica in seno dell'amministrazione comunale. La vicenda riguarda il mancato permesso a Rifondazione Comunista di allestire un banchetto nell'area del mercato. In questo divieto il partito ha intravisto un'operazione di «boicottaggio» attuato ai suoi danni da un funzionario comunale ostile alla formazione politica di Bertinotti. In realtà si è trattato di un semplice malinteso. Per tutti i sabati di settembre Rifondazione aveva sollecitato la possibilità di allestire un banchetto nella zona del mercato, per sostenere la campagna referendaria del 6 ottobre che mira ad abrogare la legge regionale che istituisce i buoni scolastici.
Banchetto elettorale negato (e poi autorizzato)
Dure accuse di Rifondazione al sindaco Baldin
Analoga richiesta era stata presentata dalla CGIL e dall'associazione Lautari che si occupa di droga e Aids, ma solo quest'ultima ha ottenuto il permesso. Per rilasciare le autorizzazioni, infatti, l'ufficio commercio si avvale del parere del comando di polizia municipale che aveva espresso un sì all'area mercato, a condizione che la zona non fosse già stata concessa. Il «no» a Rifondazione e Cgil è stato dettato quindi dall'errata convinzione - da parte dell'ufficio commercio e del responsabile del servizio sviluppo territoriale - che l'area a disposizione fosse soltanto una. Così da assegnarla al richiedente che l'aveva chiesta per primo, la Lautari appunto.
Rifondazione però ha intravisto in quest'atto un attentato ai suoi diritti, reagendo con accuse piuttosto pesanti. Che il sindaco Adriano Baldin non ha gradito, sentendosi in dovere di spiegare l'intera vicenda in una lettera a tutti i protagonisti: «Come sindaco non posso non esprimere il mio rammarico» scrive Baldin «per il fatto che si sia preferito ricorrere ai giornali polemicamente e con diffamazioni, piuttosto che informarmi in tempo utile del problema, che avrebbe potuto avere subito una soluzione diversa. Si può solo riconoscere, e di questo mi scuso anche a nome degli uffici, un equivoco con riferimento all'area a disposizione». Pertanto, continua il primo cittadino, «ritengo che non vi sia stato alcun abuso di potere di funzioni pubbliche ai fini di parte e tanto meno una lesione di legalità all'interno dell'amministrazione». A conclusione della vicenda l'ufficio ha provveduto a rilasciare le autorizzazioni a tutti i richiedenti.
Iniziano a Cadoneghe stage e corsi taeknow-do
Dopo un anno sportivo denso di impegni e soddisfazioni sia da parte del New Candar Center (di nuovo in vetta con nuovi campioni italiani) sia da parte del Comune di Cadoneghe grazie al prestigio della Cadonice Cup, gara per bambini e juniores che si ripeterà domenica 24 novembre, riaprono i corsi di taekwon-do. Arte marziale di origine coreana, significa letteralmente «la via dei calci e dei pugni in volo» ed è stata codificata dal generale Choi Hong Hi sulla base di arti marziali antiche. Essendo una disciplina relativamente giovane, unisce le conoscenze orientali a quelle tecnico-tattiche del mondo occidentale. Ecco spiegato il grande successo che ha negli Stati Uniti (dove è una delle arti marziali più praticate), in Europa e ora anche in Italia. Con la pratica di quest'arte marziale si ha la possibilità di partecipare a stage con maestri e tecnici riconosciuti a livello internazionale. Importante, per i praticanti, anche il clima di amicizia che si crea in palestra. Il taekwon-do a Cadoneghe si può trovare in questi giorni e orari. Il lunedì, ore 18.30/20 bambini; ore 20-22 adulti, palestra Falcone e Borsellino. Il mercoledì, ore 18.30-20 bambini; ore 20-22 adulti, palestra Falcone e Borsellino. Il venerdì 20-22 adulti, palestra Zanon.
C'è un metrobus nel futuro di Cadoneghe
Rifondazione comunista chiede chiarezza circa il progetto di prolungamento del metrobus di Padova a Cadoneghe. Vuole capire su quale percorso transiterà il mezzo, quali reali vantaggi ne trarrà la popolazione in termini di riduzione del traffico veicolare alla Castagnara e di capienza di utenti trasportati. Ma soprattutto chiede di conoscere l'onere di spesa a carico del Comune. Insomma - dicono i neocomunisti - occorre informare adeguatamente i cittadini e coinvolgere della questione la giunta e il consiglio comunale, prima di assumere una qualsiasi decisione in merito.
Rifondazione teme gli oneri finanziari. Baldin: «La spesa è a carico di Padova»
Da parte sua, il sindaco Baldin rassicura: quello firmato con Padova è un protocollo d'intesa che prevede uno studio di fattibilità e un conseguente progetto preliminare. Solo in seguito, dati alla mano, il sindaco sottoporrà la questione ai cittadini e all'amministrazione. Nel frattempo i tecnici analizzeranno le opzioni di riduzione del traffico e lo stato dei luoghi che percorrerà il nuovo mezzo pubblico. Probabilmente il metrobus partirà dal capolinea di Pontevigodarzere e raggiungerà la fermata alla Grosoli oltrepassando il ponte sul Muson, che sarà messo in sicurezza e allargato. Ma si tratta di ipotesi. L'ideale sarebbe far transitare il mezzo attraverso un passante stradale che colleghi la vecchia statale del Santo con la stazione di Vigodarzere e da lì raggiungere l'arco di Giano che collega Altichiero a Limena. Ma il progetto rientra in un piano decennale, quindi è prematuro preoccuparsi, anche per quanto riguarda l'aspetto finanziario. E le ipotesi di sottoscrivere buoni come prestito pubblico o di ricavare denaro dagli oneri di urbanizzazione restano ancora da valutare. Il pensiero del sindaco è che Cadoneghe non debba pagare per la realizzazione del metrobus, come del resto non ha pagato gli autobus, limitando l'esborso al costo del biglietto. Spetterebbe quindi ad Aps Trasporti l'onere di accollarsi l'intero investimento per la tratta del metrobus.
Tre banditi armati hanno fatto irruzione nel supermercato di Cadoneghe ed hanno arraffato l'incasso della giornata, poi sono fuggiti
Violenza inaudita scatenata tra gli scaffali del supermercato. Due banditi ieri sera sono entrati armati di pistola al supermercato Prix di Mejaniga. Armi in pugno si sono fatti largo con prepotenza tra i clienti, minacciando e picchiando. Una ragazza invalida, dipendente del supermercato, è stata malmenata davanti all'entrata. I malviventi, visibilmente nervosi, hanno pestato anche un cliente che non aveva sentito l'ordine di stendersi a terra. Il ragazzo è stato lasciato a terra sanguinante.
La rapina è stata portata a termine intorno alle 19.30, l'orario di chiusura del punto vendita. «Ho sentito improvvisamente una mia dipendente scoppiare a piangere», racconta la direttrice del supermercato Nelly Vanuzzo. «Era sulla porta perché aveva appena salutato suo padre, quando sono arrivati i due banditi che l'hanno colpita alla testa con un pugno. Nel momento in cui l'ho sentita piangere ho capito che si trattava di una rapina».
Cadoneghe, il nodo della Castagnara
L'amministrazione affronta il nodo viario della Castagnara - con interminabili code di veicoli e conseguenti disagi - e, in collaborazione con Comune e Provincia di Padova, annuncia l'introduzione in via sperimentale, tra pochi giorni, di una rotatoria "alla francese" all'incrocio tra via Marconi, via Gramsci e la vecchia Statale del Santo. Se la sperimentazione si rivelerà efficace, diventerà definitiva. Gli automobilisti sono perciò invitati a prestare la massima attenzione alla nuova segnaletica e ad affrontare il nodo della Castagnara ricordando soprattutto che la rotatoria alla francese prevede il diritto di precedenza per i veicoli che la impegnano per primi.
CADONEGHE. RIPICCHE TRA DS E FORZA ITALIA
La questione della Breda si sta trasformando in una sorta di telenovela. In un carosello di affermazioni e smentite, precisazioni e prese di posizione, attribuzione di paternità del progetto provenienti da più parti, tutti alla fine vogliono dire la loro, ma stranamente le dichiarazioni non concordano mai. Si gira appesi alla giostra di opinioni senza capire da quale parte stia la ragione. Nell'ultima puntata della soap opera si sente tuonare la voce del capogruppo dei Ds, Letterio Turiaco. In risposta alle affermazioni rilasciate dal sindaco, intendeva precisare che la possibilità intravista dall'amministrazione del 1994 di creare un centro commerciale al posto della Breda in realtà si riconduceva allo spostamento di alcune attività produttive, già presenti sul territorio, in uno spazio più ristretto e concentrato per cercare di ottenere da questa sinergia migliori risultati commerciali.
Turiaco, che allora ricopriva la carica di assessore alle attività produttive, tiene a precisare che l'idea portante riguardava, in realtà, la creazione di un polo di servizi per i cittadini. Si pensava di agglomerare i servizi territoriali che l'Ulss ha sparsi tra Cadoneghe e Pontevigodarzere, creando un'unica struttura ampliata e completa. Purtroppo, mancò la disponibilità e tutto si concluse in un nulla di fatto.
Fiamme al distributore Q8
Un incendio di sicura natura dolosa ha distrutto, l'altra notte, il negozietto a fianco del distributore Q8 di Cadoneghe. L'episodio è accaduto intorno alle due di notte. Ignoti avrebbero dato fuoco, utilizzando del liquido infiammabile, allo spazio «Shopping» del nuovo distributore Q8 sulla statale del Santo, in direzione Padova. Si tratta di una nuova pompa di benzina gestita direttamente dalla Kuwait Petroleum Italia spa. Durante la notte funziona soltanto il servizio self-service e il negozietto alle spalle delle pompe di benzina è chiuso. Allo «Shopping» della Q8 vengono venduti molti prodotti per le automobili, compresi oli e solventi vari: facile intuire, quindi, che non appena appiccato il fuoco, le fiamme in un attimo hanno divorato il materiale depositato nel negozio. E' stato un passante ad accorgersi della lunga striscia di fumo che proveniva dal distributore di benzina. Sono stati così chiamati urgentemente i vigili del fuoco di Padova che sono giunti sul posto con l'autobotte e sono riusciti ad avere la meglio sulle fiamme. Il maggior timore era quello che il fuoco arrivasse a colpire anche le pompe di benzina, che distano a pochi metri: in questo caso probabilmente la stazione di servizio sarebbe «esplosa». Sul posto, per le indagini, sono giunti i carabinieri.
L'addio a una giovane mamma
Si terranno stamattina alle 11,15 nella chiesa di Mejaniga i funerali di Sonia Luni, 33 anni, medico, morta venerdì sera all'ospedale di Padova (di cui era dipendente). La donna è stata stroncata da un male incurabile. Sonia è la primogenita di Angelo Luni, segretario provinciale dell'Appe, e nuora di Carlo Leonori attuale segretario comunale ad Abano. Lascia nel più profondo dolore il marito Francesco Leonori e i figlioletti Davide (4 anni) e Riccardo (2). Oltre ai genitori e ai tre fratelli. Dal mattino le più sentite condoglianze alla famiglia.
Brutale rapina al Prix di Mejaniga
Ferita la cassiera, un cliente colpito alla testa con il calcio della pistola
Parla la direttrice Nelly Vanuzzo: «Ho sentito una dipendente piangere, ho capito che l'avevano picchiata»
La ragazza si è trovata davanti i due banditi, che l'hanno colpita con un pugno. Appena entrati all'interno del supermercato hanno costretto tutti a stendersi a terra. Erano entrambi alti di statura e indossavano un paio di occhiali a specchio. «Tutti a terra brutti stronzi», questa la frase detta senza nessuna inflessione dialettale dal «commando». Oltre alle quattro dipendenti in quel momento davanti alle casse c'erano anche otto clienti. Uno di loro non aveva compreso cosa stava succedendo e quindi non aveva neppure sentito l'ordine impartito con foga. In un attimo uno dei due banditi gli si è avventato addosso, colpendolo alla nuca col calcio della pistola. Il ragazzo è stramazzato al pavimento.
Sempre con le pistole spianate i due banditi sono riusciti a far svuotare due delle tre casse del Prix. Non contenti, raccolto il bottino, sono tornati dal ragazzo picchiato poco prima e hanno continuato a infierire su di lui con potenti calci ai fianchi e al volto. Quando se ne sono andati la vittima dell'aggressione perdeva sangue dal naso. I banditi sono poi riusciti a dileguarsi. Fuori dal supermercato c'era il terzo complice a bordo di una Fiat Croma con il motore acceso. L'auto è partita facendo fischiare le gomme ma nessuno è stato in grado di dire in che direzione.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Vigodarzere e del Nucleo operativo di Padova. I militari dell'Arma hanno effettuato i rilievi all'interno del supermercato per entrare in possesso di quanti più indizi utili all'indagine. Sfortunatamente non potranno contare sulle immagini: all'interno del Prix non sono installate telecamere a circuito chiuso.
Non è inoltre ancora stato determinato il bottino finito nel sacco dei banditi. Discordanti sono pure le testimonianze raccolte. Proprio a causa della violenza subita, i clienti non sono riusciti a fornire un identikit preciso dei due rapinatori. Subito dopo il colpo i carabinieri hanno attivato le ricerche dell'auto usata per la fuga. Nonostante i pattugliamenti, la Fiat Croma non è stata trovata.
Enrico Ferro
7 settembre 2002 "IL MATTINO DI PADOVA"
Rotonda sperimentale nell'incrocio «caldo»
Cristina Salvato
6 settembre 2002 "IL MATTINO DI PADOVA"
Il futuro della Breda? I partiti continuano a litigare
Si indignano, poi, i giovani di Forza Italia nel leggere le dichiarazioni rilasciate dall'ex sindaco Elio Armano. Il quale rivendica la paternità dell'attuale progetto di riqualificazione dell'area della Breda, come fosse una sua creatura. In realtà, ricordano, il suo progetto, costato più di un centinaio di milioni di vecchie lire, prevedeva la costruzione di due torri simili a quella che attualmente svetta nel piazzale Castagnara, «scempio riconosciuto da tutta la cittadinanza». L'attuale amministrazione provvide allora a «spalmare» in orizzontale la cubatura prevista, con l'obiettivo di edificare un condominio di 120 appartamenti disposti su quattro piani di altezza a forma di ferro di cavallo. Soluzione che ha fatto più volte discutere, analogamente a quanto accaduto alla costruzione gemella tirata su di recente dietro villa Ghedini, nel centro storico del paese.
A questo punto è legittimo chiedersi a chi piaccia davvero il progetto che vedrà riconvertita la vecchia fabbrica. Forse ai costruttori che mirano a vendere gli appartamenti, che con questo tipo di formula, stando alle attuali tendenze del mercato immobiliare, risultano più appetibili e maggiormente commerciabili. Protesteranno sicuramente i cittadini, alla vista di un ennesimo "casermone". Ma alla fine anche questo rientrerà, pur con la sua sagoma ingombrante, all'interno del paesaggio, il passaggio quotidiano lo renderà familiare ed invisibile e nessuno presto vi farà più caso.
Nel bene e nel male, ci si abitua a tutto.
m.d.p.
3 settembre 2002 "IL MATTINO DI PADOVA"
L'incendio è doloso, distrutto il negozio «Shopping»
3 settembre 2002 "IL MATTINO DI PADOVA"